Ripresa della pubblicità , ancora in attesa

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Il 2009 èstato un anno nero per gli investimenti pubblicitari all’interno dei diversi mass-media. Nulla di sorprendente, in realtà , se si parte dal presupposto che la crisi ha investito un po’ tutti i comparti dei consumi e dunque, di riflesso, anche il mondo dell’advertisement che sulle fortune dei consumi fa necessariamente leva.

Le stime pi๠recenti parlano, per i dodici mesi ormai in conclusione, di una riduzione complessiva degli investimenti pubblicitari del 12,5%: una cifra altissima, che ha messo ancor pi๠in crisi quei media che di pubblicità  sopravvivono, come i quotidiani e le riviste.

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Il rating delle PMI cala continuamente

soldi

Gli accordi internazionali noti come “Basilea 2” hanno cambiato profondamente i rapporti fra banche e aziende. Per evitare che gli istituti di credito possano vedere a rischio la propria solidità  finanziaria e patrimoniale, essi sono tenuti, fra le altre cose, ad attribuire un giudizio sulla solvibilità  attribuibile a ciascun soggetto che richiede un prestito.

Questa valutazione, definita comunemente “rating”, incide sulle disponibilità  liquide che la banca deve detenere senza investirle: senza scendere nei dettagli (esistono formule matematiche piuttosto complesse), èsufficiente dire che quanto pi๠una banca finanzia imprese con scarso rating, tanto pi๠èobbligata ad immobilizzare risorse (con tutti i relativi oneri) per non compromettere la propria stabilità  finanziaria.

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Per le aziende tagli netti alle consulenze

Nelle imprese, soprattutto quelle di medie e grandi dimensioni, una voce significativa dei costi sostenuti ogni anno ècostituita dagli onorari riconosciuti ai consulenti: legali, fiscali, aziendali ecc.
Che si tratti di singoli professionisti oppure di società  (magari operanti a livello internazionale) non vi ègrande differenza, perchè si parla comunque di spese piuttosto salate.

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Austerity nei consumi

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Il prolungarsi della crisi erode lentamente il potere d’acquisto degli italiani. Molti analisti ritengono che gli influssi sulle abitudini di spesa, improntate ormai per tutti al risparmio, al confronto fra i prezzi, alla sobrietà , sono probabilmente destinati a radicarsi e a permanere nell’animo dei consumatori per gli anni a venire anche oltre le difficoltà  congiunturali.

In attesa, comunque, che trascorra il tempo per poter disporre di dati riferiti ad un periodo pi๠ampio, il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato un’interessante disamina sugli effetti che nel frattempo un anno e pi๠di crisi ha apportato alle nostre abitudini di spesa, prendendo in considerazioni diversi settori.

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Crisi del settore cucine

cucina

Il settore delle cucine sta affrontando una durissima crisi congiunturale. Se i momenti pi๠duri si sono vissuti la scorsa primavera e adesso qualche indicatore comincia timidamente a migliorare (o, pi๠correttamente, a non peggiorare ulteriormente), la convinzione diffusa fra gli operatori èche anche il 2010 sarà  un’annata sostanzialmente all’insegna delle difficoltà  e dell’instabilità .

In realtà , il settore èsempre stato molto fiorente, e dunque le nostre aziende hanno accumulato le risorse per stringere i denti in attesa di una ripresa dei consumi, ma se le prospettive rimangono a lungo quelle di oggi, la situazione potrebbe rendersi davvero critica.

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I negozi chiudono uno dopo l’altro

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La principale associazione imprenditoriale di riferimento per la categoria dei piccoli esercenti, Confcommercio, ha appena diffuso i dati ricavati da uno studio sull’andamento della crisi dei consumi in Italia nell’anno in corso.

I risultati sono davvero negativi. Si ècalcolato che da qui fino alla fine dell’anno il saldo fra chiusure e apertura di negozi al dettaglio sarà  negativo per circa diciannovemila unità , con la conseguente perdita di oltre centotrentamila posti di lavoro.

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Crisi degli utili per la grande distribuzione

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Il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato i risultati di uno studio comparato condotto analizzando i bilanci depositati delle venticinque principali catene di distribuzione commerciale al dettaglio operanti nel nostro Paese.

L’analisi èstata condotta confrontando i dati riferiti al 2008 con quelli inerenti l’anno precedente.

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Salone della moto 2009 a Milano

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Ha aperto i battenti martedଠ10 e li chiuderà  domenica 15 il salone della moto di Milano, giunto ormai alla sessantasettesima edizione.

