In Italia, infatti, le aziende sono gravate da un peso fiscale pari al 68,6%, contro una media europea del 44,2% e una media mondiale del 47,8%. Una situazione che relega l’Italia in uno dei posti pi๠bassi della classifica, il 167° sui 183 totali. Se si considera solo il Vecchio Continente èvidente che l’Italia occupa la posizione peggiore, seguita dalla Francia con un carico fiscale del 65,8%.
Decisamente pi๠leggero, invece, il peso fiscale di Spagna e Germania, rispettivamente del 56,5% e 48,2%, anche se dal punto di vista fiscale il primato europeo spetta al Lussemburgo che vanta a carico delle sue imprese un peso fiscale pari solo al 21,1%.
Esaminando con maggiore attenzione la situazione italiana emerge che a pesare di pi๠sono i tributi legati al lavoro, che da soli coprono ben il 43,1% dell’intero carico. A questi, inoltre, bisogna aggiungere gli ostacoli legati alla burocrazia: in Italia, infatti, un’azienda spende in media circa 285 ore l’anno per adempiere ai propri obblighi fiscali, superando di 60 ore la media europea.
I risultati della ricerca sono stati commentati da Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, secondo cui con un simile carico fiscale e con una burocrazia del genere essere imprenditori in Italia significa compiere un’impresa eroica.