I piccoli elettrodomestici non temono la crisi

palmare

La produzione degli elettrodomestici èuno dei comparti che guidano il settore industriale italiano: non a caso, l’avvento della crisi globale e il crollo delle esportazioni hanno messo in ginocchio le industrie maggiori e l’intero indotto, con pesanti conseguenze anche sul lato dell’occupazione.

Il discorso, perà², vale principalmente per i grandi elettrodomestici: televisori, frigoriferi, lavatrici ecc. Al contrario, i beni per la casa di minori dimensioni (e minor prezzo) non solo non paiono accusare pi๠di tanto il colpo, ma al contrario hanno visto le rispettive vendite crescere lentamente anche nel corso del disastroso 2009.

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Attrarre il consumatore èsempre pi๠difficile

supermercato

àˆ vero che in tempi di recessione e di crollo del potere d’acquisto, come quelli attuali, le offerte promozionali di negozi e supermercati sono sempre viste di buon occhio dalle famiglie italiane. Ma quando il taglio dei prezzi, i tre-per-due e le raccolte-punti divengono strumenti cosଠdiffusi che sembra impossibile farne a meno, l’effetto èmolto pi๠tiepido.

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Orologi, la crisi non èfinita

orologi

Il settore della vendita di orologi sconta tuttora il perdurare implacabile della crisi dei consumi: un discorso che puಠessere applicato tanto a quelli di lusso quanto a quelli pi๠economici e commerciali.

L’uscita della crisi èrinviata al 2010, presumibilmente intorno alla metà  di quell’anno, ma preziose indicazioni verranno certamente dall’andamento delle vendite nei giorni sotto Natale, che normalmente sono in assoluto i pi๠proficui dell’intero calendario.

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Ripresa dei consumi col Natale 2009

piazza illuminata in una serata natalizia

Le previsioni per gli acquisti natalizi, supportati dai primi dati di queste settimane, sono positive; o, pi๠correttamente, sono meno negativi di quanto non siano stati nel 2008.

Insomma, se siamo ancora ben lontani dal trovarci di fronte a consumatori spendaccioni, èanche vero che chi progetta di fare regali quest’anno dovrebbe allargare i cordoni della borsa un po’ di pi๠rispetto alla scorsa festività  dicembrina.

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Consumi frenati dalla terza settimana

consumi outlet

Si dice, da tempo immemorabile, che le famiglie italiane hanno difficoltà  ad arrivare alla quarta settimana del mese, a causa del ridotto potere d’acquisto derivante da stipendi inadeguati al costo della vita.

Da qualche tempo, si parla di retrocessione di tale fenomeno già  alla terza settimana: il potere d’acquisto sarebbe cosଠindebolito da rarefarsi non appena inizia la seconda metà  del mese.

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Austerity nei consumi

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Il prolungarsi della crisi erode lentamente il potere d’acquisto degli italiani. Molti analisti ritengono che gli influssi sulle abitudini di spesa, improntate ormai per tutti al risparmio, al confronto fra i prezzi, alla sobrietà , sono probabilmente destinati a radicarsi e a permanere nell’animo dei consumatori per gli anni a venire anche oltre le difficoltà  congiunturali.

In attesa, comunque, che trascorra il tempo per poter disporre di dati riferiti ad un periodo pi๠ampio, il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato un’interessante disamina sugli effetti che nel frattempo un anno e pi๠di crisi ha apportato alle nostre abitudini di spesa, prendendo in considerazioni diversi settori.

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I negozi chiudono uno dopo l’altro

aprire-un-negozio

La principale associazione imprenditoriale di riferimento per la categoria dei piccoli esercenti, Confcommercio, ha appena diffuso i dati ricavati da uno studio sull’andamento della crisi dei consumi in Italia nell’anno in corso.

I risultati sono davvero negativi. Si ècalcolato che da qui fino alla fine dell’anno il saldo fra chiusure e apertura di negozi al dettaglio sarà  negativo per circa diciannovemila unità , con la conseguente perdita di oltre centotrentamila posti di lavoro.

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Crisi degli utili per la grande distribuzione

carrelli-del-supermercato

Il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato i risultati di uno studio comparato condotto analizzando i bilanci depositati delle venticinque principali catene di distribuzione commerciale al dettaglio operanti nel nostro Paese.

L’analisi èstata condotta confrontando i dati riferiti al 2008 con quelli inerenti l’anno precedente.

