Omessa valutazione stress da lavori ripetitivi

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 11062 dell’8 marzo 2013 ha giudicato il caso di un lavoratore addetto a lavori di pulizia che, mentre stava salendo le scale, ècaduto riportando lesioni guaribili in un tempo maggiore di quaranta giorni.

In tal caso, in particolare, il datore di lavoro èstato giudicato colpevole non solo di non aver previsto il rischio di possibili cadute dall’alto e quello di posture incongrue ma anche di aver omesso di valutare i rischi derivanti dallo stress da lavoro ripetitivo.

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Limiti al sequestro dei beni aziendali per evasione fiscale

In caso di indagine per evasione fiscale a carico di un’azienda il pubblico ministero puಠchiedere il sequestro preventivo dei beni aziendali strettamente connessi al reato, sottraendoli cosଠalla disponibilità  dell’indagato. Tuttavia, trattandosi di una misura piuttosto invasiva, èsottoposta ad alcuni limiti.

In base a quanto stabilito dall’art. 321 del codice penale, infatti, il pubblico ministero puಠinoltrare al giudice per le indagini preliminari apposita richiesta, che potrà  essere da questi accettata, con conseguente disposizione del sequestro preventivo a mezzo di a mezzo di decreto motivato, solo nel caso in cui sussista un concreto pericolo di reiterazione del reato o di commissione di nuovi reati se il bene rimanesse nella disponibilità  dell’indagato oppure nel caso in cui il bene stesso sia dotato di pericolosità  intrinseca.

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Indennità  avviamento commerciale e prova del contatto con il pubblico

In caso di scioglimento del contratto di locazione commerciale per volontà  del locatore, il conduttore ha diritto all’indennità  per la perdita dell’avviamento commerciale, pari a 18 mensilità , oppure a 21 mensilità  in caso di attività  alberghiera.

Tale indennità  èdovuta solo nel caso in cui nel locale oggetto del contratto di locazione commerciale viene svolta un’attività  che comporta un contatto diretto con il pubblico.

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Licenziamento legittimo se si rivela che la società  sta per chiudere

Tra le ipotesi di licenziamento legittimo c’èanche quella che si configura nel caso in cui il dipendente diffonda notizie interne all’azienda che devono intendersi come riservate, come ad esempio la chiusura a breve della società , soprattutto se la notizia arriva alle orecchie dei clienti.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 4859 del 27 febbraio 2013, secondo cui una simile condotta va a compromettere irrimediabilmente il rapporto di fiducia che deve necessariamente intercorrere tra lavoratore e datore di lavoro.

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Demansionamento legittimo se mansioni inferiori non prevalgono

La normativa attualmente in vigore sancisce il divieto di adibire il lavoratore a mansioni inferiori a quelle per le quali èstato assunto, fatta eccezione per le deroghe al divieto di demansionamento esplicitamente previste.

Al riguardo, tuttavia, la Corte di Cassazione con la sentenza n. 4301 del 22 febbraio 2013 ha sancito la possibilità  di adibire un lavoratore dipendente a mansioni inferiori, purchèrisulti prevalente l’espletamento di quelle corrispondenti al suo livello di inquadramento.

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Licenziamento e patteggiamento del reato

Il licenziamento intimato ad un lavoratore che patteggia la pena èlegittimo solo nel caso in cui l’azienda riesca a provare il venir meno del rapporto fiduciario.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 3912 del 18 febbraio 2013, con la quale èstato respinto il ricorso presentato da un’azienda, la quale sosteneva che ai fini del licenziamento disciplinare la sentenza di patteggiamento dovesse considerarsi equiparata ad una sentenza di condanna.

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Farmacie aperte oltre il turno non sanzionabili

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 3080 nel 2013 ha affermato che l’Ordine dei Farmacisti non puಠsanzionare un professionista che ha scelto di tenere aperta la sua farmacia oltre il turno a lui spettante sulla base di un’intesa siglata con i colleghi.

La decisione della Suprema Corte ha quindi cancellato di fatto la sanzione disciplinare consistente nella sospensione dalla professione per 30 giorni disposta dall’Ordine dei Farmacisti contro una professionista che aveva violato l’accordo sottoscritto con i colleghi.

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Licenziamento per breve assenza ingiustificata èillegittimo

Il lavoratore dipendente che si allontana ingiustificatamente dal luogo di lavoro per un breve lasso di tempo non puಠessere licenziato.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Roma e disposto l’annullamento del licenziamento intimato ad un dipendente come sanzione disciplinare per essersi allontanato dal luogo di lavoro con una giustificazione infondata per quasi tre ore.

