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Attesa per lo Statuto delle Professioni

La revisione e l’aggiornamento delle tariffe costituiscono soltanto uno dei tasselli della complessiva ed eterogenea riforma del sistema professionale italiano cui Governo e Parlamento stanno lavorando da tempo.

L’obiettivo èarrivare al varo di un grande e inedito Statuto delle Professioni, una sorta di legge-compendio che regoli l’intero assetto del sistema e che fissi una pluralità  di principi, diritti e obblighi che sovrintendano al funzionamento dell’insieme ordinistico.


A quel punto, gli ordinamenti che disciplinano i singoli ordini ricadrebbero in un gradino pi๠basso rispetto allo Statuto e dovrebbero essere adeguati per ricomprendere i principi generali.

Ma quali sono le direttrici su cui andrà  ad imperniarsi lo Statuto delle Professioni? Di ipotesi ne circolano tante, ma èbene precisare che al momento c’ poco o nulla di concreto; si tratta, quindi, di raccogliere le voci di corridoio pi๠insistenti, ricordando che potrebbero a suo tempo essere smentite.

Il discorso pi๠frequente riguarda proprio le tariffe: sarebbe intenzione del ministro Alfano la reintroduzione di livelli minimi e inderogabili. àˆ questo un punto su cui si battono parecchi ordini, fra cui avvocati, notai e ingegneri: lo scopo dichiarato èdi garantire la qualità  delle prestazioni. In questi e altri settori, infatti, si sarebbe scatenata una deleteria concorrenza al ribasso: tariffe stracciate in cambio di prestazioni pi๠modeste.
Ma gli aspetti da considerare sono anche altri. Si vuole, per esempio, imporre nello Statuto l’obbligo dell’aggiornamento professionale continuato, al momento stabilito solamente nei regolamenti di alcuni singoli Ordini.


Sembra ormai scontato, infine, un riconoscimento della maggiore competenza degli iscritti agli Ordini rispetto ai lavoratori autonomi non iscritti: la conseguenza sarebbe la tutela e forse l’estensione delle attività  riservate per legge solo ai professionisti iscritti.

Fonte: Il Sole 24 Ore