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Agosto da favola per gli outlet

consumi outlet

Buone notizie per gli outlet, i centri commerciali che cedono per lo pi๠prodotti di grandi marche (soprattutto nel ramo abbigliamento e calzature, ma non solo) a prezzi decisamente risicati.

Al momento sono trenta gli outlet aperti in tutta l’Italia, per lo pi๠appartenenti alle due grandi catene del settore: i gruppi McArthur Glen e Fashion district.

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Aiuti dal Comune per le piccole imprese

aprire-un-negozio

Anche se comincia ad intravedersi la luce in fondo al tunnel della crisi dei consumi, i piccoli negozi cittadini continuano a dibattersi nell’affanno.

I dati dell’Istat, infatti, hanno già  iniziato a segnalare qualche inversione di tendenza nel mondo della grande distribuzione, ma per i piccoli esercenti il discorso èben diverso.

D’altro canto, già  da molti anni per loro i problemi erano notevoli già  da ben prima dell’abbattersi della crisi globale, proprio a causa della concorrenza di supermercati, centri commerciali e hard discount.

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Consumatori sempre pi๠prudenti e smaliziati

crisi dei consumi

L’istituto di statistiche economiche Mc Kinsey ha diffuso nei giorni scorsi un’ampia e complessa disamina dei comportamenti dei consumatori dei maggiori Paesi europei, Italia inclusa, nella prima metà  del 2009, e dunque nella fase pi๠acuta della crisi del potere d’acquisto.

Senza scendere nel dettaglio della ricerca, molto ampia ed elaborata, èsufficiente sottolineare i risultati messi in luce dai ricercatori, e cioèl’uniforme tendenza dei cittadini europei a razionalizzare sempre pi๠i consumi.

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Imprese e turismo, quali i bilanci della stagione 2009?

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La mancanza di liquidità  delle famiglie si fa sentire anche nella scelta del modo di affrontare le vacanze. Sono in continua crescita, ed oggi stano diventando uno dei principali canali di domanda e di offerta le vacanze “low cost” ovvero quei pacchetti di viaggio che hanno il vantaggio di costare molto meno che una vacanza gestita in maniera autonoma perchèsfruttano i vantaggi della standardizzazione del viaggio, dei grandi numeri e del “tutto compreso”.

Tale meccanismo fa si che in molte località  turistiche ci si trovi di fronte ad un vero e proprio cataclisma delle piccole imprese a conduzione famigliare, siano esse pensioni e ristoranti, trattorie e piccoli alberghi che hanno visto in questi anni una flessione sempre maggiore della domanda.

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Sconti pesanti contro la crisi dei consumi

supermercato

Ormai sempre pi๠imprese, anche di grande fama, scelgono la strada di apportare pesanti tagli ai prezzi dei propri listini, magari per brevi periodi promozionali la cui durata èperಠcontinuamente prorogata.

La soluzione pi๠semplice per venire incontro alle difficoltà  dei consumatori èquella di dare una netta sforbiciata ai prezzi di vendita; ma c’ anche chi sceglie soluzioni pi๠complesse che comunque portano, di fatto, allo stesso risultato, come ricorrere a formule del genere “tre per due”, oppure dare in omaggio accessori gratuiti a chi effettua acquisti di un certo peso, o ancora regalare buoni sconto a chi semplicemente richiede un preventivo.

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L’inflazione raggiunge minimi record

inflazione

La crisi frena i consumi delle famiglie e il tasso d’inflazione ne risente. Com’ facile capire, infatti, la discesa della domanda impone alle imprese di ridurre i prezzi.

In particolare, il tasso di crescita su base annua dei prezzi al consumo secondo il paniere di beni per le famiglie di impiegati e operai rilevato dall’ISTAT – nella versione al netto dei consumi di tabacchi – nel mese di maggio si èattestato allo 0,9% (in aprile era all’1,2%).

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La recessione travolge negozi e botteghe

bottega

Se per il settore del benessere non c’ècrisi, per altri settori il calo dei consumi risulta essere stressante e già  da molti anni i cosiddetti “esercizi di vicinato”, e cioèi piccoli negozi di quartiere, soffrivano una notevole crisi derivante principalmente dalla grande distribuzione: supermercati, ipermercati e hard discount hanno progressivamente messo all’angolo i piccoli esercenti, impossibilitati a garantire la stessa varietà  di merce nè prezzi altrettanto convenienti, che invece i grossi distributori possono permettersi sfruttando le economie di scala.

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