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Infortunio sul lavoro e apprendistato

Il datore di lavoro èconsiderato responsabile di un infortunio sul lavoro non solo quando non adotta tutte le misure cautelari atte a prevenire il verificarsi di tale infortunio ma anche quando non accerta che le misure vengano rispettate dai dipendenti. La responsabilità , inoltre, si aggrava nel caso in cui il lavoratore vittima dell’infortunio èun giovane e inesperto, o ancora peggio se assunto con contratto di apprendistato.

Tale principio èstato ribadito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 536 del 10 gennaio 2013, con la quale èstato respinto il ricorso presentato da un datore di lavoro giudicato responsabile di un infortunio sul lavoro ai danni di un apprendista e pertanto condannato a restituire all’Inail l’importo corrisposto al lavoratore a titolo di indennizzo.

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Reato di ingiuria escluso in caso di mobbing

Il lavoratore vittima di mobbing da parte dei suo datore di lavoro non risponde del reato di ingiuria qualora aggredisca verbalmente l’imprenditore nel corso di una lite.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 4245 del 28 gennaio 2013, con la quale èstato accolto il ricorso di un lavoratore, condannato nei due precedenti gradi di giudizio, che chiedeva l’applicazione dell’esimente prevista dal primo comma dell’articolo 599 del codice penale, in quanto le ingiurie erano state reciproche e il lavoratore aveva reagito in stato d’ira a comportamenti provocatori del datore di lavoro, che per diversi mesi aveva posto in essere nei suoi confronti azioni di mobbing.

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Furto ad un collega ècausa di licenziamento legittimo

Il licenziamento di un lavoratore dipendente motivato dal furto ad opera di quest’ultimo ai danni di un suo collega èlegittimo.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 1814 del 2013, con la quale èstato giudicato il caso di un lavoratore che aveva approfittato della momentanea assenza di un suo collega, chiamato da uno dei dirigenti, per rubargli lo zaino. Successivamente, inoltre, si era rifiutato di aprire la sua macchina dicendo di aver perso le chiavi e affermando di non sapere come lo zaino fosse finito all’interno del suo veicolo.

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Sanzioni fiscali si applica la meno cara anche se introdotta dopo

In caso di violazione delle norme tributarie deve essere applicata la sanzione meno cara, anche se prevista da una norma entrata in vigore successivamente all’accertamento. Inoltre, l’applicazione della sanzione meno salata puಠessere effettuata d’ufficio, senza che sia necessaria apposita richiesta.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 1656 del 24 gennaio 2013, con la quale èstato accolto il ricorso presentato da una banca condannata a pagare sanzioni piuttosto salate per non aver versato i dovuti acconti derivanti dal suo status di sostituto d’imposta.

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Risarcimento danni per mobbing da parte dei colleghi

Qualora un lavoratore dipendente sia vittima di mobbing da parte dei colleghi e l’azienda, pur essendone a conoscenza, non agisca per porvi rimedio, il lavoratore ha diritto ad essere risarcito dal suo datore di lavoro.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza 1471/2013, con la quale un’azienda veneta èstata condannata al risarcimento del danno biologioco nei confronti di un suo dipendente, che tra le altre cose era anche stato demansionato, vittima di mobbing consistente in dileggio e altre vessazioni da parte di altri suoi colleghi dipendenti delle stessa azienda.

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Anticipo TFR con false motivazioni legittima il licenzimento

A favore dei lavoratori del settore privato, sempre che abbiano prestato almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro, èprevista la possibilità  di chiedere un anticipo del TFR maturato fino a quel momento (fino ad un massimo del 70%).

Tale richiesta, tuttavia, puಠessere avanzata solo per far fronte a spese urgenti, come ad esempio spese mediche non coperte dal servizio sanitario nazionale o l’acquisto della prima casa, pertanto occorre fornire idonea documentazione comprovante tali spese.

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Licenziamento per giusta causa e assoluzione nel giudizio penale

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 802 del 15 gennaio 2013 ha rigettato il ricorso presentato da un lavoratore dipendente licenziato per giusta causa dalla società  per la quale lavorava per via del furto di circa sessanta litri di carburante da parte del dipendente stesso.

Il lavoratore, in particolare, basava il suo ricorso non tanto sulla sussistenza o meno del furto, che stando all’azienda sarebbe stato provato, ma quanto pi๠sul fatto che in merito a tale episodio era stata disposta l’archiviazione del procedimento penale a suo carico.

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