Congedo di paternità  precluso ai dipendenti pubblici

Il giorno di congedo di paternità  obbligatorio introdotto in Italia a partire dal 1° gennaio 2013 dalla Legge 92/2012, cosଠcome pure il congedo di paternità  facoltativo già  previsto a favore dei lavoratori padri, non spettano ai dipendenti della pubblica amministrazione.

A denunciare la disparità  di trattamento tra le due categorie di padri lavoratori èstata l’Anief, l’associazione professionale sindacale, la quale in una nota ha precisato che l’esclusione dei dipendenti pubblici dal novero di coloro che possono fruire del congedo di paternità  èstata scritta a chiare lettere dal dipartimento della Funzione Pubblica, rispondendo il 20 febbraio ad un quesito del comune di Reggio nell’Emilia.

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Importo assegno nucleo familiare numeroso e di maternità  2013

Sulla Gazzetta Ufficiale del 20 febbraio 2013 n. 43 èstato publicato il comunicato della Presidenza del Consiglio dei ministri riguardante la rivalutazione per l’anno 2013 della misura e dei requisiti economici del cosiddetto assegno per il nucleo familiare numeroso, previsto dall’articolo 65, comma 4, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e dell’assegno di maternità , previsto dall’articolo 74 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151.

Per quanto riguarda l’assegno per il nucleo familiare numeroso, l’importo massimo per quest’anno èdi 139,49 euro al mese, per tredici mesi, mentre il reddito Isee non deve superare i 25.108,71 euro.

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Coefficiente di rivalutazione TFR febbraio 2013

Il tasso di rivalutazione del trattamento di fine rapporto spettante ai lavoratori dipendenti in caso di interruzione del rapporto di lavoro a febbraio 2013 èstato fissato allo 0,265845%.

Tale coefficiente, ricordiamo, interessa i lavoratori che hanno sottoscritto un rapporto di lavoro subordinato per il quale èprevisto il diritto al TFR e che hanno interrotto in via definitiva lo svolgimento della prestazione lavorativa, per qualunque causa, nel periodo compreso tra il 15 gennaio e il 14 febbraio 2013.

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Requisiti e durata mini-ASpI

A partire dal 1° gennaio 2013 la mini-ASpI sostituisce l’indennità  di disoccupazione ordinaria non agricola a requisiti ridotti. Alla pari di quest’ultima, la mini-ASpI consiste in un’indennità  che viene erogata nei confronti di coloro che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà  ma che al contempo non sono in possesso dei requisiti previsti per ottenere l’ASpI ordinaria.

Pi๠nel dettaglio, per poter ottenere tale indennità  ènecessario, oltre ad aver perso involontariamente il lavoro, poter far valere lo status di disoccupato ai sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, e successive modificazioni, nonchèaver versato almeno 13 settimane di contribuzione da attività  lavorativa nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

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Ricorso per rifiuto erogazione ASpI

In caso di rifiuto da parte dell’Inps a concedere l’ASpI o la mini-ASpI, il richiedente, qualora ritenga di aver diritto alla prestazione e che pertanto la decisione dell’ente previdenziale sia ingiusta in quanto lesiva di un suo diritto, puಠpresentare ricorso avverso tale decisione.

Competente a decidere in merito ai ricorsi amministrativi presentati avverso i provvedimenti adottati in materia di indennità  di disoccupazione ASpI e mini-ASpI èil Comitato Provinciale della struttura che ha emesso il provvedimento.

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maternità, cerfiticato di gravidanza

Fac-simile richiesta congedo di paternità  facoltativo

Il lavoratore dipendente che intende fruire, in aggiunta al giorno di congedo di paternità  obbligatorio, di uno o due giorni di congedo di paternità  facoltativo, deve inoltrare apposita comunicazione al datore di lavoro con un preavviso di almeno quindici giorni.

Il congedo facoltativo di paternità , ricordiamo, puಠessere fruito dal lavoratore padre nei cinque mesi successivi alla nascita del bambino in sostituzione del congedo obbligatorio spettante alla madre.

