
1,5 milioni di euro alle aziende danneggiate dal sisma

Tra queste figura senza dubbio il cosiddetto marketing tribale, una strategia di marketing definita mediterranea proprio perchè si contrappone a quella di stampo nordamericano che negli ultimi tempi sta subendo una forte crisi, probabilmente a causa di principi di base di vecchio stampo non pi๠compatibili con la società postmoderna.
In Italia, infatti, le aziende sono gravate da un peso fiscale pari al 68,6%, contro una media europea del 44,2% e una media mondiale del 47,8%. Una situazione che relega l’Italia in uno dei posti pi๠bassi della classifica, il 167° sui 183 totali. Se si considera solo il Vecchio Continente èvidente che l’Italia occupa la posizione peggiore, seguita dalla Francia con un carico fiscale del 65,8%.
Dagli Stati Uniti arriva un rimedio sorprendente: prendere in affitto un amico. Il sito pi๠popolare, www.rentafriend.com, arriva oggi a contare oltre 218.000 iscritti; ma non esiste alcun mercimonio di natura sessuale: le regole del sito lo vietano tassativamente.
Gli analisti hanno controllato quanto dovrebbe spendere un’impresa per garantire ai propri manager mandati in trasferta un uguale tenore di vita: èstata quindi considerata una serie di parametri tipici, dagli alimentari agli affitti.
Al contrario, altrove i trasporti via fiume non solo sono una realtà funzionante da secoli ma addirittura affrontano l’inizio del nuovo millennio con rinnovata fortuna.
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, infatti, ha dato una definizione oggi riconosciuta universalmente di paradiso fiscale: uno Stato o un territorio autonomo dove l’imposizione tributaria ènulla o molto modesta, in cui non occorre svolgere un’effettiva attività economica per le imprese che vi si stabiliscono e che si oppongono a reciproci scambi di cooperazione fiscale con le autorità di altre nazioni.
In verità , le preoccupazioni sono al momento modeste. Come affermano i cugini di Borsa Forex che stanno osservando il piano di salvataggio della Grecia, il peso dell’economia greca, in termini di PIL, èpiuttosto ridotto rispetto al totale europeo (2,6% considerando solo l’Eurozona), e la bufera che ha investito Atene non rischia nemmeno di compromettere la stabilità della moneta unica.