Calcolo disoccupazione agricola

Il 30% oppure il 40% calcolato sulla retribuzione di riferimento e, in specifici casi, a fronte dell’applicazione di una detrazione pari al 9% dell’indennità  giornaliera. E’ questa la “formula” da applicare per il calcolo della disoccupazione agricola, ovverosia dell’indennità  che l’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, riconosce ai lavoratori del settore nel rispetto dei requisiti.

Innanzitutto c’èda dire che il numero massimo di giornate di disoccupazione che si possono riconoscere èpari a quelle lavorate in un anno, ovverosia 365 o 366 in caso di anno bisestile, a fronte poi della detrazione del numero di giornate di lavoro agricolo o, eventualmente non agricolo, e di tutte quelle altre giornate non indennizzabili o indennizzate a vario titolo come ad esempio la maternità , la malattia o l’infortunio.

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Calcolo disoccupazione ordinaria

Il calcolo dell’indennità  di disoccupazione ordinaria, pagata dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), èfunzione, rispettati e maturati i requisiti, del salario medio giornaliero che èstato percepito dal lavoratore; oppure, se questo valore risulta essere inferiore, da una quota pari al 30% della retribuzione convenzionale. Questo vale perಠsolo per i lavoratori del settore agricolo.

A precisarlo, attraverso il proprio sito Internet, èproprio l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale nel sottolineare inoltre come l’indennità  di disoccupazione ordinaria venga corrisposta per un numero di giorni coincidente con quelli effettivi di lavoro nell’anno di riferimento. Per maturare i requisiti per il percepimento dell’indennità  ordinaria di disoccupazione occorre, tra l’altro, che dalla data in cui ècessato il rapporto di lavoro il lavoratore, nei due anni precedenti, abbia maturato almeno 52 settimane di contribuzione.

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Lavoro e formazione continua

Il lavoro in Italia scarseggia, specie quando si parla dei giovani. Attualmente, infatti, l’Italia presenta un tasso di disoccupazione complessivo inferiore alla media europea, ma la disoccupazione giovanile ètale che circa un giovane su tre èa spasso.

Servono quindi nel nostro Paese non solo politiche per il lavoro, ma anche per la formazione al fine di fare in modo che i giovani possono avere quelle qualifiche e quella specializzazione tale da intercettare la domanda di lavoro da parte delle imprese.

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Contributi affitto per l’occupazione giovanile

Per i giovani lasciare la casa dei genitori èsempre pi๠difficile a causa spesso dell’elevato costo degli affitti, specie nelle grandi città . Questo frena la mobilità  sociale, ma anche l’occupazione con la conseguenza di un tasso di disoccupazione giovanile che nel nostro Paese èaltissimo. Anche per rispondere a questa emergenza, nella Regione Toscana èin rampa di lancio un pacchetto di misure per il sostegno all’affitto, a favore dei giovani, grazie ad una dotazione finanziaria pari a ben 45 milioni di euro.

Trattasi, in particolare, di fondi stanziati ed assegnabili a valere sul triennio dal 2011 al 2013, a fronte della prima tranche di questi fondi, pari a 15 milioni di euro, che potrà  essere distribuita in tempi relativamente brevi visto che il primo Bando in merito sarà  aperto nel prossimo mese di novembre del 2011.

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Come richiedere l’assegno integrativo di mobilità 

A partire dall’1 ottobre scorso in Italia molte prestazioni pensionistiche ed assistenziali si richiedono solo ed esclusivamente online, ovverosia presentando la domanda attraverso i canali Web, direttamente in proprio, oppure indirettamente avvalendosi di un operatore Inps, oppure del supporto di un Patronato.

Tra queste richieste da presentare solo online rientra anche la domanda per ottenere l’assegno integrativo di mobilità  che, quindi, dall’1 ottobre scorso, dopo la scadenza del necessario periodo transitorio, non potrà  pi๠essere richiesto presentando domanda su carta presso gli uffici dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps).

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Permessi ex festività 

Le disposizioni contrattuali vigenti prevedono per i lavoratori un numero annuo di permessi giornalieri retribuiti che corrispondono a giorni non pi๠considerati festività .

Nell’arco di ogni anno i giorni di permesso ex festività  sono cinque: il 19 marzo (San Giuseppe), il 13 maggio (Ascensione), il 3 giugno (Corpus Domini), il 29 giugno (Santi Pietro e Paolo) e il 4 novembre (Unità  Nazionale).