La manifestazione fieristica, denominata anche con la sigla Eicma, capita stavolta in un anno molto particolare, con i principali eventi concorrenti in Europa posti fuori gara: la biennale di Colonia cadrà  nel 2010, la fiera di Parigi èstata annullata per profonde difficoltà  organizzative.

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Saldo attivo delle imprese italiane

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A dispetto della crisi, le aziende italiane aumentano di numero. Secondo i dati esposti da Unioncamere e riferite al terzo trimestre del 2009, nei mesi di luglio, agosto e settembre si sono iscritte al Registro delle Imprese 79.488 nuove ditte, contro 61.314 che hanno chiuso i battenti nello stesso periodo. Il saldo, largamente attivo, èpari a 18.174 unità .

Il numero totale delle imprese attive sale cosଠa 6.095.097 (una su ogni 9,5 abitanti), confermando l’italica tendenza a diffondere le piccole e piccolissime aziende prevalentemente a carattere individuale e familiare.

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L’industria del vetro èin affanno

industria del vetro

In questi giorni si sta tenendo alla fiera di Milano la sedicesima edizione di “Vitrium”, forse la pi๠grande esposizione fieristica internazionale dei settori della fabbricazione, della lavorazione e del commercio del vetro.

Raramente, nelle precedenti edizioni, si èrespirata un’atmosfera tanto pesante: il settore, non lo nega nessuno, soffre oggi profonde difficoltà .

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Servizio civile da riformare

Il servizio civile, istituito nel 2001, sta affrontando una crisi profonda che anno dopo anno lo sta minando sempre pià¹.

Due sono le cause delle sue difficoltà : la riduzione progressiva e inesorabile dei fondi che Stato e Regioni destinano annualmente per finanziarlo e il minore appeal che esso riesce ad esercitare sui giovani, a causa della scarsa funzionalità  che consente di rivestire per la successiva ricerca del posto di lavoro.

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Case in legno, un segmento a gonfie vele

casa di legno

L’edilizia in legno èun segmento del settore delle costruzioni molto recente nel nostro Paese. O meglio, pi๠correttamente andrebbe rilevato che si tratta di una tipologia di costruzioni antichissima ma che nel Ventesimo secolo era andata di fatto scomparendo, seppellita dall’avanzata inarrestabile del cemento armato.

Nel nostro Paese resistevano pochissime aziende specializzate, che operavano per di pi๠a favore di committenti stranieri (Svizzera, Austria, Germania); per motivi di retaggio tradizionale e vicinanza geografica, queste aziende trovavano quasi tutte localizzazione nella fascia alpina, con particolare prevalenza nella Valle d’Aosta, in Brianza, nell’Alto Adige e nel Friuli.

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Distretti industriali in ripresa

distretti industriali

La rete dei distretti industriali, diffusi praticamente in ogni angolo d’Italia, èforse il fiore all’occhiello del nostro sistema organizzativo aziendale.

Distretti ne esistono in molte parti del mondo, ma raramente si ha un radicamento nella realtà  locale e una capacità  competitiva cosଠforte come ciಠche possiamo riscontrare nel nostro Paese.

Non desta dunque particolari sorprese il fatto che la crisi abbia inciso anche sulle vendite dei distretti ma meno che altrove, e che proprio in queste realtà  produttive si stiano in queste settimane verificando, finalmente, i primi dati positivi.

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Crisi nel settore fieristico

fiera

Negli ultimi tempi, le società  di gestione degli eventi fieristici hanno assistito ad una lenta ma progressiva contrazione degli espositori (fra il cinque e l’otto percento nell’ultimo anno), con maggiori difficoltà  per le fiere locali rispetto a quelle nazionali, e per quelle meridionali rispetto a quelle centrosettentrionali.

E tuttavia, altri fenomeni sembrano indicare una direzione opposta per la crisi, come potrebbe dimostrare la soppressione (almeno per quest’anno) della fiera internazionale del marmo a Carrara.

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Mercato della pasta: le cessioni interne

mercato della pasta

La compravendita di prodotti pastari all’interno dei nostri confini nazionali non appare compromessa dalla crisi globale, al contrario di quanto avviene per le esportazioni. Sostanzialmente, infatti, le vendite hanno tenuto, senza grandi scossoni da un anno all’altro.

In generale, comunque, possiamo notare una crescita delle cessioni dei prodotti pi๠tradizionali a discapito delle specialità  pi๠innovative, le quali, essendo mediamente pi๠costose, hanno perso appeal.

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