Licenziamento per breve assenza ingiustificata èillegittimo

Il lavoratore dipendente che si allontana ingiustificatamente dal luogo di lavoro per un breve lasso di tempo non puಠessere licenziato.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Roma e disposto l’annullamento del licenziamento intimato ad un dipendente come sanzione disciplinare per essersi allontanato dal luogo di lavoro con una giustificazione infondata per quasi tre ore.

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Sanzioni fiscali si applica la meno cara anche se introdotta dopo

In caso di violazione delle norme tributarie deve essere applicata la sanzione meno cara, anche se prevista da una norma entrata in vigore successivamente all’accertamento. Inoltre, l’applicazione della sanzione meno salata puಠessere effettuata d’ufficio, senza che sia necessaria apposita richiesta.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 1656 del 24 gennaio 2013, con la quale èstato accolto il ricorso presentato da una banca condannata a pagare sanzioni piuttosto salate per non aver versato i dovuti acconti derivanti dal suo status di sostituto d’imposta.

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Farmacie di turno non possono chiudere temporaneamente

La chiusura anche solo momentanea di una farmacia di turno puಠconfigurare a carico del responsabile della farmacia stessa il reato di interruzione di un servizio pubblico contemplato dall’art. 331 del codice penale.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 46755 del 3 dicembre 2012, con la quale èstata annullata la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello che aveva assolto il titolare di una farmacia colpevole di aver chiuso temporaneamente l’esercizio apponendo un cartello in cui informava gli eventuali clienti che si trovava in pausa pranza e che avrebbe riaperto alle ore 16:00.

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Rifiuto dei lavoratori per rischio amianto

Il rifiuto dei lavoratori dipendenti a svolgere la prestazione lavorativa per la presenza di amianto all’interno dell’azienda èda considerarsi legittimo, pertanto il datore di lavoro non puಠsospendere il pagamento della retribuzione nei loro confronti.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18921 del 5 novembre 2012, con la quale èstato giudicato il caso di un gruppo di lavoratori che, dopo essersi recati presso il luogo di lavoro e aver timbrato il cartellino, avevano rifiutato di svolgere le mansioni a loro affidate in virt๠del rischio della presenza di amianto in alcune zone.

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Risarcimento per stress da eccessivo lavoro

Lo stress derivante da un eccessivo carico di lavoro puಠessere oggetto di risarcimento. A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18211 del 24 ottobre 2012.

Nel caso specifico, in particolare, la Suprema Corte ha giudicato il caso di un portiere notturno licenziato che per motivi di salute aveva chiesto all’azienda per la quale lavorava di essere spostato al turno diurno, richiesta negata in quanto l’orario di lavoro diurno era già  svolto da altri due lavoratori.

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Diritto a rendita in caso di tumore per uso lavorativo del cellulare

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 17438 del 12 ottobre 2012 ha riconosciuto ad un lavoratore affetto da un tumore causato da un eccessivo uso del cellulare il diritto alla rendita per malattia professionale prevista per l’invalidità  all’80%, confermando quindi la sentenza con la quale la Corte d’Appello aveva rigettato il ricorso proposto dall’Inail.

Nel caso in esame, in particolare, il lavoratore aveva collegato l’insorgenza del cosiddetto neurinoma del Ganglio di Gasser, un tumore che colpisce i nervi cranici, ad un uso lavorativo del cellulare e di telefoni cordless per dodici anni e per un periodo di 5-6 ore al giorno, con conseguenze piuttosto gravi nonostante le diverse terapie, anche chirurgiche, a cui si era sottoposto.

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Nessuna sanzione per aziende con crediti nei confronti della PA

La Commissione tributaria regionale di Roma in una recente sentenza ha cercato di porre in qualche modo rimedio al sempre pi๠frequente ritardo nei pagamenti dalla Pubblica Amministrazione alle imprese e ai disagi che ne derivano per queste ultime, individuando in tale ritardo una possibile giustificazione per il mancato pagamento dei tributi da parte dell’impresa creditrice.

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Videosorveglianza dei lavoratori valida in caso di espresso consenso

L’art. 4 della L. 300/70 stabilisce che gli impianti di controllo nei luoghi di lavoro possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna.

