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Cgia, 158.000 piccole imprese chiuse in otto anni

Artigiani e piccoli commercianti continuano a restare in ginocchio: nel corso degli ultimi 8 anni sono stati perse quasi 158.000 imprese attive tra botteghe e piccoli negozi di vicinato. Questi i dati riportati dalla Cgia che specifica come di queste, oltre 145.000 operavano nell’artigianato, poco pi๠di12.000 nel piccolo commercio: la chiusura ha causato la perdita di lavoro per 400.000 addetti.

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E i dati degli ultimi 12 mesi non sono affatto confortanti visto che il numero delle imprese attive nell’artigianato e nel commercio al dettaglio èsceso ulteriormente di 25.604 unità  (-1,2 per cento).

tasse, scadenze fiscali febbraio 2017

Italia, la pressione fiscale èal 49%

Italia: un paese tartassato dalla pressione fiscale. Questo èquanto emerge dall’Ufficio studi della Cgia che conferma come la pressione fiscale ufficiale per il 2017 in Italia sia attesa al 42,5%. Addirittura pi๠alta la pressione fiscale reale che si attesterà  intorno al 48,8% lanciando l’Italia fra i primi paesi con la pressione fiscale pi๠alta in tutta Europa. 

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Con un peso reale del fisco italiano tra i pi๠elevati in Europa, da un lato èdifficile fare impresa e dall’altro chi lavora come dipendente percepisce uno stipendio netto pari alla metà  di quanto costa al proprio titolare.

Le professioni pi๠ricercate nel corso del 2014 secondo la Cgia

Il mercato del lavoro italiano si confronta con problemi occupazionali di una certa entità , da quando la disoccupazione ha raggiunto il livello del 12,9 per cento a livello nazionale e superato la soglia del 40 per cento in quella giovanile. Eppure in Italia c’èancora una richiesta di lavorati e professioni che non riesce ad essere soddisfatta perchè mancano le professionalità  adeguate. 

Debiti delle famiglie italiane in aumento

L’ufficio studi della CGIA di Mestre (VE) ha sfornato una nuova analisi, che questa volta ha preso in esame il livello di indebitamento delle famiglie italiane.

L’indagine prende in considerazione tutte le fonti d’indebitamento familiare: mutui, credito al consumo, dilazioni per l’acquisto di automobili e arredi ecc.

Se èconfermato che i nostri connazionali hanno una notevole tendenza al risparmio e dunque (per fortuna) si mantengono nettamente al di sotto dei livelli di indebitamento tipici degli altri Paesi occidentali, èpur vero che comunque, anno dopo anno, il debito privato tende ad aumentare.