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Licenziamento per negligenza e scarso rendimento

Il datore di lavoro èlegittimato a licenziare un proprio dipendente per scarso rendimento qualora sulla base della valutazione complessiva dell’attività  lavorativa svolta dal lavoratore venga provata una violazione della diligente collaborazione dovuta dal dipendente, cosଠcome pure èlegittimo il licenziamento per scarso rendimento nel caso in cui il lavoratore manifesti un atteggiamento negligente protratto nel tempo e non modificato a seguito dei richiami dei suoi superiori.

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Indennità  di malattia del dirigente aziendale

In caso di malattia dei dirigenti di azienda si applica la stessa norma prevista per i lavoratori dipendenti, ossia l’articolo 2110 del codice civile, che prevede in caso di malattia il diritto alla retribuzione o a un’indennità  nella misura e per il periodo di tempo stabilito dalle leggi speciali, dagli usi o secondo equità .

Lo stesso articolo, inoltre, prevede che l’imprenditore, una volta decorso il periodo durante il quale il lavoratore malato ha diritto alla conservazione del posto di lavoro, puಠrecedere dal contratto.

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Licenziamento per falsa condotta violenta del datore di lavoro

La Corte di Cassazione ha stabilito che èlegittimo il licenziamento di un lavoratore che accusa il datore di lavoro di condotta violenta denunciata come infortunio sul lavoro.

Il riferimento èla sentenza n. 24138 del 29 novembre 2010, con la quale èstata giudicata la vicenda che vede come protagonista una lavoratrice che, dopo essere stata pi๠volte invitata dal suo datore di lavoro a ritornare alla sua postazione, da cui si era allontanata senza autorizzazione, èstata ulteriormente invitata a ritornare al suo posto con una presa per il braccio da parte del datore di lavoro.

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Novità  Collegato lavoro

E’ in vigore da poche ore la la legge 183, meglio conosciuta come Collegato lavoro, approvata il 4 novembre e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 262 del 9 novembre.

Le novità  introdotte da questa nuova legge in materia di lavoro sono diverse e interessano pi๠categorie di lavoratori, a partire dall’abbassamento dell’età  per poter sottoscrivere un contratto di apprendistato, che passa a 15 anni dai 16 precedentemente richiesti, pur sussistendo l’obbligo di istruzione.

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Ritardare la previdenza integrativa puಠcostare caro

Per molti riuscire ad ottenere una pensione pari all’80% dello stipendio èun sogno che non diventerà  mai realtà . Per questo motivo sono tantissime le persone che hanno scelto di mettere a punto un piano integrativo per integrare l’assegno mensile della pensione.

A spaventare non èsolo l’entità  dell’assegno ma anche il rischio sempre pi๠elevato di dover affrontare intervalli piuttosto lunghi senza ottenere alcun tipo di versamento.

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Licenziamento durante il periodo di prova

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 23224 del 17 novembre 2010 ha chiarito alcuni dubbi interpretativi in merito al licenziamento durante il periodo di prova.

La fattispecie èdisciplinata dall’art. 2096 del codice civile, il quale al 3° comma stabilisce che “durante il periodo di prova ciascuna delle parti puಠrecedere dal contratto, senza l’obbligo di preavviso o d’indennità . Se perಠla prova èstabilita per un tempo minimo necessario, la facoltà  di recesso non puಠesercitarsi prima della scadenza del termine“.

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Maternità  e scadenza del contratto di lavoro

La circolare ministeriale del 1 dicembre 2004 riconosce il diritto alla maternità  anticipata o obbligatoria anche in caso di scadenza del contratto di lavoro, mentre la sentenza della Corte Costituzionale n. 405/2001 lo riconosce anche in caso di licenziamento per giusta causa, dovuto ad una colpa grave della lavoratrice.

La disciplina, tuttavia, varia seconda del periodo di tempo che intercorre tra la scadenza del contratto e la presunta data del parto.

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Requisiti cure termali a carico dell’Inps

In presenza di determinati requisiti assicurativi, sanitari e contributivi, il lavoratore puಠottenere la concessione da parte dell’Inps di uno o pi๠cicli di cure termali che hanno lo scopo di ritardare, prevenire o rimuovere una forma di invalidità .

Le cure termali, in particolare, spettano ai lavoratori sia autonomi che dipendenti che versano il contributo IVS, ai lavoratori dipendenti che non hanno esercitato l’opzione relativa bonus per posticipare il pensionamento, purchè non siano titolari di pensione di anzianità  o di un trattamento pensionistico anticipato e non abbiano compiuto l’età  pensionabile, ai dipendenti Inps e ai lavoratori parasubordinati che presentano i requisito con i soli contributi relativi alla gestione separata.

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