Come mettersi in proprio in periodi di crisi economica

Come mettersi in proprio in periodi di crisi economica

Mettersi a lavorare in proprio, ovverosia avviare una propria attività  imprenditoriale, in periodi di forte crisi economica e finanziaria, quale quello che l’Europa tutta, con una disoccupazione ormai arrivata all’11,3% (il valore pi๠alto mai registrato sin dall’introduzione della moneta unica) ed una disoccupazione giovanile ormai prossima al 23%, non sarebbe poi cosଠbizzarro o inusuale come in realtà  potrebbe sembrare.

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Quanto costano i lavoratori italiani

Quanto costano i lavoratori italiani

Vorremmo oggi confermare, da questo blog e con questo articolo in particolare, l’impressione, sicuramente condivisa da moltissimi datori di lavoro, cosଠcome da moltissimi cittadini italiani, che il problema del lavoro, lungi dal poter venir individuato, come il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero e i leader delle principali confederazioni sindacali italiane Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, nell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, sia in realtà  quello dell’enorme e sproporzionato costo del lavoro che, purtroppo, graverebbe in maniera quanto mai incisiva su qualsiasi attività  imprenditoriale ed industriale italiana.

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Tutte le tasse sulla casa del 2012

Tutte le tasse sulla casa del 2012

Di questi tempi, purtroppo, sembrerebbe che il mero possesso di un’abitazione non sia una di quelle azioni che potremmo definire convenienti. Sebbene, infatti, il costo dei mutui si sia leggermente abbassato, grazie alla recente iniezione di liquidità  decisa dalla Banca Centrale Europea, le numerose tasse che, nel 2012, ci ritroveremo a pagare in quanti proprietari di un qualsiasi immobile residenziale, potrebbero vanificare ogni velleità  di risparmio.

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Palermo vive fase acuta di recessione

La situazione socio economica occupazionale della città  di Palermo, se già  poteva essere considerata critica alla vigilia della recessione, oggi non puಠche destare ancora maggior preoccupazione.

Gli assetti occupazionali, per esempio, complice anche un deciso aumento del sommerso (19% nel 2006 – 22,3% nel 2010), sono connotati da forte precarietà  e da situazioni particolarmente sfavorevoli, specialmente in quei settori che, da sempre, sono considerati a rischio e nel Mezzogiorno e in tutta Italia, ovverosia quello giovanile e femminile.

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Chiusura per fallimento in aumento

Nell’ultimo trimestre dell’anno continua l’escalation dei fallimenti delle aziende, dichiara cosଠl’Osservatorio Crisi d’Impresa del Cerved, che ha constatato che sono state aperte 2000 procedure fallimentari con un incremento del 18% in pi๠rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Questi fallimenti riguardano soprattutto le imprese che operano nel settore industriale, infatti l’incidenza di questi rispetto alle aziende del settore ha raggiunto quota 31,7%.

Il nord Italia risulta essere quello pi๠colpito, ma negli ultimi mesi si èverificata un’inversione di tendenza che vede incrementare i fallimenti anche per quanto riguarda le imprese site nel Mezzogiorno.

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Crisi dei consumi Natale 2010

Secondo un sondaggio della Confesercenti, questo sarà  un Natale all’insegna della sobrietà , poichè le famiglie italiane risentono della crisi e hanno molta incertezza del futuro.
La speranza perಠregna sovrana, tanto che gli italiani intervistati, anche se hanno paura di perdere il posto di lavoro, credono che la situazione dovrà  migliorare nei prossimi mesi.

I regali, quest’anno, saranno rivolti soprattutto ai parenti stretti, coniugi e figli, ed in media si faranno sei regali a testa, uno in meno rispetto allo scorso anno. I regali utili saranno quelli pi๠gettonati anche se in testa alle preferenze ci sono capi d’abbigliamento, cibo, vino e libri.

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-30 milioni di posti di lavoro per la crisi

Proprio nel giorno in cui si decide se affidare a Barack Obama il controllo degli Stati Uniti per i prossimi 2 anni, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, davanti al Forum internazionale dello sviluppo che si e’ aperto ad Agadir, in Marocco ha affermato che negli anni della grande crisi globale che ha costretto le banche centrali a ridurre in maniera drastica i tassi di interesse nel mondo si sono persi ben 30 milioni di posti di lavoro.

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Crisi profonda per il tessile di Treviso

I distretti produttivi, orgoglio della produzione manifatturiera italiana e che tanto lustro hanno regalato al made in Italy negli anni del boom economico, vivono oggi momenti molto pesanti.

L’avvento della persistente crisi globale, infatti, ha accentuato le difficoltà  che già  si erano andate manifestando fin dagli anni Novanta, e derivanti principalmente dalla concorrenza della Cina e delle altre tigri asiatiche, con i loro modesti costi del lavoro e la loro sistematica copiatura di tutti i nostri prodotti.

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Prato la pi๠colpita dalla crisi

Andando a fondo nei dati diffusi dal Dipartimento delle Finanze tratti dall’elaborazione degli studi di settore del 2009 (riferiti al periodo d’imposta 2008), si possono verificare gli effetti dei primi venti della crisi globale sul nostro Paese.
Analizzando le dinamiche dei territori, scopriamo che sono il Centro e il Nord-Est ad aver sofferto di pià¹, mentre il Nord-Ovest e il Mezzogiorno sono rimasti nel complesso quasi immuni (sebbene nel 2009 le cose siano poi andate presumibilmente in modo diverso e pi๠drammatico per tutti).

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Industria manifatturiera, fatturato crollato del 20%

Nel corso del 2009, il fatturato delle imprese italiane operanti nel settore manifatturiero èsceso mediamente del 20%. Il dato, a dir poco preoccupante, èstato diffuso dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA), che lo ha ricavato dagli studi di settore.

La CNA, infatti, insieme ad altre associazioni èstata chiamata a partecipare alla realizzazione dei nuovi studi di settore (di cui si attende ancora la pubblicazione definitiva).

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Pagamento fatture in ritardo

Fra i Paesi europei, l’Italia si èsempre classificata agli ultimi posti nella specialissima graduatoria dei tempi di pagamento medio da parte delle proprie aziende.

La crisi in atto ha peggiorato ulteriormente la nostra situazione, ma la vera notizia èche i peggioramenti ci sono stati ovunque e a tassi molto pi๠rilevanti rispetto ai nostri. Le imprese spagnole e portoghesi, ad esempio, un tempo ben pi๠virtuose, in pochi mesi hanno iniziato a presentare tempi di pagamento molto pi๠lunghi rispetto a prima.

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Professionisti in crisi di liquidità 

Un tempo, gli esercenti le professioni intellettuali erano numericamente pochi e visti dalla popolazione come titolari di numerosi privilegi da invidiare.

Nel 2010, le cose non stanno pi๠cosà¬, se mai lo sono state. La crisi ha colpito duro, infatti, anche la gran parte dei professionisti italiani, che tanto pochi non sono pià¹.

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Fallimenti in continua ascesa

La crisi globale, com’era facilmente immaginabile, non ha “steso” le imprese italiane da un giorno all’altro bensଠle ha lungamente logorate, a fronte di una progressiva riduzione delle vendite e di un’accresciuta difficoltà  nell’accesso alle risorse finanziarie.

Cosà¬, mentre qua e là  si avvertono distintamente i segni di ripresa, l’onda lunga della crisi sta tuttora producendo i suoi effetti catastrofici sulle aziende pi๠colpite.

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