Redigere un contratto: l’oggetto e la volontà 

L’oggetto del contratto non ha bisogno di molte definizioni: consiste, com’ evidente, in ciಠche le parti si impegnano a compiere. L’oggetto necessita di tre requisiti, a pena di nullità  del contratto: innanzitutto, dev’essere lecito, cioènon contrario alla legge; possibile, quindi concretamente realizzabile; e determinato o determinabile: dalla lettera del contratto dev’essere evidente in cosa l’oggetto consista.

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Redigere un contratto: identificare le parti

Il contratto èdefinito dal Codice Civile (art. 1321) come l’accordo mediante il quale due o pi๠parti costituiscono, regolano o estinguono fra loro un rapporto giuridico di natura patrimoniale.

Perchè un contratto sia valido occorre che siano presenti e validi almeno quattro elementi fondamentali: le parti, l’oggetto, la volontà  e la causa e; in alcuni casi èrichiesto anche un quinto requisito, la forma.

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Progressivo impoverimento dei lavoratori

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Una cosa èla percezione comune, spesso deviata da fattori soggettivi, e un’altra sono le statistiche ufficiali: ma ora che anche la Banca d’Italia lo ha confermato, la sensazione di generale impoverimento di impiegati ed operai non puಠpi๠essere considerata una chiacchiera da bar.

Il Centro Studi della nostra Banca Centrale, infatti, ha pubblicato i risultati di un’approfondita ricerca macroeconomica sul reddito dei lavoratori esaminando l’arco temporale che va dai giorni dell’ultima, pesante svalutazione della lira (1993) fino al 2006.

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Molte opportunità  nel riciclaggio

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Il riciclo dei rifiuti, delle acque e degli scarti di lavorazione ègià  oggi un settore economico molto pi๠sviluppato rispetto a dieci anni fa, ma le opportunità  di crescita sono ancora enormi: non solo a causa dell’aumento della coscienza ambientale e della sensibilità  ecologica presso l’opinione pubblica e le aule parlamentari, ma soprattutto per il progressivo ridursi delle risorse naturali.

Per questo motivo, sorgeranno sempre pi๠grandi aziende, anche a livello internazionale, che si occuperanno dei numerosissimi e diversificati problemi legati a questo campo.

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Curriculum vitae perfetto

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Nell’elencare le esperienze nel proprio Curriculum Vitae, èbene ricorrere all’ordine cronologico, partendo possibilmente dall’evento pi๠recente.

Puಠessere utile variare il contenuto del curriculum vitae a seconda del destinatario: èvidente che le proprie conoscenze linguistiche saranno pi๠apprezzate da un albergo rispetto ad un supermercato.

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Come redigere il curriculum vitae

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Per motivi opposti a quelli descritti, un curriculum vitae non deve nemmeno essere troppo breve: esso offrirebbe non solo l’immagine di un lavoratore completamente inesperto ma anche di un documento redatto con sciatteria e scarsa attenzione; e nessuno èdisposto ad assumere un lavoratore cosଠpigro da non prestare cura nemmeno ai propri interessi.

Se proprio non si hanno troppe esperienze da enumerare, ci si concentri sugli aspetti formativi (studi compiuti, eventuali corsi seguiti…), o, alla peggio, sulle note di natura caratteriale.

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Versioni di curriculum vitae

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Oltre che nel contenuto, la forma di un Curriculum Vitae assume connotati fondamentali per riuscire ad acquisire credito presso il destinatario: sintesi e completezza, correttezza grammaticale, capacità  di evidenziare gli aspetti pi๠interessanti sono ormai elementi imprescindibili per sperare che il proprio documento riesca ad emergere rispetto alla massa di quelli inviati giorno dopo giorno.

Da molto tempo sono state emanate dall’Unione Europea alcune linee-guida, progressivamente aggiornate, mediante le quali redigere il proprio curriculum vitae.

