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Medici e infermieri stranieri in aumento

Nel nostro Paese, in cui l’assistenza sanitaria ègarantita a tutti i cittadini e in cui il numero degli anziani tende a salire, il lavoro per chi opera nel settore sanitario non manca.
Tuttavia, le nostre università  non riescono a sfornare un numero di operatori sufficienti rispetto alla domanda: d’altronde, il percorso di studi èmolto lungo e selettivo.


Cosicchè, il ricorso agli stranieri èinevitabile e sempre pi๠massiccio: secondo le stime dell’associazione Ipasvi, che raggruppa gli infermieri, il 10% delle persone iscritte non ha la cittadinanza italiana.
Prevalgono i comunitari, provenienti soprattutto dall’Europa orientale: in particolare rumeni (i pi๠numerosi, con oltre undicimila infermieri) e polacchi, ma non mancano tedeschi e francesi. Parecchi anche gli extracomunitari: Svizzera, Perà¹, India e Albania sono le nazioni d’origine pi๠comuni.
Proprio a causa della carenza di medici e infermieri, le procedure per l’immigrazione seguono un percorso privilegiato, come d’altronde anche per altri profili specializzati come ricercatori scientifici, ingegneri e perfino calciatori.

Innanzitutto, la procedura segue un iter pi๠rapido (una media di trenta giorni contro i duecentonovantuno di un immigrato qualunque); inoltre, del riconoscimento dei titoli acquisiti all’estero se ne occupa direttamente il ministero della Sanità  (senza passare per le università ), con ulteriore velocizzazione.


La procedura inizia con la volontà  di assunzione di una clinica o di un’altra struttura: lo straniero deve procurarsi tutti gli attestati ottenuti al suo Paese (insieme ad una copia tradotta in italiano) e presentarli al consolato italiano in loco, dopodichè se tutto èa posto non gli resterà  che arrivare in Italia. Per gli extracomunitari, comunque, il discorso èun po’ pi๠lungo.
Va perಠsegnalato un problema: per i concorsi pubblici al S.S.N. un requisito indispensabile èla cittadinanza italiana.

Fonte: Il Sole 24 Ore