Mercato della pasta: le esportazioni

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L’industria pastaria costituisce uno dei settori di punta del settore agroalimentare italiano.

Nei lunghi mesi di crisi, gli analisti hanno studiato l’andamento dei mercati e dei consumi in quest’ambito vitale della nostra economia, individuando tendenze piuttosto distinte fra le esportazioni e le cessioni all’interno dei nostri confini.

Appare dunque opportuno suddividere anche la nostra analisi in due capitoli distinti.

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Disoccupazione destinata ad aumentare

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Esiste una sfasatura temporale fra l’abbattersi di una crisi economica e lo sviluppo dei suoi effetti negativi sull’occupazione.

Infatti, occorre sempre un certo periodo di tempo prima che un’azienda prima in buona salute vada in una situazione di crisi cosଠprofonda da dover tagliare posti di lavoro o, addirittura, a chiudere i battenti. Per i motivi inversi, passa del tempo prima che l’arrivo della ripresa porti ad un aumento dell’occupazione.

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Aiuti dal Comune per le piccole imprese

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Anche se comincia ad intravedersi la luce in fondo al tunnel della crisi dei consumi, i piccoli negozi cittadini continuano a dibattersi nell’affanno.

I dati dell’Istat, infatti, hanno già  iniziato a segnalare qualche inversione di tendenza nel mondo della grande distribuzione, ma per i piccoli esercenti il discorso èben diverso.

D’altro canto, già  da molti anni per loro i problemi erano notevoli già  da ben prima dell’abbattersi della crisi globale, proprio a causa della concorrenza di supermercati, centri commerciali e hard discount.

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Draghi fa le sue previsioni sul sistema Italia

Mario Draghi

Il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, èrecentemente intervenuto a tutto campo su come il nostro Paese sia stato colto e abbia reagito alla crisi globale, ponendo anche alcune previsioni sui prossimi anni. Il suo intervento, oltre che da economista, èapparso agli ascoltatori anche come ricco di proposte politiche, avendo detto la sua su diverse questioni all’ordine del giorno dei partiti e del Governo.

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Il comparto dello zucchero cerca la riscossa

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Fino a pochi anni fa, in Italia esistevano diciannove stabilimenti industriali per la produzione dello zucchero. Una drastica ristrutturazione del settore, decisa a Bruxelles, ha perಠportato alla repentina chiusura di ben quindici di essi e alla perdita di migliaia di posti di lavoro.

Oggi, infatti, restano in piedi solo lo stabilimento della Eridania-Sedam a San Quirico (PR), i due di proprietà  della Co.pro.b. Italia a Minerbio (BO) e Pontelongo (PD) e, infine, lo Zuccherificio del Molise a Termoli (CB).

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Giallo sul calo delle entrate fiscali

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Che nei primi mesi del 2009 le entrate fiscali siano state in discesa rispetto al periodo omologo dell’anno scorso, e che analogamente le proiezioni sull’intero 2009 conducano a risultati inferiori in confronto al 2008 èun fatto. Ed èun fatto che non sorprende e non allarma, considerato che la crisi era ed èin pieno svolgimento.
Tuttavia, èsull’entità  di questa caduta che oggi come oggi èmolto difficile trarre delle considerazioni certe.

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Consumatori sempre pi๠prudenti e smaliziati

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L’istituto di statistiche economiche Mc Kinsey ha diffuso nei giorni scorsi un’ampia e complessa disamina dei comportamenti dei consumatori dei maggiori Paesi europei, Italia inclusa, nella prima metà  del 2009, e dunque nella fase pi๠acuta della crisi del potere d’acquisto.

Senza scendere nel dettaglio della ricerca, molto ampia ed elaborata, èsufficiente sottolineare i risultati messi in luce dai ricercatori, e cioèl’uniforme tendenza dei cittadini europei a razionalizzare sempre pi๠i consumi.

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Le società  in crisi puntano sul concordato preventivo

impresa in crisi

Il concordato preventivo èla procedura concorsuale attivata dall’imprenditore in crisi che, chiedendo al tribunale che i creditori gli lascino un po’ di respiro evitando ogni forma di azione esecutiva, s’impegna a portare a termine un progetto di risanamento che gli consenta di rimettere l’azienda in carreggiata e ripagare, almeno in parte, tutti i debiti; fermo restando, naturalmente, che se le cose andranno male il fallimento sarà  pur sempre avviabile in un secondo momento.

