Franchising: pi๠affari e meno occupati

La formula del franchising gode di buona salute nel nostro Paese, a dispetto della crisi. àˆ questa la conclusione che emerge dai lavori della venticinquesima edizione del Salone del Franchising, che si tiene a Milano in questi giorni.

Il numero di aziende istituite in Italia impiegando questa soluzione contrattuale, infatti, si mantiene alto anno dopo anno: alla fine del 2009 risultavano 53.313, con un lieve calo percentuale rispetto all’anno precedente. Le reti di franchising (ossia le organizzazioni che contano almeno tre ditte affiliate) risultavano 869, e hanno movimentato un giro d’affari superiore a 21 miliardi di euro complessivi (+1,7% rispetto al 2008, nonostante il 2009 sia stato l’anno peggiore della crisi).

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Produzione industriale in crescita ad agosto

Nel mese di agosto 2010, i calcoli sulla produzione industriale in Italia sono sbalorditivi; i dati differiscono leggermente a seconda di chi ha compiuto l’analisi (dall’ISAE al Centro Studi di Confindustria), ma sono comunque largamente positivi.

Non bisogna farsi eccessive illusioni poichè agosto èun mese particolarissimo (molte aziende chiudono per ferie o comunque rallentano la produzione, perciಠi dati sono inevitabilmente sfasati), ma, anche facendo la tara sui giorni di effettiva apertura, un margine ampiamente positivo rimane.

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Comparto grafico sostenuto dalle esportazioni

Il settore grafico sta vivendo un periodo di sostanziale stagnazione. La crisi sembra, nei suoi accenni pi๠acuti, ormai alle spalle, ma una decisa ripresa appare ancora di là  da venire.

Lo dimostra un’indagine condotta da un’associazione imprenditoriale di categoria, Federgrafica, che ha intervistato nelle scorse settimane un buon numero di titolari di aziende del settore.

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Ripresa del settore edile

Si dice che un ottimo indice dello stato dell’economia nazionale sia l’andamento del settore edile. Ammesso che sia vero, l’Italia puಠcominciare a respirare: secondo i dati diffusi dall’ISTAT, nel secondo trimestre del 2010 l’indice di produzione del settore edile èmigliorato del 2,5% rispetto ai tre mesi precedenti.

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Disoccupazione in crescita a luglio

La grande crisi ha prodotto effetti non solo in termini di riduzione della produzione e di difficoltà  di tenuta dei conti pubblici, ma anche nel già  difficile campo dell’occupazione.

In effetti, se qua e là  si colgono segnali sempre pi๠frequenti di una, sia pur cauta, ripresa delle aziende, dal punto di vista degli occupati l’Italia resta in una situazione pesante.

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Traffico dei container in forte crescita

Secondo tutte le stime fornite da svariati analisti, con il mese di settembre 2010 la crisi globale sarà  stata messa definitivamente alle spalle, perlomeno per quanto riguarda il traffico internazionale delle merci: per settembre, infatti, èprevisto il ritorno ai livelli pre-crisi.

E poichè, prima della catastrofe economica, il settore mostrava segnali ininterrotti di crescita, èauspicabile una nuova primavera per il comparto.

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Sviluppo a rilento per i porti turistici

La passione degli italiani per la nautica da diporto non ècalata con gli anni. Ciಠche ècalato negli ultimi tempi con l’avvento della crisi globale, perà², èil tempo a disposizione (manager e professionisti devono dedicare tutte le loro energie per uscire dal pantano) e, ancor pià¹, il denaro da spendere nelle attività  di relax. La barca èun hobby piacevole ma molto costoso.

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Agricoltura fra crisi e ripresa

Il settore agricolo ha subito in misura pesante l’avvento della crisi globale. In particolare, il fenomeno pi๠significativo èconsistito nella riduzione dei prezzi sui mercati internazionali, a fronte di crescenti costi di produzione: una situazione in realtà  già  esistente da qualche anno, e che ultimamente si èaccentuata.

La conseguenza èintuitiva: redditi sempre pi๠bassi per gli esercenti l’attività  economica primaria. Ed èun calo drammatico: si stima che la flessione media negli ultimi dieci anni sia stata addirittura del 36%. Nel biennio alle nostre spalle, il calo medio a livello comunitario èstato pari all’11,6%, ma in Italia ha raggiunto il 20,6%.

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Crisi settore nautico

La nautica costituisce da sempre una delle punte avanzate dell’esportazione italiana: per volume d’affari, infatti, èil quinto comparto nel totale dell’export made in Italy. Inoltre, l’Italia èil primo Paese al mondo nelle esportazioni di prodotti nautici.

Nonostante questi dati, tuttavia, il settore ha sofferto e soffre tuttora pesantemente della crisi globale. Nel 2009 gli affari sono crollati di oltre il 30%: un dato spaventoso che ha fatto vacillare anche i principali colossi aziendali. Nel dettaglio, la costruzione di motori e la componentistica sono gli ambiti che hanno ricevuto i colpi pi๠duri.

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Prato la pi๠colpita dalla crisi

Andando a fondo nei dati diffusi dal Dipartimento delle Finanze tratti dall’elaborazione degli studi di settore del 2009 (riferiti al periodo d’imposta 2008), si possono verificare gli effetti dei primi venti della crisi globale sul nostro Paese.
Analizzando le dinamiche dei territori, scopriamo che sono il Centro e il Nord-Est ad aver sofferto di pià¹, mentre il Nord-Ovest e il Mezzogiorno sono rimasti nel complesso quasi immuni (sebbene nel 2009 le cose siano poi andate presumibilmente in modo diverso e pi๠drammatico per tutti).

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Studi di settore 2009, i risultati

Il Dipartimento delle Finanze ha pubblicato i risultati statistici che sono risultati dagli studi di settore presentati nel 2009 (e riferiti al periodo d’imposta 2008).
Due sono i fattori che hanno inciso su questi risultati: l’avvento della crisi globale, che ha iniziato ad interessare le imprese italiane proprio negli ultimi mesi del 2008, e la nascita del regime contabile dei contribuenti minimi, in vigore dal primo gennaio di quell’anno.

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Fallimenti in continua ascesa

La crisi globale, com’era facilmente immaginabile, non ha “steso” le imprese italiane da un giorno all’altro bensଠle ha lungamente logorate, a fronte di una progressiva riduzione delle vendite e di un’accresciuta difficoltà  nell’accesso alle risorse finanziarie.

Cosà¬, mentre qua e là  si avvertono distintamente i segni di ripresa, l’onda lunga della crisi sta tuttora producendo i suoi effetti catastrofici sulle aziende pi๠colpite.

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Borse tornate ai livelli pre-crisi

borse mondiali

Il crack della Lehmann-Brothers, con tutto quello che ne èseguito, ha portato le Borse di tutto il mondo a precipitare negli ultimi mesi del 2008. Considerando, invece, l’andamento del 2009, torna a spirare un vento di ottimismo.

In realtà , i primi mesi dell’anno scorso sono stati ugualmente difficili, con valori negativi che hanno segnato a febbraio-marzo il punto pi๠acuto della crisi finanziaria (quella industriale si sarebbe invece manifestata in primavera), ma da allora in poi vi èstato un crescendo che ha in pratica riportato i valori assoluti della fine del 2009 ai livelli presenti nell’estate del 2008, e dunque a prima della crisi.

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