
Tra queste figura la possibilità di dedurre i contributi versati fino ad un massimo di 1.549,37 euro all’anno. Gli importi eccedenti, invece, non possono essere dedotti, di conseguenza non andranno indicati nella dichiarazione perchènon rilevanti.

Tra queste figura la possibilità di dedurre i contributi versati fino ad un massimo di 1.549,37 euro all’anno. Gli importi eccedenti, invece, non possono essere dedotti, di conseguenza non andranno indicati nella dichiarazione perchènon rilevanti.
Tale concessione, tuttavia, èsubordinata alla presentazione a cura della lavoratrice di un certificato medico rilasciato da un ginecologo del servizio sanitario nazionale, o con questo convenzionato, che attesta l’assenza di rischi collegati a tale scelta sia per la madre che per il nascituro.

Tali permessi, ricordiamo, possono essere fruiti dal lavoratore in aggiunta alle ferie, che per questa tipologia di contratto ammontano complessivamente a quattro settimane per ciascun anno di lavoro.

Tale esigenza interessa in particolar modo le lavoratrici dipendenti, che molto spesso chiedono una flessibilità oraria di ingresso al fine di poter accompagnare i figli a scuola. Ovviamente questo èsolo un esempio, nonchèil caso pi๠frequente di richiesta di flessibilità oraria, ma le esigenze che possono portare un dipendente ad avanzare tale richiesta sono innumerevoli.

Per poter fruire di tale possibilità ènecessario presentare apposita richiesta all’Inps. Per farlo ènecessario utilizzare il modulo predisposto per la richiesta del congedo di maternità , scaricabile gratuitamente attraverso il link in fondo, in particolare compilando l’apposito campo a pagina 7.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 10338 del 3 maggio 2013, con la quale èstato respinto il ricorso proposto dal lavoratore avverso la sentenza della Corte d’Appello, che aveva giudicato legittimo il trasferimento del lavoratore in quanto egli non rientrava nella categoria prevista dalla legge n. 104/1992.

L’istituto di previdenza sociale ha infatti bloccato le visite mediche fiscali disposte d’ufficio, ossia quelle d’iniziativa dell’Inps e non del datore di lavoro. La decisione rientra nell’ambito delle misure finalizzate al taglio dei costi e alla realizzazione di un risparmio da 500 milioni di euro l’anno, sulla base di quanto previsto dalla spending review.

Per poter esercitare tale facoltà , tuttavia, èrichiesto il certificato rilasciato da un ginecologo del servizio sanitario nazionale, o con esso convenzionato, che attesti l’assenza di rischi derivanti da tale opzione per la salute della gestante e del nascituro.
A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 10180 dello scorso 30 aprile, con la quale èstata giudicata la decisione dell’Inps di detrarre dall’indennità di maternità spettante alla lavoratrice una parte della somma, relativa al quarto mese successivo al parto, ritenendo che questa non poteva fruire del cosiddetto periodo flessibile di maternità .
Anche per i lavoratori domestici la consultazione online dell’estratto conto contributivo èconsentita previo accesso attraverso apposito codice pin che puಠessere richiesto direttamente dal sito internet www.inps.it.

Il nuovo ministro del Welfare, Enrico Giovannini, ha infatti annunciato l’intenzione di modificare la Legge 92/2012 a meno di un anno dalla sua entrata in vigore. Non èancora chiaro quali sono nello specifico le misure introdotte dalla riforma Fornero che Giovannini ha intenzione di eliminare o modificare, il nuovo ministro si èinfatti limitato ad affermare che tale riforma èadatta ad un’economia in crescita e non ad una fase recessiva come quella che sta attraversando l’Italia.

Per attività di movimentazione manuale dei carichi si intendono tutte le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o pi๠lavoratori, comprese le operazioni di sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologia da sovraccarico, in particolare di quelle che interessano la zona dorso-lombare.

A stabilire la legittimità di tale provvedimento èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18603 del 24 aprile 2013. In realtà , nel primo grado di giudizio il tribunale aveva stabilito l’inammissibilità del sequestro preventivo in relazione ad un’attività imprenditoriale, in considerazione del carattere ablatorio, e quindi non interdittivo, della misura cautelare, che impone la riferibilità esclusivamente ad una cosa pertinente al reato e non all’intera impresa o attività imprenditoriale.

Nella sentenza in esame, in particolare, la Suprema Corte ha giudicato il caso di un dipendente che ha agito nei confronti del suo datore di lavoro contestando il mancato riconoscimento di un’adeguata posizione lavorativa, che a suo dire non sarebbe adeguata rispetto alle qualifiche professionali da lui possedute.

In altre parole, dunque, i datori di lavoro che hanno provveduto ad effettuare i versamenti entro il 16 dicembre dello stesso anno, restituendo sia le somme indebitamente attribuite ai lavoratori che gli interessi, non saranno assoggettati a sanzione.