Export italiano affidato ai BRIC

Nel linguaggio economico, l’acronimo BRIC èoggi molto utilizzato: altro non èche l’unione delle iniziali di Brasile, Russia, India e Cina, ossia le quattro principali potenze emergenti, i Paesi non ad avanzata industrializzazione che pi๠di tutti gli altri mostrano i segni di raggiungere nei prossimi decenni i livelli occidentali.

Se poi si considera che tutti questi Paesi hanno un tessuto interno formato da centinaia di milioni di persone, èfacile comprendere quanto gli esportatori tendano a guardare con interesse ed attenzione a questi mercati.

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Le Marche alla conquista della Cina

A partire dal 2 aprile, la metropoli cinese di Shanghai ospiterà  l’esposizione universale (Expo 2010), che avrà  le sue successive appendici a Nanchino e Macao.

E proprio la popolosa città  di Nanchino ha avviato negli anni passati rilevanti rapporti commerciali con la Regione Marche, che ora vede nell’Expo l’occasione d’oro per dare uno sviluppo decisivo ai fruttuosi contratti in essere.

Proprio le Marche, d’altronde, hanno ricevuto il prestigioso incarico di guidare e coordinare le venti delegazioni regionali che l’Italia spedirà  in terra d’Oriente.

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Iniziative per sostenere la moda italiana negli USA

dolce & gabbana - fashion made in italy

Le esportazioni costituiscono una voce importante delle cessioni dei prodotti delle nostre industrie, e il discorso riguarda soprattutto le merci per cui il nostro Paese ha acquisito negli anni una fama positiva nel mondo.

Fra gli ambiti interessati, c’ naturalmente quello del cosiddetto “fashion”, che altro non èche la moda nei settori dell’abbigliamento, delle calzature, dei profumi, dei gioielli. In queste settimane il Ministero dello Sviluppo Economico, d’intesa con l’ICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero), ha scelto di puntare decisamente su uno dei mercati di sbocco pi๠importanti per i nostri prodotti alla moda, ossia gli Stati Uniti.

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Le esportazioni in Cina non conoscono crisi

esportazioni in china

La crisi globale per definizione, non ha risparmiato nessun angolo del pianeta.

Esiste perಠuna differenza abissale fra i Paesi in cui già  l’economia ristagnava, come l’Italia, e quelli in cui era in corso un autentico boom economico, che attualmente èsoltanto un po’ rallentato. E la Cina, come tutti sanno, èl’archetipo di questa seconda categoria.

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Agosto da favola per gli outlet

consumi outlet

Buone notizie per gli outlet, i centri commerciali che cedono per lo pi๠prodotti di grandi marche (soprattutto nel ramo abbigliamento e calzature, ma non solo) a prezzi decisamente risicati.

Al momento sono trenta gli outlet aperti in tutta l’Italia, per lo pi๠appartenenti alle due grandi catene del settore: i gruppi McArthur Glen e Fashion district.

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Il made in Italy tiene duro sui mercati internazionali

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I tempi sono duri per tutti, ma la riduzione degli ordinativi di prodotti italiani da parte di importatori stranieri non èsuperiore a quella degli altri Paesi nostri diretti concorrenti; anzi, in alcuni settori ce la siamo cavata meno peggio di tanti altri.

Lo rivela un’indagine diffusa nei giorni scorsi dall’associazione delle Camere di commercio italiane all’estero, con la collaborazione di Unioncamere.

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Shanghai 2010, occasione da non perdere

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In attesa della grande esposizione universale che si terrà  a Milano nel 2015 (Expo 2015), le aziende italiane stanno preparandosi al meglio per l’analogo appuntamento previsto l’anno prossimo a Shanghai.

Nella megalopoli cinese, infatti, si terrà  una catena di appuntamenti imperdibili per industriali e commercianti per ben sei mesi, dal primo maggio al 31 ottobre.

L’esposizione prevedrà  mediamente cento eventi di ogni genere al giorno, in trentadue aree distinte disseminate nel quartiere commerciale di Pudong.

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Le fiere guardano all’estero

Un’interessante intervista con Massimo Mamberti (direttore dell’ICE – Istituto Nazionale per il Commercio Estero) pubblicata dal “Sole 24 Ore” fa il punto su una prospettiva ancora poco sfruttata dal sistema imprenditoriale italiano e per la quale tuttavia si puಠprevedere un progressivo interesse.
Si tratta delle scelte di internazionalizzazione cui il nostro sistema fieristico sta guardando con un certo ritardo rispetto ai Paesi a noi pi๠direttamente concorrenti, come la Francia o la Spagna.

In effetti, in questi Stati si tengono pochi eventi fieristici in alcune date fondamentali dell’anno, e per di pi๠concentrate sui settori d’eccellenza delle rispettive produzioni nazionali.
L’Italia, invece, conta su una miriade di eventi di ogni dimensione e in ogni ramo del sistema produttivo, spesso sovrapposti fra loro come date. Questo fa sଠche ogni singola fiera italiana sia mediamente molto meno attraente di un’analoga manifestazione francese o spagnola, con conseguente ridotto afflusso di potenziali partner dall’estero.