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Art promoter, una professione del Duemila

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Musei, monumenti, centri storici e siti archeologici non sono pi๠soltanto lo sbocco occupazionale tipico degli esperti di storia, arti e letteratura.

Da qualche tempo, infatti, ci si èresi conto che per far arrivare i turisti non èsufficiente disporre di un patrimonio culturale all’altezza ma anche avere la capacità  di promuoverli, renderli noti, accrescerne il fascino agendo sotto diversi punti di vista.

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Ricevuta bancaria detta anche Ri.Ba.

Le ricevute bancarie (chiamate spesso Ri.Ba.) sono un documento utilizzato nelle transazioni commerciali che negli ultimi anni hanno ricevuto una notevole diffusione.

In sostanza, hanno la medesima funzione di una comune ricevuta: un creditore riconosce al debitore che il saldo della somma dovuta èavvenuto. Ma lo schema èun po’ pi๠complesso, perchè in questo caso entra in gioco anche la banca d’appoggio del fornitore.

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Crediti e debiti in valuta estera

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Nella vita delle imprese capita spesso che le transazioni commerciali non siano liquidate immediatamente, bensଠa distanza di settimane o mesi. Se il fornitore o cliente èitaliano, o comunque èresidente in un Paese comunitario aderente all’euro, non si pongono in realtà  particolari problemi.

Pi๠complesso, semmai, èil discorso che si pone quando il credito o debito con la controparte sorge in valuta estera: sterline, dollari, rubli eccetera. In questo caso, infatti, si applicano regole ben diverse in ambito civilistico-contabile rispetto all’ambito fiscale.

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La procedura della class action

Se i consumatori ritengono di vantare dei diritti come quelli descritti nei confronti di un’impresa, possono avviare la class action, come soluzione giudiziaria alternativa rispetto alle consuete cause di risarcimento di stampo individuale.
Ovviamente, aderendo ad una class action non èconsentito nè avviare una successiva procedura individuale nè proseguirne una già  in essere.

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Class action, a luglio si parte

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Prevista nel 2006 e già  rinviata infinite volte, sembra che la normativa sulle azioni collettive di risarcimento (le famose “class actions”) sia ormai definita sotto tutti gli aspetti e sia dunque pronta a trovare applicazione già  oggi, sebbene l’ultimo decreto milleproroghe abbia fissato la data di avvio al prossimo primo luglio.

La class action èl’azione giudiziaria con la quale una pluralità  di consumatori fa fronte comune contro un’unica controparte per un medesimo diritto violato.

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Alcune riflessioni sull’IVA per cassa

Negli ultimi mesi, gli esperti tributari hanno valutato pro e contro del nuovo sistema di esigibilità  dell’imposta, che puಠa buon diritto essere considerata una mezza rivoluzione in tema di IVA.

Un aspetto molto sottolineato èla necessità  di tenere sotto controllo l’andamento del volume d’affari, per assicurarsi non solo “se” ma anche “quando” si dovesse superare la soglia dei duecentomila euro.

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IVA per cassa al debutto

Dopo l’approvazione comunitaria e la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale, èdivenuto definitivo il regime di esigibilità  differita dell’imposta sul valore aggiunto, la cosiddetta “IVA per cassa”.

In estrema sintesi, esso consiste nella possibilità  di rinviare l’insorgenza del debito IVA dal momento dell’emissione della fattura al momento in cui si percepirà  l’incasso, fino ad un termine massimo di un anno dalla data di emissione, e solo purchè il cessionario sia a sua volta titolare di partita IVA.

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Mettere in mora il creditore

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Tutti sanno che un debitore che non paga quanto dovuto puಠessere giudicato moroso con tutte le sgradevoli conseguenze (come i pignoramenti).

Molto pi๠rara e inaspettata èl’ipotesi che sia il creditore a correre il rischio di essere messo in mora: si verifichi cioèla situazione in cui il debitore, in totale buona fede, vorrebbe adempiere alla prestazione dovuta ma non puಠottemperare perchè il creditore non lo mette in condizione di farlo.

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