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Fac-simile richiesta congedo di paternità  obbligatorio

La riforma del lavoro (Legge 92/2012) ha introdotto anche in Italia il congedo di paternità  obbligatorio, seppure solo in via sperimentale per gli anni 2013-2015, al fine di sostenere la genitorialità , promuovendo una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia e per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

In virt๠dell’entrata in vigore della lagge, dunque, i lavoratori padri di bambini nati a partire dal 1° gennaio 2013 devono obbligatoriamente astenersi dallo svolgimento della prestazione lavorativa per un giorno entro i cinque mesi di vita del bambino.

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ASpI ipotesi di decadenza del diritto

L’ASpI (Assicurazione Sociale per l’Impiego) èuna prestazione a sostegno del reddito che viene corrisposta in presenza di determinati requisiti ai lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro per cause non imputabili alla loro volontà .

Durante il periodo in cui si percepisce tale indennità , tuttavia, si possono verificare degli eventi che determinano la perdita del diritto e quindi l’interruzione del pagamento dell’assegno mensile.

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Sospensione ASpI per nuovo lavoro

Tra i presupposti per poter beneficiare dell’ASpI (Assicurazione Sociale per l’Impiego) figura lo stato di disoccupazione.

Ne deriva quindi che nel caso in cui durante il periodo coperto dall’indennità  il soggetto beneficiario venga assunto con un nuovo contratto di lavoro subordinato, l’ASpI viene automaticamente sospesa dall’Inps sulla base delle comunicazioni obbligatorie.

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Congedo di paternità  obbligatorio e facoltativo

La riforma del lavoro (Legge 92/2012) ha introdotto anche in Italia il congedo di paternità  obbligatorio, in virt๠del quale, per le nascite dal 1° gennaio 2013, i lavoratori dipendendi che hanno avuto un figlio devono obbligatoriamente astenersi dal lavoro per un giorno entro i cinque mesi dalla nascita del bambino.

Il congedo obbligatorio di un giorno si affianca al congedo facoltativo di due giorni. Il termine per la fruizione, anche in questo caso, èdi cinque mesi dalla nascita del bambino. Sia il congedo obbligatorio che quello facoltativo non possono essere frazionati a ore, quindi devono essere fruiti per un’intera giornata.

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Modulo domanda rendita Inail ai superstiti

Nel caso in cui il decesso del lavoratore sia stato causato da un infortunio sul lavoro o da una malattia professionale, i superstiti hanno diritto ad una rendita Inail il cui ammontare e la cui durata variano a seconda del grado di parentela con il defunto.

Il pagamento della rendita non avviene perಠin maniera automatica, ènecessario infatti che gli aventi diritto presentino presso la sede Inail territorialmente competente apposito modulo di domanda (scaricabile gratuitamente tramite il link in fondo) opportunamente compilato. A tale domanda deve essere allegata tutta la documentazione comprovante la sussistenza dei requisiti richiesti per il diritto alla rendita.

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Assegni familiari successione e diritti degli eredi

Gli eredi hanno diritto agli assegni familiari spettanti al dante causa anche qualora questi non vi abbia fatto richiesta quando era ancora in vita.

Il principio ècontenuto nella sentenza della Corte di Cassazione n. 20405 del 20 novembre 2012, con la quale èstato riconosciuto a favore dell’erede il diritto ad ottenere l’importo spettante alla madre defunta a titolo di assegni familiari sulla pensione di inabilità , nonostante quest’ultima quando era ancora in vita non avesse presentato apposita domanda per ottenerli.

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Permessi retribuiti contratto del commercio

Il contratto collettivo nazionale relativo al settore del commercio, in vigore dal primo gennaio 2011 e valido fino al 31 dicembre 2013, prevede un determinato numero di ore di permessi retribuiti di cui il lavoratore dipendente puಠusufruire durante l’anno.

Il numero di ore di permessi spettante a ciascun lavoratore varia sia in base all’anzianità  del lavoratore stesso che in base al numero dei dipendenti assunti presso l’azienda.

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Mansioni promiscue determinano risconoscimento livello superiore

In caso di mansioni promiscue il lavoratore ha diritto ad essere inquadrato nel livello superiore, anche se l’incarico promiscuo che determina il riconoscimento di tale livello viene svolto una sola volta alla settimana.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18149 del 23 ottobre 2012, con la quale èstata ribaltata la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello e che aveva considerato illegittimo il diritto all’inquadramento ad un livello superiore in considerazione del fatto che la mansione promiscua era svolta per un periodo di tempo inferiore.

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