Nonostante l’esistenza di questa esplicita disposizione di legge, la Corte di Cassazione con la sentenza n. 22611 dell’11 giugno 2012 ha accolto il ricorso presentato da una datrice di lavoro che ha agito nel mancato rispetto della norma.

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Licenziamento illegittimo per comportamenti recidivi sanzionati

I comportamenti recidivi di un dipendente non possono essere tenuti in considerazione in maniera complessiva ai fini del licenziamento per giusta causa se sono stati già  oggetto di sanzioni disciplinari nei confronti del lavoratore stesso.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 1062 del 25 gennaio 2012, con la quale ha rigettato il ricorso presentato da un’azienda che aveva licenziato una dipendente a fronte delle sue ripetute assenze dal lavoro in giorni precedenti o successivi a festività  o ferie.

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Come chiudere un contenzioso fiscale pendente

Grazie al Decreto Legge numero 98 del 2011, ovverosia la manovra correttiva, i contribuenti che hanno in corso, e quindi pendenti, dei contenziosi fiscali con l’Amministrazione finanziaria dello Stato, possono chiuderli entro il prossimo mese di novembre del 2011 andando a pagare un importo agevolato.

A ricordarlo in queste ore èstata l’Agenzia delle Entrate nel precisare come la chiusura agevolata dei contenziosi sia possibile a patto che la lite col Fisco riguardi importi fino e non oltre il livello dei 20 mila euro.

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Dimissioni del lavoratore incapace illegittime

La lettera di dimissioni firmata dal lavoratore in un momento in cui questi risultava incapace di intendere e di volere èdel tutto illegittima e priva di efficacia.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 17977 del 1° settembre 2011, nella quale viene precisato che per aversi incapacità  di intendere e di volere del lavoratore non ènecessario che questi risulti privo delle facoltà  intellettive e volitive ma èsufficiente che tali facoltà  risultino diminuite in maniera tale da pregiudicare la consapevolezza dell’azione che sta per compiere.

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Obbligo controllo fattura soggetto ricevente

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 16437 del 27 luglio 2011 ha ribadito ancora una volta l’obbligo del destinatario della fattura di controllare il documento e di procedere alla sua regolarizzazione nel caso in cui il soggetto emittente abbia commesso degli errori nella sua compilazione, dando al negozio o al rapporto una qualificazione diversa da quella dovuta.

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Organizzazione aziendale non puಠessere imposta dai giudici

La Corte di Cassazione con la sentenza n.17093 dell’8 agosto 2011 ha annullato la decisione della Corte d’Appello, chiedendo ai giudici di secondo grado di esprimersi nuovamente sul caso in esame in quanto la motivazione posta a sostegno della decisione risulta superficiale e illogica.

La Corte d’Appello, in particolare, con la sentenza in esame aveva chiesto il reintegro sul posto di lavoro del lavoratore licenziato per aver fatto delle avances nei confronti di un’inquilina dello stabile in cui stava svolgendo la sua prestazione lavorativa, dopo che le accuse mosse nei confronti del lavoratore erano state ridimensionate dalla testimonianza della stessa donna.

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Licenziamento per inidoneità  fisica del lavoratore

In caso di sopravvenuta inidoneità  fisica del lavoratore allo svolgimento dell’impiego il datore di lavoro puಠprocedere al licenziamento per giustificato motivo, purchèriesca a provare l’impossibilità  di porre in essere delle azioni in grado di evitare il licenziamento stesso.

A ribadirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 16195 del 25 luglio 2011, con la quale ha sottolineato che in caso di inidoneità  fisica all’impiego trova applicazione la regola generale in forza della quale grava sul datore di lavoro l’onere di provare la sussistenza dei motivi che hanno portato al licenziamento del dipendente.

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Infortunio del lavoratore con concorso di colpa

In materia di sicurezza sul lavoro èarrivata dalla Corte di Cassazione una sentenza che ribadisce ancora una volta la non esclusione della responsabilità  del datore di lavoro in caso di infortunio del lavoratore anche se questo èstato in parte causato dalla negligenza o imperizia di quest’ultimo.

La sentenza èla n.14997 del 7 luglio 2011, con la quale la Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato da un lavoratore nei confronti della sentenza con la quale la Corte d’appello aveva respinto la richiesta di risarcimento danni avanzata nei confronti del datore di lavoro.

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