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Viaggi e lavatrici in testa ai sogni per la ripresa

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Oltre alla fotografia dei consumi degli italiani nel recente passato, oggetto dell’ultima indagine dell’Istat, i produttori dei beni e dei servizi di consumo hanno grande bisogno di informazioni su quali saranno le tendenze di spesa delle nostre famiglie quando finalmente la ruota della nostra economia riprenderà  a girare.

Ci ha pensato la società  Nielsen, che ha interrogato un vasto campione di cittadini per sapere a quali sacrifici hanno dovuto andare incontro nei lunghi mesi di cinghia ristretta e dunque quali saranno le prime spese che si permetteranno non appena sarà  finalmente possibile.

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Promozioni e discount dominano la spesa degli italiani

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L’Istat, in collaborazione con altre istituzioni, ha diffuso i dati sui consumi delle famiglie italiane nei primi sei mesi del 2009, in coincidenza cioècon la fase pi๠acuta della grande crisi.

E i risultati, in verità , non appaiono poi cosଠdisastrosi come sarebbe stato facile immaginare. Infatti, si registra una spesa complessiva pari a 29,9 miliardi di euro, ossia quasi il 2% in pi๠rispetto al primo semestre del 2008.

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Sconti pesanti contro la crisi dei consumi

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Ormai sempre pi๠imprese, anche di grande fama, scelgono la strada di apportare pesanti tagli ai prezzi dei propri listini, magari per brevi periodi promozionali la cui durata èperಠcontinuamente prorogata.

La soluzione pi๠semplice per venire incontro alle difficoltà  dei consumatori èquella di dare una netta sforbiciata ai prezzi di vendita; ma c’ anche chi sceglie soluzioni pi๠complesse che comunque portano, di fatto, allo stesso risultato, come ricorrere a formule del genere “tre per due”, oppure dare in omaggio accessori gratuiti a chi effettua acquisti di un certo peso, o ancora regalare buoni sconto a chi semplicemente richiede un preventivo.

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DPEF nel segno della continuità 

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In questo periodo, per obbligo di legge, il Governo deve presentare il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, nel quale sono esposte le previsioni e gli obiettivi di politica economica dello Stato per i prossimi anni.

Tuttavia, come ha rilevato il ministro delle Finanze Giulio Tremonti, quest’anno probabilmente non ve n’era un autentico bisogno.

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Il made in Italy tiene duro sui mercati internazionali

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I tempi sono duri per tutti, ma la riduzione degli ordinativi di prodotti italiani da parte di importatori stranieri non èsuperiore a quella degli altri Paesi nostri diretti concorrenti; anzi, in alcuni settori ce la siamo cavata meno peggio di tanti altri.

Lo rivela un’indagine diffusa nei giorni scorsi dall’associazione delle Camere di commercio italiane all’estero, con la collaborazione di Unioncamere.

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Regione Toscana ricapitalizza le industrie in crisi

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Anche in Toscana parecchie fabbriche hanno iniziato a versare in uno stato di profonda difficoltà . In effetti, già  da tempo nella Regione centro-italiana il peso del settore manifatturiero si stava ridimensionando (dal 29,5% del PIL del 2000 all’attuale 23,8%), ma la crisi economica ha assestato un’ulteriore mazzata di cui non si avvertiva il bisogno.

I dati statistici forniti recentemente dai sindacati sono da brividi: 1.263 imprese per cui èstato dichiarato pubblicamente lo stato di crisi, con 132.000 lavoratori circa che rischiano di finire sulla strada.

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Crisi ai saloni auto

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La crisi globale non ha risparmiato nemmeno i saloni dell’automobile, fra gli appuntamenti tradizionalmente pi๠interessanti per il mondo dell’industria.

Da un capo all’altro del pianeta si registrano notizie drammatiche, persino pi๠pesanti rispetto alla già  difficile situazione in cui versa mediamente il mercato dell’automobile.

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