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I negozi italiani spopolano all’estero

A dispetto delle difficoltà  economiche che hanno costretto mezzo mondo a tirare la cinghia anche solo rispetto a pochi mesi fa, c’ almeno un settore in cui l’Italia la fa da padrona nei mercati internazionali: si tratta dell’apertura dei negozi all’estero (fenomeno chiamato “retailing”), in cui le principali marche del nostro Paese temono davvero pochi confronti.

Si calcola che circa il 16,6% dei movimenti complessivi di retailing avvenuti nel 2008 siano dovuti ad aziende italiane, un risultato per il quale il Belpaese supera il suo competitor pi๠temibile, gli Stati Uniti, che seguono con il 14,2%. A fare la parte del leone, naturalmente, sono i marchi legati all’abbigliamento e alla profumeria.

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Le speranze del mondo fieristico

La fortuna degli appuntamenti fieristici èche sono organizzati con largo anticipo, e gli espositori investono in questi convegni d’affari cifre ingenti già  diversi mesi prima dell’evento.
Cosà¬, l’arrivo della crisi globale non ha danneggiato pi๠di tanto la stagione fieristica italiana del 2008, che registra anzi dati interessanti: cinquantacinque eventi rilevanti e circa il 6% di visitatori in pi๠rispetto all’anno precedente.

Ma anche per gli anni a venire, in cui invece gli effetti della crisi dovrebbero farsi sentire, c’ una panacea su cui si punta con grande attenzione e speranza: si tratta dell’Expo 2015 di Milano, che costituirà  un appuntamento di importanza storica per il rilancio internazionale del made in Italy (si prevedono circa venti milioni di visitatori in sei mesi di manifestazione).

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La propaganda degli agricoltori trova un beneficio

La legge finanziaria per il 2007 aveva introdotto un credito d’imposta a favore degli imprenditori agricoli che, a determinate condizioni, svolgessero attività  di promozione per diffondere i propri prodotti presso rivenditori o consumatori esteri. La finalità  era dunque quella di sostenere il made-in-Italy alimentare sui mercati internazionali.

Tale agevolazione, tuttavia, non èmai divenuta operativa per la mancanza di un decreto attuativo che ne definisse i meccanismi nel dettaglio.

La recentissima legge 205 del 30 dicembre 2008, che ha convertito un precedente decreto, ha in buona parte riscritto la vecchia norma e stabilito nuove regole per soddisfarne la stessa finalità .

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Mercato del falso

Un mercato sempre pi๠vasto quello del ‘falso’, dilagante soprattutto in Italia dove il giro d’affari ha ormai superato i 7 miliardi di euro.

Della torta, una fetta di 3,3 miliardi riguarda oggetti d’ abbigliamento, accessori e prodotti multimediali e informatici, con acquisti che hanno toccato quota 108 milioni.

L’Italia èil primo produttore di ‘taroccati’ in Europa e il terzo nel mondo. Non si salva internet dove almeno il 30% della merce venduta via Web ècontraffatta.

Il taroccato èsocialmente trasversale: il 16% degli italiani ha comprato nel corso dell’ultimo anno almeno un articolo contraffatto, sono soprattutto donne, hanno tra i 18 e i 34 anni, nel 62% dei casi non si sente minimamente in colpa.

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BravoSolution

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Società  del gruppo Italcementi, nata del giugno del 2000, la BravoSolution èdiventata l‘azienda leader nella fornitura di soluzioni e strumenti di procurement basati su tecnologia Internet.

Dalla sua nascita a oggi ha lavorato con oltre 250 aziende internazionali importanti per un giro di affari di circa 13 miliardi di euro.

Questo definisce un punto importante per la società  che sta cambiando sfruttando la tecnologia informatica.

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Medicinali fasulli Cina

Muraglia cinese

PECHINO – Pi๠di una tonnellata di finti medicinali contro l’impotenza, l’influenza dei polli e la malaria, tra cui almeno 18mila false tavolette di Viagra, èstata sequestrata dalla Polizia cinese negli ultimi due anni.

E’ il resoconto dell’attività  della Polizia cinese reso noto oggi dal Ministero della Pubblica Sicurezza. Il Ministero cinese riporta i quattro maggiori casi di sequestro di medicinali contraffatti dal 2005: lo scorso maggio, insieme con le forze di intelligence americane, vennero arrestate 19 persone a Shanghai, nella provincia del Jiangsu e nel Guangdong, con l’accusa di avere prodotto falso Tamiflu, il farmaco che doveva curare l’influenza aviaria, e di averlo venduto via Internet.

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Produzione made in Italy rischio

Mai come negli ultimi tempi si parla di Made in Italy.

Dopo l’incessante conquista del mercato cinese che alla fine del 2007 diventerà  la seconda potenza economica mondiale sorpassando cosଠla Germania e mettendosi a un passo della prima potenza economica mondiale capitanata dagli Stati Uniti, si ricomincia a parlare di Made in Italy.

I cinesi sono dei copioni, detengono il primato di produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti a basso costo mettendo cosଠin ginocchio tutta l’economia mondiale basata su un sistema burocratico non indifferente.

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