Firma busta paga non ha valore confessorio

In materia di busta paga la Corte di Cassazione ha pronunciato diverse sentenze attraverso le quali ha pi๠volte ribadito che la firma apposta dal lavoratore non ha alcuna rilevanza ai fini della veridicità  dei dati in essa contenuti, a partire dalla retribuzione e fino ad arrivare all’inquadramento del lavoratore.

La firma del lavoratore non puಠessere invocata dal datore di lavoro neanche nel caso in cui in calce al documento figuri in prossimità  della firma del ricevente la dicitura “firma per ricevuta”, in quanto secondo quanto stabilito dal Codice civile occorre sempre verificare la reale intenzione delle parti.

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Infortunio sul lavoro e imprudenza del dipendente

In caso di infortunio sul lavoro di un suo dipendente, il datore di lavoro risulta responsabile anche se l’infortunio èstato causato da una condotta imprudente di quest’ultimo, qualora tale condotta sia stata determinata o agevolata da un assetto organizzativo del lavoro non rispettoso delle norme antinfortunistiche.

A ribadire questo consolidato orientamento giurisprudenziale èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 14507 del 1° luglio 2011, con la quale èstata ribadita la responsabilità  del datore di lavoro qualora questi sia a conoscenza del fatto che l’assetto organizzativo del lavoro non èrispettoso delle norme antinfortunistiche e ignori completamente tale circostanza, non facendo nulla per modificarlo al fine di eliminare ogni possibile pericolo.

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Retroattività  parametri e studi di settore

In tema di studi di settore la Corte di Cassazione con la sentenza n. 12786 del 10 giugno ha stabilito la legittimità  dell’applicazione retroattiva degli strumenti pi๠evoluti, sottolineando come i parametri utilizzati costituiscono una procedura di accertamento unitaria e che risulta essere il frutto di continue evoluzioni volte a migliorare tali strumenti.

Ne deriva, quindi, che l’applicazione dello strumento pi๠recente garantisce maggiore affidabilità  del risultato a cui si ègiunti.

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Cassa integrazione illegittima per mancata comunicazione criteri di scelta

La Corte di Cassazione con la con sentenza n.12056 del 31 maggio 2011 ha ancora una volta ribadito l’illegittimità  della cassa integrazione qualora il datore di lavoro ometta non solo di consultare i sindacati, ma anche nel caso in cui non vengano comunicati alle organizzazioni sindacali i criteri utilizzati per individuare i lavoratori colpiti dal provvedimento.

La Suprema Corte, in particolare, nella suddetta sentenza ha sottolineato che l’articolo 1, comma 7, della L. n. 223 del 1991 prevede l’obbligo del datore di lavoro di comunicare alle organizzazioni sindacali i criteri di scelta dei lavoratori da sospendere, anche dopo l’entrata in vigore del D.P.R. n. 218 del 2000.

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Prescrizione indennità  ferie non godute

L’indennità  che viene corrisposta al lavoratore in caso di ferie o permessi non goduti ha una prescrizione decennale in quanto ha natura risarcitoria e non retributiva.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con sentenza n. 10341 dell’11 maggio 2011, con la quale ha riconosciuto natura risarcitoria all’indennità  spettate al lavoratore in caso di ferie o permessi non goduti alla luce del fatto che si tratta di un inadempimento contrattuale del datore di lavoro e che èquindi tenuto al risarcimento del danno.

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Canone di depurazione non dovuto

Con la sentenza n. 8318 del 14 aprile 2011 la Corte di Cassazione ha stabilito che il canone di depurazione non puಠessere richiesto ai cittadini dai comuni che sono sprovvisti dei relativi impianti.

Con la sentenza in esame, in particolare, la Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato da una fondazione, che chiedeva l’accertamento dell’illegittimità  della richiesta avanzata dal comune dal momento che questo era sprovvisto di un impianto di depurazione.

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Responsabilità  per bancarotta estesa dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha depositato tre diverse sentenze con le quali sono stati ulteriormente allargati i criteri utilizzati per individuare la responsabilità  in caso di reato per bancarotta.

Con la prima sentenza (sentenza n. 15065 del 13 aprile 2011), in particolare, la Suprema Corte ha esteso la responsabilità  in caso di reato per bancarotta anche ai semplici amministratori di fatto, ossia a coloro che esercitano il loro potere in maniera occulta essendosi serviti di un prestanome.

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Risarcimento insegnanti precari

Il Tribunale del Lavoro di Genova ha pronunciato una sentenza che non èpassata in osservata, non solo perchèad essere stato condannato èil Ministero dell’Istruzione ma anche perchècentinaia di insegnanti precari si stanno preparando ad agire allo stesso modo al fine di riuscire ad ottenere lo stesso risarcimento ottenuto dai loro colleghi.

Attraverso questa sentenza, in particolare, i giudici hanno condannato il Ministero dell’Istruzione ad un risarcimento danni nei confronti di 15 insegnanti precari per un ammontare pari a 30.000 euro a testa.

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Licenziamento per prevedibilità  malattia durante il periodo di ferie

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 1699 del 25 gennaio 2011 ha stabilito che il lavoratore èlibero di scegliere il luogo in cui recarsi in ferie, tuttavia ènecessario che questa scelta sia compatibile con i principi di correttezza e di buona fede stabiliti dagli articoli 1175 e 1375 del codice civile.

Con questa sentenza, in particolare, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato da un lavoratore licenziato dopo essersi recato per l’ennesima volta in Madagascar ed aver contratto di nuovo alcune malattie endemiche.

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Rimborsi tributari dopo le sentenze

Talvolta capita che il contribuente abbia la possibilità  di richiedere indietro quanto indebitamente versato al Fisco soltanto dopo essere ricorso in giudizio; ma quanto tempo occorre attendere prima che i soldi in questione affluiscano davvero nelle tasche del cittadino?

Sul tema, non nuovo ai dibattiti, èritornata la stessa Agenzia delle Entrate diffondendo la circolare n. 49/2010, con contenuto favorevole al contribuente.

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Cessione delle quote SRL

Il D.L. 112/2008 prevedeva, fra le altre cose, una norma di (presunto) carattere semplificatore.

Si stabilà¬, infatti, che per la cessione di quote in una società  a responsabilità  limitata non era pi๠necessario recarsi dal notaio, fino ad allora esclusivo incaricato per l’autenticazione delle firme di cedente e cessionario.

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Tutela contro il mobbing

mobbing

Il termine inglese “mobbing” (dal verbo “to mob”, usato dagli etologi per indicare il comportamento aggressivo di certi animali all’interno di un branco per espellerne singoli membri) èormai di uso comune in tutto il mondo.

E quando si parla di atti di mobbing, non si pensa certo alle belve della savana bensଠa quelle, spesso non meno aggressive, che sono presenti negli uffici dietro l’angolo.

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