
Sembra proprio che la crisi non abbia risparmiato nemmeno questo settore: in media, infatti, ogni italiano ha speso circa 29 euro al mese nel corso del secondo trimestre 2010; dodici mesi prima la media era superiore del 10% (32,5 euro).

Sembra proprio che la crisi non abbia risparmiato nemmeno questo settore: in media, infatti, ogni italiano ha speso circa 29 euro al mese nel corso del secondo trimestre 2010; dodici mesi prima la media era superiore del 10% (32,5 euro).
Il singolo contribuente, infatti, puಠpresentare documenti tributari che lo riguardano direttamente (come istanze di interpello, di accertamento con adesione o di rimborso) che, per espressa previsione di legge, sono esenti dall’imposta di bollo.

Ricordiamo brevemente che il redditometro si basa sul confronto fra i redditi dichiarati e le spese sostenute dal contribuente nell’anno considerato.
L’obiettivo èarrivare al varo di un grande e inedito Statuto delle Professioni, una sorta di legge-compendio che regoli l’intero assetto del sistema e che fissi una pluralità di principi, diritti e obblighi che sovrintendano al funzionamento dell’insieme ordinistico.
La revisione si èresa urgente e non pi๠differibile per molti motivi: l’avvenuta unificazione dei due albi (precedentemente distinti) dei commercialisti e dei ragionieri, la nascita di svariate nuove competenze professionali su cui mancavano i parametri tariffari, l’aggiornamento all’inflazione (il tariffario dei ragionieri risaliva al 1997, quello dei commercialisti addirittura al 1994).

Varcati i confini nazionali, perà², della questione si sta interessando ai massimi livelli anche l’Unione Europea: ancora una volta èmessa sotto accusa la possibile violazione delle norme di libera concorrenza. Come noto, infatti, le aziende che operano nel territorio comunitario devono essere poste nelle stesse condizioni da parte delle leggi dei vari Stati.

Nella realtà dei fatti, i valori dichiarati (espressi in megabyte al secondo) sono molto superiori a quelli effettivi: infatti, in genere i valori in questione rappresentano le punte massime a cui il servizio puಠarrivare, laddove il risultato che si riscontra mediamente èspesso pari alla metà se non addirittura di meno.
Quest’immagine, per quanto ancora diffusa, èirrimediabilmente fuori tempo: il numero degli iscritti agli ordini professionali e, allargando il raggio, dei lavoratori autonomi non iscritti ad alcun ordine oscilla oggi intorno ai due milioni. Un livello molto alto e in continua crescita, tanto che gli spazi di mercato sono via via pi๠ristretti, soprattutto per i giovani e per coloro che sono privi di alta qualificazione.

Secondo le stime, esistono attualmente circa trecentocinquantamila contratti di locazione, ma di essi solo la metà èstata dichiarata regolarmente. L’ipotesi sul tappeto, infatti, èquella di eseguire controlli potenzialmente su centosettantacinquemila appartamenti sparpagliati in tutta Roma, anche se ovviamente questo non sarà possibile (le Fiamme Gialle ne eseguono mediamente mille all’anno).


Le conseguenze delle difficoltà di questo comparto un tempo molto florido, soprattutto per opera dei distretti industriali emiliani, si riflettono sullo stato dell’occupazione. Si calcola, infatti, che nel corso di un anno il numero degli occupati del settore sia sceso di oltre il 6,7%; due terzi dei posti tagliati riguardano operai, e il numero complessivo dei lavoratori si attesta oggi a circa 24.000 unità .

L’unica notizia positiva èche la concorrenza proveniente dall’estero ècontenuta, e il prodotto italiano non solo èsufficiente a dominare il mercato interno ma anche a guadagnarsi una certa fetta di esportazioni.
Una volta raggiunto l’accordo, il contribuente e l’Agenzia delle Entrate stipulano un documento chiamato “atto di adesioneâ€: da solo, perà², esso non ha efficacia operativa. Perchè l’atto la acquisisca e l’accordo diventi definitivo e inamovibile occorre pagare entro venti giorni l’intero importo concordato.