Licenziamento discriminatorio

Per licenziamento discriminatorio si intende quello intimato nei confronti di un lavoratore per motivi riconducibili a determinate caratteristiche o situazioni che la legge invece intende tutelare.

Riuscire ad elencare tutti le ipotesi di discriminazione vietate dalla legge risulta impossibile, dal momento che occorre di volta in volta valutare con attenzione ogni singolo caso. Tra le discriminazioni pi๠tutelate citiamo quelle di genere, in base al’orientamento sessuale, le discriminazioni politiche, religiose, sindacali, in base alla razza, all’origine etnica, basate sulle caratteristiche fisiche e quelle basate sullo stato di salute.

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Licenziamento legittimo per e-mail offensive

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 14995 del 7 settembre 2012 ha stabilito che èlegittimo il licenziamento intimato ad un dipendente che inoltra e-mail offensive ai dirigenti dell’azienda presso cui lavora.

Pi๠nel dettaglio, nella sentenza in esame i giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso presentato da un lavoratore che, a seguito di un demansionamento e della sensazione di essere stato emarginato nel contesto in cui svolgeva la sua prestazione lavorativa, aveva inviato ai dirigenti dell’azienda una e-mail considerata offensiva.

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Licenziamento per falso certificato medico

La falsificazione di un certificato medico da parte di un dipendente per giustificare uno o pi๠giorni di astensione dallo svolgimento della prestazione lavorativa costituisce causa di licenziamento legittimo.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n° 14998 del 7 settembre 2012, con la quale èstato dichiarato legittimo un licenziamento intimato da un’azienda nei confronti di un suo dipendente, colpevole di aver falsificato il certificato medico rilasciato da un dottore allo scopo di allungare il periodo di malattia.

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Modello richiesta motivi del licenziamento

La lettera di licenziamento, ossia l’atto mediante il quale il datore di lavoro comunica al dipendente di voler recedere dal rapporto di lavoro, per essere efficace non deve obbligatoriamente indicare i motivi del licenziamento.

La legge, tuttavia, riconosce al dipendente il diritto di conoscere le ragioni che hanno determinato il suo licenziamento, nonchè di impugnarlo qualora queste risultino prive di fondamento o contrarie alla legge.

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Ricorso sentenza licenziamento riforma del lavoro

Ricorso sentenza licenziamento riforma del lavoro

Abbiamo recentemente avuto modo di vedere come la riforma del mercato del lavoro, fortemente voluta dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, abbia modificato, a partire da mercoledଠ18 luglio 2012, la normativa relativa all’impugnazione del licenziamento considerato illegittimo da parte del lavoratore apparentemente ingiustamente licenziato nonchè, naturalmente, relativa alla successiva udienza.

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Licenziamento periodo di prova e gravidanza

In considerazione della finalità  del periodo di prova, che èappunto quella di concedere alle parti un breve periodo di tempo per valutare la convenienza del rapporto di lavoro, ai contraenti èconcessa la possibilità  di recedere durante tale periodo senza alcun obbligo nei confronti della controparte in termini di preavviso.

Qualora il lavoratore licenziato durante il periodo di prova ritenga di essere stato vittima di un licenziamento illegittimo, deve riuscire a dimostrare in sede giurisdizionale il positivo superamento dell’esperimento e che la decisione del datore di lavoro di non proseguire il rapporto èriconducibile ad altro motivo.

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Licenziamento illegittimo durante il periodo di prova

La funzione del periodo di prova èquella di consentire alle parti di valutare la convenienza del rapporto di lavoro, ne deriva quindi che durante tale periodo, in base a quanto previsto dal codice civile, le parti possono recedere dal contratto senza obbligo di preavviso o di pagamento dell’indennità  di mancato preavviso.

Anche in questo caso, tuttavia, possono configurarsi delle ipotesi di licenziamento illegittimo. Questo accade ad esempio quando il lavoratore non sia stato posto nelle condizioni di sostenere la prova, o perchè non gli sono state attribuite le mansioni che ne costituiscono l’oggetto oppure perchè di tali mansioni egli ha potuto svolgere solo la parte meno qualificante.

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Licenziamento co.co.co. prima della scadenza del termine

Il datore di lavoro puಠlicenziare un co.co.co. prima della scadenza del contratto soltanto per un grave inadempimento del lavoratore.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6039/2012, con la quale èstato giudicato il caso di una lavoratrice assunta con contratto a tempo determinato di collaborazione coordinata e continuativa che èricorsa al giudice a seguito del recesso del datore di lavoro prima della scadenza del contratto stesso.

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Licenziamento collettivo obbligo motivazione e consultazione sindacale

Ai fini dell’efficacia di un licenziamento collettivo ènecessario anzitutto che sul fronte procedurale vengano puntualmente seguite le norme previste dalla legge n. 223 del 1991, nonchè la puntuale indicazione sia dei motivi che determinano la situazione di eccedenza sia dei motivi di carattere tecnico, organizzativo e produttivo che non consentono di adottare misure idonee a porre rimedio a tale situazione ed evitare la mobilità , la ricollocazione aziendale, la modifica dei profili professionali e la riduzione del numero dei lavoratori impiegati.

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Licenziamento illegittimo per comportamenti recidivi sanzionati

I comportamenti recidivi di un dipendente non possono essere tenuti in considerazione in maniera complessiva ai fini del licenziamento per giusta causa se sono stati già  oggetto di sanzioni disciplinari nei confronti del lavoratore stesso.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 1062 del 25 gennaio 2012, con la quale ha rigettato il ricorso presentato da un’azienda che aveva licenziato una dipendente a fronte delle sue ripetute assenze dal lavoro in giorni precedenti o successivi a festività  o ferie.

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Calcolo periodo di preavviso

Il periodo di preavviso deve essere dato dal datore di lavoro in caso di licenziamento oppure dal lavoratore in caso di dimissioni, fatta eccezione per le ipotesi di licenziamento per giusta causa e di dimissioni per giusta causa.

I giorni di preavviso che devono essere dati dalla parte recedente sono stabiliti dal contratto collettivo di riferimento e variano sia in base alla qualifica del lavoratore che in base alla sua anzianità .

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Ipotesi eliminazione articolo 18 per i nuovi contratti

La riforma del lavoro su cui sta lavorando in questi giorni il governo Monti si basa soprattutto sulle richieste della Banca centrale europea, che ricordiamo lo scorso agosto aveva indicato tra i compiti del governo italiano anche quello di porre in essere delle misure che da un lato consentissero di superare il dualismo nell’attuale mercato del lavoro italiano e dall’altro di eliminare l'”anomalia” del reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa.

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Licenziamento disciplinare

Il licenziamento disciplinare èquello che si verifica a seguito di un comportamento del lavoratore, di carattere disciplinare, di gravità  tale da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro in quanto determina il venir meno del rapporto di fiducia tra le parti.

La natura disciplinare del licenziamento implica, affinchè esso non risulti illegittimo, la scrupolosa osservanza da parte del datore di lavoro delle disposizioni contenute nella legge 300/1970.

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Possibile modifica art. 18 Statuto dei lavoratori e reddito minimo

Oltre alla numerose novità  contenute nella riforma Monti Salva Italia, il governo ha in programma una riforma del lavoro che, in base alle prime indiscrezioni, avrebbe ad oggetto una modifica dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori, da sempre difeso dai sindacati.

La stessa riforma dovrebbe inoltre trovare il modo per accogliere i ripetuti richiami dell’Unione europea in merito alla mancanza di ammortizzatori sociali in Italia.

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