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Studi di settore 2009, i risultati

Il Dipartimento delle Finanze ha pubblicato i risultati statistici che sono risultati dagli studi di settore presentati nel 2009 (e riferiti al periodo d’imposta 2008).
Due sono i fattori che hanno inciso su questi risultati: l’avvento della crisi globale, che ha iniziato ad interessare le imprese italiane proprio negli ultimi mesi del 2008, e la nascita del regime contabile dei contribuenti minimi, in vigore dal primo gennaio di quell’anno.


Come noto, infatti, i contribuenti minimi sono esclusi dagli studi di settore, il che ha fatto scendere la platea dei contribuenti interessati a preparare e a inviare il modello: un calo del 6% rispetto all’anno precedente. Si calcola, inoltre, che circa il 25% dei contribuenti con compensi o ricavi entro i trentamila euro ha scelto di aderire al cosiddetto “forfettone”.
I contribuenti che invece hanno compilato gli studi sono stati oltre 3,5 milioni: circa il 65% sono persone fisiche, il 20% sono società  di persone e il 15% sono società  di capitali o enti diversi; da questa terza categoria, comunque, proviene il 48% dei ricavi complessivamente dichiarati.
L’impatto della crisi si èfatto sentire sull’entità  complessiva dei redditi dichiarati dalla platea dei contribuenti interessati dagli studi, scesi nel complesso da 116,5 a 109 miliardi di euro.


I soggetti congrui sono cresciuti dell’uno percento rispetto all’anno precedente, mentre gli incongrui sono scesi del 4,6%: èprobabile che sia un effetto dei correttivi apportati al software Gerico nella primavera del 2009 (peraltro modesti, se confrontati con quelli elaborati quest’anno).
Nel rapporto fra redditi e ricavi, infine, si denota per i soggetti congrui una redditività  molto variabile; la pi๠elevata èla percentuale riferita alle persone fisiche con reddito inferiore a 30.000 euro, che presentano una redditività  del 57,5%.