Pensione di anzianità 

La pensione di anzianità  èil trattamento previdenziale che si puಠottenere in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.

Dopo l’ultima riforma, quella entrata in vigore dal 1° luglio 2009, tuttavia, accedere a questa forma di trattamento previdenziale èdiventato pi๠difficile. A partire da questa data, infatti, èstato introdotto il cosiddetto meccanismo delle quote, in altre parole èpossibile ottenere la pensione di anzianità  solo se sommando gli anni di contributi all’età  anagrafica si raggiunge la quota prevista, fermo restando il requisito dei 35 anni di contributi.

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Contributi figurativi maternità 

L’accredito dei contributi figurativi, in base a quanto stabilito dalla riforma Amato del 1992, avviene anche in relazione ai periodi per i quali èprevista l’assenza obbligatoria della lavoratrice per maternità , ossia nei due mesi precedenti alla data presunta del parto e nei tre mesi successivi.

Il periodo di astensione facoltativa èallo stesso modo coperto da contribuzione figurativa con valore pari alla media delle retribuzioni settimanali percepite in costanza di lavoro nel corso dell’anno solare in cui si colloca l’assenza dal lavoro.

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Contributi figurativi

I contributi figurativi sono quei contributi che vengono riconosciuti al lavoratore in alcuni casi di sospensione della carriera lavorativa e senza che sussista alcun onere finanziario a suo carico.

I contributi figurativi sono utili sia ai fine del raggiungimento del diritto alla pensione sia ai fini dell’entità  del relativo assegno, anche se esistono delle eccezioni. Per la pensione di anzianità , infatti, i contributi accreditati per disoccupazione indennizzata e malattia generica vengono considerati solo ai fini della determinazione della misura della pensione e non anche ai fini del computo dei 35 anni.

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Modello domanda contributi volontari Inps

I lavoratori autonomi o dipendenti che interrompono l’attività  lavorativa ma che vogliono continuare a versare i contributi al fine di riuscire a raggiungere i requisiti per vedersi riconosciuto il diritto alla pensione o per incrementarne l’importo, possono richiedere all’Inps l’autorizzazione a continuare a versare i contributi.

A tal fine, tuttavia, ènecessario che il lavoratore abbia maturato i requisiti richiesti, ovvero: abbia già  versato almeno cinque anni di contributi, ossia 260 contributi settimanali oppure 60 contributi mensili; abbia maturato almeno tre anni di contribuzione nei cinque anni che precedono la richiesta.

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Bonus contributivo per chi continua a lavorare

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 257 del 3 novembre 2010 èstato pubblicato il Decreto del 30 luglio 2010 (decreto Lavoro ed Economia) che prevede l’accredito figurativo ai fini pensionistici a favore dei lavoratori che, nel corso del 2010, beneficiano di misure a sostegno del reddito non collegate a ipotesi di sospensione del rapporto di lavoro, che hanno almeno 35 anni di anzianità  contributiva e che hanno accettato un nuovo lavoro che prevede una retribuzione di misura inferiore di almeno il 20% rispetto a quella relativa al precedente lavoro.

In questo caso, quindi, se il lavoratore decidesse di continuare a lavorare perderebbe il trattamento a sostegno del reddito che ai fini pensionistici potrebbe essere per lui pi๠vantaggioso.

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Canone RAI trattenuto sulla pensione

Novità  in arrivo dal 2011 sul pagamento del canone RAI. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha emanato il provvedimento che dà  attuazione all’articolo 38 comma 8 del D.L. 78/2010, riferito alle modalità  di versamento del tributo per i pensionati.

Le regole previste sono le seguenti: l’importo del canone puಠessere trattenuto sulle rate della pensione (previdenziale o assistenziale, di qualsiasi genere) di tutti coloro che ne faranno richiesta. La richiesta deve essere presentata entro il 15 novembre, secondo le modalità  decise in autonomia dal singolo ente erogatore.

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Dipendenti pubbliche, pensione a 65 anni dal 2012

Siamo arrivati probabilmente alla svolta finale nella tormentata vicenda dell’età  pensionabile per le donne che lavorano per la Pubblica Amministrazione.

Come si ricorderà , la Corte di Giustizia Europea aveva condannato l’Italia per la differente età  riservata alle donne (60 anni) operanti nel pubblico impiego rispetto a quella degli uomini (65 anni). La condanna, secondo la Corte, deriva dalla considerazione che le donne, avendo il diritto/dovere di andare in pensione prima, non possono maturare contributi sufficienti a garantirsi una rendita paragonabile a quella dei colleghi di sesso maschile. Da qui, l’obbligo di uniformare i due valori.

