L’uso della PEC: i dubbi irrisolti (prima parte)

email certificata

Nonostante la scadenza per i due milioni di professionisti italiani sia davvero alle porte, sono ancora molti i dubbi che riguardano l’utilizzo della posta elettronica certificata. La legge istitutiva dell’obbligo (DL 185/2008), infatti, ha parecchie lacune che hanno sviluppato molte perplessità  tuttora irrisolte.

Il primo dubbio riguarda proprio la scadenza del 29 novembre. Sebbene sia presumibile che in questi ultimi giorni ci sarà  una vera e propria corsa contro il tempo da parte di moltissimi professionisti, nessuno puಠdubitare che saranno in centinaia di migliaia coloro che non rispetteranno l’obbligo.

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PEC per i professionisti iscritti all’albo

Posta Elettronica Certificata

àˆ fissata per domenica 29 la scadenza entro la quale tutti i professionisti iscritti ad un albo si devono procurare e comunicare all’ordine di appartenenza una casella di posta elettronica certificata (PEC).

Nelle settimane scorse, diversi ordini avevano chiesto al ministro Brunetta, promotore dell’iniziativa, un rinvio del termine, ma senza successo.

In effetti, il passaggio alla comunicazione telematica sicura èuno dei punti-cardine nel programma di semplificazione e risparmio promosso dal titolare della Funzione Pubblica.

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Crescono i turisti da esame

turisti da esame

Ogni statistica conferma da anni che gli esami di Stato presentano percentuali di promozione molto variabili da città  a città . E, non a caso, ogni anno gli studenti che per loro sfortuna risiedono in prossimità  delle università  notoriamente pi๠ostiche partono alla volta degli atenei ritenuti pi๠abbordabili.

Sono definiti “turisti da esame”, e costituiscono una prova lampante della patologia del nostro sistema d’accesso alle professioni. Vengono periodicamente proposte diverse soluzioni al problema, come prevedere un esame unificato a livello nazionale; oppure, estendere agli altri ordini il numero chiuso, già  previsto per i notai, per avere un numero prefissato di promuovibili. Oppure, ancora, la soluzione pi๠drastica, e cioèintervenire sulla Costituzione e abolire del tutto l’esame di Stato.

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Professionisti snobbati dalle agevolazioni fiscali

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Osservando il panorama delle principali agevolazioni fiscali vigenti allo stato attuale nel nostro Paese (sia quelle recentemente varate per fronteggiare la crisi globale che quelle preesistenti), si nota facilmente come esse individuino come destinatari privilegiati le imprese e trascurino invece gli studi professionali.

Lungi dall’essere un errore (una svista sarebbe ipotizzabile, tante e concordanti no) si deve ritenere che vi sia dunque una precisa scelta del legislatore alla base di questa esclusione.

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Bonus aggregazioni a ridotta diffusione

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La legge finanziaria per il 2008 aveva previsto l’istituzione di un credito d’imposta a favore delle nuove forme di aggregazione fra professionisti.

Le esigenze di un mercato globale, di una concorrenza intersettoriale crescente, di una legislazione in continuo mutamento, infatti, hanno suggerito la necessità  di incoraggiare le iniziative di medie dimensioni, laddove gli studi individuali appaiono poco attrezzati per affrontare con successo le sfide odierne.

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Nasce la segretaria a distanza

segretaria

Si tratta di una novità  che arriva dall’Inghilterra e che da noi èancora quasi ignota, ma c’ chi scommette che verrà  presto a crearsi una proficua e innovativa nicchia di mercato.

Si tratta della segretaria a distanza: i suoi datori di lavoro pi๠appetibili sono quei giovani professionisti o piccoli imprenditori magari all’inizio della propria carriera che da un lato, non potendo restare tutto il giorno in ufficio, gradirebbero avere qualcuno che riceva le telefonate, fissi gli appuntamenti o respinga i fornitori molesti.

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Contributi dei professionisti, la Cassazione contro l’AdE

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La Corte di Cassazione ritorna ancora una volta sul tormentato tema dei contributi previdenziali versati dai lavoratori autonomi alle proprie casse professionali.

