Riposi giornalieri per allattamento della madre

La legge riconosce alla madre lavoratrice durante il primo anno di vita del bambino, oppure in caso di adozione durante il primo anno di ingresso del bambino all’interno della famiglia adottiva, il diritto ad un riposo giornaliero della durata di due ore nel caso in cui l’orario di lavoro sia pari o superiore a 6 ore o a 1 ora nel caso in cui l’orario di lavoro sia inferiore a sei ore.

Tali ore si raddoppiano in caso di parto gemellare o plurimo e in caso di adozione di due o pi๠bambini, anche se entrati in famiglia in date diverse.

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Lavori vietati in gravidanza

Il Decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001 in materia di tutela e sostegno della maternità  e della paternità  stabilisce che le lavoratrici in gravidanza non possono svolgere determinate mansioni.

L’art. 7 del Decreto, in particolare, stabilisce che èvietato adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, nonchè ai lavori pericolosi, faticosi ed insalubri, ovvero quelli che riguardano il trasporto, sia a braccia e a spalle, sia con carretti a ruote su strada o su guida, e al sollevamento dei pesi, compreso il carico e scarico e ogni altra operazione connessa.

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Modulo assegno di maternità 

L’assegno di maternità  èun sostegno economico che viene riconosciuto alle donne in gravidanza che non hanno maturato i requisiti contributivi necessari per ottenere i trattamenti previdenziali di maternità .

Esistono due tipologie di assegno di maternità , quello erogato dallo Stato e quello erogato dai Comuni. Il primo èa carico dello Stato e viene erogato e concesso dall’Inps, mentre il secondo èconcesso dai Comuni e viene erogato dall’Inps in presenza di determinati requisiti reddituali.

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Maternità  colf e badanti

Le norme sul congedo obbligatorio di maternità  si applicano anche ai lavoratori domestici, pertanto èvietato adibire al lavoro colf o badanti nei due mesi che precedono la data presunta del parto e nei tre mesi successi.

Anche in questo caso la lavoratrice madre ha la possibilità  di usufruire dell’opportunità  concessa dalla riforma del 2000 e d’accordo con il proprio datore di lavoro e con l’assenso del medico puಠscegliere di assentarsi dal lavoro nel mese che precedente la data presunta del parto e nei quattro successivi. I periodi di assenza per maternità  devono essere considerati ai fini dell’anzianità  di servizio.

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Diritti lavoratrici madri

Alle lavoratrici madri la legge riconosce una serie di diritti, tra cui figura in primo piano il congedo obbligatorio di maternità , ovvero l’obbligo di assentarsi nei due mesi che precedono la data presunta del parto e nei tre mesi successivi alla nascita del bambino. In questo caso alla madre èriconosciuta la possibilità  di rimodulare tale periodo scegliendo di assentarsi un mese prima della data presunta del parto e durante i quattro mesi successivi alla nascita, sempre che vi sia il nulla osta da parte del medico.

I cinque mesi oggetto del congedo di maternità  spettano alla lavoratrice anche in caso di adozione, mentre il periodo oggetto del congedo si riduce a tre mesi in caso di affidamento.

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Dimissioni in gravidanza

Il Dlgs n. 151/2001 prevede che le lavoratrici non possono essere licenziate nel periodo che va dall’inizio della gravidanza fino al compimento di un anno di vita del bambino, salvo alcune ipotesi particolari (colpa grave, cessazione dell’attività , ultimazione della prestazione e esito negativo della prova).

Nel suddetto periodo, tuttavia, la lavoratrice èlibera di licenziarsi presentando al datore di lavoro la consueta lettera di dimissioni, anche se in questo caso affinchè la risoluzione del rapporto di lavoro venga attuata ènecessario che tali dimissioni vengano convalidate dal servizio ispettivo del Ministero del Lavoro competente per territorio.

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Congedo di maternità  e interruzione della gravidanza

Con il messaggio n. 9042 del 18 aprile 2011, l’Inps ha fornito alcuni chiarimenti in merito al riconoscimento del congedo di maternità  e del relativo trattamento economico in caso di interruzione della gravidanza spontanea o terapeutica.