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INPS, nessuna responsabilità  per gli estratti conto errati

La Corte di Cassazione ha posto fine ad una controversia sorta fra l’INPS e una lavoratrice, dando ragione all’ente previdenziale. Il caso èmolto interessante poichè, al di là  del caso specifico, il tema puಠriguardare molti altri lavoratori.

L’INPS aveva inviato alla signora un estratto conto che riepilogava la sua intera situazione contributiva, ma esso conteneva dati errati. La signora, infatti, aveva dedotto, sulla base dell’e/c, che aveva maturato tutti i requisiti per poter andare in pensione, anche se cosଠin realtà  non era affatto. La donna aveva dunque dato le dimissioni dal lavoro che svolgeva, scoprendo solo in seguito che la sua richiesta che gli venisse riconosciuto il trattamento pensionistico non poteva essere accolta.

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Comunicazione dei redditi cumulati con la pensione

soldi euro

I titolari di pensione che percepiscono anche un reddito da lavoro (inteso in senso ampio: redditi da lavoro dipendente e parasubordinato, da lavoro autonomo e da impresa) sono tenuti a comunicare all’INPS queste altre componenti reddituali, per consentire all’istituto pubblico di calcolare correttamente le ritenute fiscali da applicare sul vitalizio previdenziale.

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Riforma delle pensioni nel pubblico impiego nel 2010

soldi euro

Preannunciata da mesi e oggetto di moltissime polemiche politiche, sta per entrare in vigore la riforma del sistema pensionistico per le dipendenti del pubblico impiego.

La sentenza della Corte di Giustizia europea del novembre scorso non lascia scampo all’Italia: le donne devono andare in pensione alla stessa età  degli uomini, per evitare ogni tipo di discriminazione; e poichè al momento ci sono cinque anni di differenza (sessant’anni l’età  per la pensione di vecchiaia delle donne e sessantacinque per gli uomini), occorrerà  un periodo transitorio che porti alla sospirata uguaglianza.

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Sale l’età  pensionabile delle donne

primo piano di giulio tremonti

Il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha messo a punto il piano con cui l’Italia potrà  uniformarsi alla sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone una comune età  pensionabile per gli uomini e le donne, con il conseguente incremento progressivo di questa per le lavoratrici al fine di uniformarla a quella prevista per i colleghi maschi.

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Sostegno a chi “rottama” un negozio

negozio giuridico

Il concetto di “rottamazione” di un negozio èin realtà  privo di senso, ma questo èil termine con cui nel linguaggio corrente era conosciuto anni fa un incentivo, a favore dei piccoli commercianti, che èstato recentemente riproposto e approvato all’interno delle numerose misure anticrisi e a sostegno dei bassi redditi.

La riproposizione della vecchia normativa, in uso alla fine dello scorso decennio, èpressochè identica all’originale, per cui la sua applicazione non dovrebbe presentare grandi difficoltà  concrete, trattandosi di uno strumento già  collaudato a suo tempo.

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Pensioni e lavoro cumulabili dal 2009

nonna in pensione

Con la circolare n. 108 del 10 dicembre, l’INPS ha finalmente chiarito i termini di una novità  introdotta nel nostro ordinamento con la manovra d’estate (legge 133/2008) e che diventerà  operativa a partire dal 1° gennaio.

Dal 2009 in avanti, infatti, vengono meno i limiti alla cumulabilità  dei redditi di pensione con qualunque forma di reddito da lavoro: dipendente, parasubordinato e autonomo. L’INPS ha chiarito la portata dell’innovazione, e ha precisato anche alcuni limiti di cui si dovrà  tenere conto.

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Pensione di reversibilità 

nonna

Spetta ai seguenti superstiti in caso di decesso del pensionato: al coniuge, anche se questi risulta separato o divorziato, nel caso in cui sia beneficiario di assegno di mantenimento e non abbia contratto un nuovo matrimonio;

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Pensione d’invalidità 

invalido

La pensione d’invalidità  spetta a tutti i lavoratori subordinati e autonomi, quando sia sopravvenuto uno stato di infermità  fisica o psichica che ne riduca le capacità  lavorative dei soggetti stessi.

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