In mancanza di una precisa soluzione da parte del legislatore, la posizione dell’Agenzia delle Entrate in tema ènota da tempo: cosଠcome per i privati cittadini, anche per il “popolo delle partite IVA” i contributi previdenziali a proprio carico sono da considerarsi un onere riferito alla persona fisica nel suo complesso e dunque gli importi sono deducibili nel Quadro RP insieme alle altre voci con sorte analoga (come i contributi per la colf).

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Coworking: lavorare in spazi condivisi

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Il coworking èun fenomeno di origine anglosassone che ha iniziato lentamente a farsi conoscere anche nel nostro Paese. In pratica, si tratta di un servizio fornito da apposite società  che affittano postazioni di lavoro per tempi brevi o lunghi a seconda delle esigenze di lavoratori autonomi, normalmente in trasferta.

In pratica, si offre un servizio prezioso per quei professionisti che magari si devono trattenere in una data città  per motivi di lavoro per qualche giorno oppure vi si recano periodicamente di tanto in tanto.

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Contributi alle casse dei liberi professionisti: ordinanza 1939/2009

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Ritornando sul tema evidenziato nel precedente articolo riguardo ai contributi alle casse previdenziali, si segnala come, nel silenzio di indicazioni chiare dalla legge, l’annosa questione dei contributi alle casse dei liberi professionisti protrae i suoi effetti anche sull’IRAP.

Se li si considera costi inerenti alla professione, essi saranno deducibili dalla base imponibile e dunque ridurranno il peso dell’imposta; se invece li si reputa come oneri di natura personale, non saranno conteggiabili e l’IRAP potrebbe rivelarsi ben pi๠onerosa.

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Contributi alle casse previdenziali, quale trattamento fiscale?

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Si tratta di un vecchio tema ben noto agli esperti tributari e che tuttavia ancora oggi non ha trovato una soluzione accettata univocamente.

I professionisti iscritti ad un albo solitamente (anche se non in tutti i casi) sono obbligatoriamente iscritti anche ad una cassa previdenziale specifica per l’ordine considerato: Inarcassa per gli ingegneri, Enpam per i medici e cosଠvia. Ogni anno devono versare i contributi a queste casse, calcolati in generale sul reddito professionale conseguito e/o sul fatturato.

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Perdite fiscali per le imprese minori e per i professionisti

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Fino al periodo di imposta 2005, norme molto differenti da quelle descritte per le società  e le ditte individuali che seguono gli obblighi della contabilità  ordinaria erano invece previste per gli imprenditori in regime di contabilità  semplificata e per i lavoratori autonomi.

Per loro, infatti, era stabilito l’esatto contrario: le loro perdite non erano rinviabili al futuro, ma in compenso potevano essere usate a coprire eventuali altri redditi dell’anno. Ovviamente, chi non vantava altri redditi o li possedeva in misura ridotta, era quindi svantaggiato; il vantaggio andava invece a chi possedeva altri redditi, che poteva veder crollare la tassazione di quell’anno.

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Conciliazioni, i commercialisti si fanno avanti

Uno dei principali obiettivi dichiarato a molte riprese da Claudio Siciliotti, dal 2008 primo presidente del neonato ordine unico dei dottori commercialisti ed esperti contabili, èquello di introdurre nel nostro ordinamento processuale il tentativo obbligatorio di conciliazione per qualsiasi genere di controversia civile.

Siciliotti, in un intervento sul “Corriere della Sera” spiega le linee-guida della sua proposta, presentata recentemente al ministro della Giustizia. Come tutti sanno, infatti, il processo civilistico èstremamente lungo e complesso, e la mole di arretrati accumulati èinterminabile.

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Ingiunzioni di pagamento (II)

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Ad alcuni creditori, infatti, èconsentito di imposto al debitore di pagare una certa somma entro una precisa scadenza: l’atto con il quale avviene quest’imposizione si chiama “decreto ingiuntivo”, ma nel linguaggio corrente èmeglio conosciuto come “ingiunzione di pagamento”.

Se egli non provvede al saldo oppure non impugna l’ingiunzione (chiedendo allo stesso tempo di sospenderne gli effetti) entro quaranta giorni dalla notifica, la conseguenza èl’inevitabile pignoramento dei suoi beni.

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