L’istituto di previdenza sociale, in particolare, ha chiarito che il congedo di maternità  e il relativo trattamento economico che ne deriva spetta solo nel caso in cui l’interruzione della gravidanza avviene a partire dal 180° giorno dopo l’inizio della gestazione, individuato mediante un calcolo a ritroso di trecento giorni dalla data presunta del parto.

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Congedo di maternità  e parto prematuro

La sentenza della Corte Costituzionale n. 116 del 7 aprile 2011 rappresenta una vera e propria svolta in tema di congedo di maternità  obbligatorio riferito alla fattispecie del parto prematuro e del successivo ricovero del nascituro presso una struttura ospedaliera.

La Corte, infatti, ha dichiarato l‘illegittimità  costituzionale dell’art. 16, lettera c, del D.Lgs. n. 151 del 26 marzo 2001, nella parte in cui non consente alla madre di usufruire del congedo obbligatorio che le spetta a partire dal momento in cui il neonato viene dimesso dall’ospedale.

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Ispettorato del lavoro gravidanza

La legge riconosce alla lavoratrici in dolce attesa un periodo di astensione dal lavoro denominato astensione obbligatoria. Tale periodo dura complessivamente cinque mesi e, in particolare, copre i due mesi che precedono la data presunta del parto e i tre mesi successivi.

In determinati casi, tuttavia, le lavoratrici in dolce attesa possono chiedere di usufruire del congedo di maternità  anticipata che viene disposto dalla Direzione Provinciale del lavoro (Ispettorato del lavoro) sulla base di un accertamento medico.

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Assegno di maternità  2011

L’Inps ha comunicato che, per via delle variazioni degli indici di riferimento dell’Istat, èstato incrementato l’importo dell’assegno di maternità  che verrà  corrisposto agli aventi diritto nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2001 per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento.

Durante l’anno in corso, in particolare, gli aventi diritto che ne faranno richiesta riceveranno un assegno di importo pari a 316,25 euro mensili per cinque mesi, per un totale di 1.581,25 euro.

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Domanda di maternità  online per lavoratrici autonome

Con il messaggio n.7196 del 22 marzo 2011 l’Inps ha comunicato l’attivazione del servizio web che consente l’inoltro delle domande volte ad ottenere l’indennità  di maternità  da parte delle lavoratrici autonome.

Il nuovo servizio potrà  quindi essere utilizzato dalle lavoratrici autonome per l’inoltro delle domande volte ad ottenere la relativa indennità  in relazione a determinati eventi connessi alla maternità , ovvero: parto, interruzione di gravidanza, adozione/affidamento nazionale e adozione/affidamento preadottivo internazionale.

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Contributi figurativi maternità 

L’accredito dei contributi figurativi, in base a quanto stabilito dalla riforma Amato del 1992, avviene anche in relazione ai periodi per i quali èprevista l’assenza obbligatoria della lavoratrice per maternità , ossia nei due mesi precedenti alla data presunta del parto e nei tre mesi successivi.

Il periodo di astensione facoltativa èallo stesso modo coperto da contribuzione figurativa con valore pari alla media delle retribuzioni settimanali percepite in costanza di lavoro nel corso dell’anno solare in cui si colloca l’assenza dal lavoro.

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Maternità  e scadenza del contratto di lavoro

La circolare ministeriale del 1 dicembre 2004 riconosce il diritto alla maternità  anticipata o obbligatoria anche in caso di scadenza del contratto di lavoro, mentre la sentenza della Corte Costituzionale n. 405/2001 lo riconosce anche in caso di licenziamento per giusta causa, dovuto ad una colpa grave della lavoratrice.

La disciplina, tuttavia, varia seconda del periodo di tempo che intercorre tra la scadenza del contratto e la presunta data del parto.

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Congedo per adozione anche in caso di esito negativo

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, a seguito di un quesito posto dall’ANCI, ha chiarito che èfatto salvo il riconoscimento del congedo di maternità  richiesto per un’adozione internazionale anche nel caso in cui, alla fine della procedura, la pratica non abbia avuto esito positivo.

In caso di adozione internazionale, infatti, èprevisto il riconoscimento del congedo di maternità  (per un periodo massimo di cinque mesi) affinchè la lavoratrice possa recarsi all’estero e svolgere tutte le pratiche necessarie per l’adozione, nonchè familiarizzare con il minore e sbrigare tutte le procedure burocratiche che precedono l’ingresso del bambino in Italia.

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