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Risarcimento per stress da eccessivo lavoro

Lo stress derivante da un eccessivo carico di lavoro puಠessere oggetto di risarcimento. A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18211 del 24 ottobre 2012.

Nel caso specifico, in particolare, la Suprema Corte ha giudicato il caso di un portiere notturno licenziato che per motivi di salute aveva chiesto all’azienda per la quale lavorava di essere spostato al turno diurno, richiesta negata in quanto l’orario di lavoro diurno era già  svolto da altri due lavoratori.


Sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano giudicato legittimo il licenziamento ma al tempo stesso avevano condannato il datore di lavoro al pagamento di 25.000 euro nei confronti del lavoratore a titolo di risarcimento per danno biologico accertato nella misura del 15%. Contro tale decisione la società  ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che quello del portiere non puಠessere considerato un lavoro usurante in virt๠delle lunghe pause di inattività .

Queste lunghe pause di inattività , tuttavia, non sono state riscontrate dalla Corte di Cassazione. Il portiere, infatti, lavorava dalle ore 21:00 alle ore 9:00 del mattino seguente, un orario superiore quindi a quello ordinario e che avrebbe dovuto essere in parte retribuito come lavoro straordinario. Inoltre, le pause di cui parlava l’azienda secondo i giudici non potevano definirsi tali, dal momento che anche quando la mole di lavoro risultava minore per via dello scarso numero di clienti che bisognava accogliere, il portiere doveva comunque mettere a disposizione le sue energie lavorative, rimanendo vigile per accogliere eventuali nuovi clienti e continuando a sorvegliare la cassaforte.

Pertanto, tale mole di lavoro èstata riconosciuta come concausa del disturbo depressivo ansioso cronico di cui èrisultato affetto il lavoratore, considerato l’evoluzione di un disturbo derivante dall’adattamento reattivo ad una situazione occupazionale stressante.