Medici, la specializzazione èfondamentale

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Il percorso di studi in Medicina e Chirurgia èfra i pi๠duri del panorama universitario italiano e richiede grandissima motivazione da parte dei frequentanti.

àˆ per questo che il tasso d’abbandono del corso èridottissimo (4,6% nel primo anno) e gli studenti fanno il possibile per arrivare in fondo al corso.

Ma la strada èdavvero interminabile. Il corso legale di studi dura sei anni, cui vanno aggiunti dai tre ai sei anni ulteriori per la specializzazione. Quest’ultima, tutt’altro che una perdita di tempo, èciಠche in genere offre la carta decisiva da giocare sul mercato del lavoro.

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Per i giuristi un ventaglio di possibilità 

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La laurea in giurisprudenza, o comunque in un corso attinente all’area delle scienze giuridiche, presenta tre sbocchi tradizionali, strettamente attinenti agli studi seguiti: l’avvocatura, il notariato e la carriera in magistratura.

Tre strade, perà², quantomai difficili e ultra-selettive, dato che la carriera forense richiede due anni di praticantato solitamente gratuito, un esame di Stato piuttosto difficile (molti lo fanno in Spagna) e un mercato saturo in cui èormai arduo emergere.

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Non cala la richiesta di dottori in economia

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Anche in tempi di crisi, coloro che escono dall’università  con un diploma di laurea acquisito in uno dei tanti corsi appartenenti al blocco economico (economia e commercio, economia e finanza, economia aziendale e parecchi altri) rimangono i dottori pi๠ricercati dalle imprese italiane.

Lo conferma il portale Monster, secondo il quale addirittura il 42% delle offerte pubblicate concerne laureati nell’area economica.

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Studi umanistici, strada ardua per il mondo del lavoro

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Come accennato nell’articolo precedente riguardo agli sbocchi occupazionali, verifichiamo dunque le analisi del consorzio Almalaurea su alcuni dei pi๠comuni corsi di studio, iniziando dalla “cenerentola” in termini occupazionali, gli studi umanistici: lettere, storia, filosofia, scienze politiche e affini.

Al contrario di quanto èfacile immaginare, non ènecessariamente l’insegnamento l’unico sbocco per i letterati. Anzi, le ultime analisi parlano di un 20% circa di laureati che punta in quella direzione, peraltro sempre pi๠ardua a causa della riduzione negli anni dei concorsi di assunzione nella scuola pubblica.

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Lauree e sbocchi occupazionali

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Come ogni anno, il consorzio Almalaurea ha pubblicato un ampio dossier sullo stato delle università  italiane, i corsi di laurea attivati, il numero dei frequentanti e le prospettive degli stessi di trovare un impiego.

Almalaurea èun ente cui aderiscono cinquantatrè atenei italiani, ma l’analisi si estende a tutto campo all’intero mondo accademico. Vediamo dunque alcuni stralci dell’analisi, riferiti alla situazione generale e ad alcuni fra i settori di studio pi๠importanti.

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Tempi lunghi per le assunzioni

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Le imprese europee passano molto tempo prima di decidere di assumere qualcuno.

Secondo un’approfondita analisi compiuta dalla società  Robert Half, specializzata nel ramo “selezioni del personale”, i direttori delle risorse umane delle imprese europee medio-grandi passano attraverso molte incertezze prima di prendere la fatidica decisione di far entrare un nuovo lavoratore in squadra.

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Troppe tasse sui redditi da lavoro

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Si ritorna a parlare, ancora una volta, di introdurre una tassazione sostitutiva sui redditi da locazione. Attualmente essi sono dichiarati per l’85% (il rimanente èsente) e sommati agli altri redditi, per formare l’ordinaria base imponibile IRPEF.

La soluzione alternativa di cui si parla con insistenza èinvece quella di tassarli a parte, applicando un’aliquota sostitutiva del 20%, come misura contro l’evasione fiscale, assai diffusa in questo settore.

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Psicologi e idraulici all’ipermarket

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In un articolo pubblicato pochi giorni addietro, il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha portato in evidenza un fenomeno del tutto nuovo e interessante nel mondo della grande distribuzione: si sta diffondendo a macchia d’olio la moda di predisporre degli spazi interni ai supermercati e soprattutto agli ipermercati dove sono svolte quelle attività  che fino a poco tempo fa era impensabile immaginare.

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Fra gli operai cresce la comunità  marocchina

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In questo periodo il quotidiano “Il Sole 24 Ore” sta pubblicando un’interessante inchiesta sulle caratteristiche occupazionali delle varie etnie di immigrati venuti a vivere e a lavorare nel nostro territorio.

La puntata di lunedଠscorso èdedicata alla comunità  nordafricana, con principale riferimento ai marocchini, tradizionalmente i pi๠numerosi.

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Stipendi italiani tra i pi๠bassi dell’Ocse

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L’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha rilasciato i dati relativi agli stipendi medi annuali per i paesi facenti parte.

Quanto risulta dai numeri èche gli italiani incassano ogni anno stipendi pi๠bassi di molte nazioni Ocse. Il salario netto annuale in Italia èpari 21374$ collocandosi al 23esimo posto nella classifica dei 30 paesi membri.

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Ricerca europea fra luci e ombre

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La competitività  di un Paese o di una regione economica passa anche per l’attenzione che i governi riservano al miglioramento del livello scientifico. La ricerca ègià  da molti anni stata riconosciuta giustamente come un formidabile motore per lo sviluppo economico, ma l’attenzione che viene riservata a questo settore varia moltissimo da una parte all’altra del pianeta.

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Boom di lavoratori dall’Europa orientale

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Prima il crollo della cortina di ferro e poi il progressivo spostamento in direzione est dei confini dell’Unione Europea hanno favorito negli ultimi anni il crescente arrivo di immigrati provenienti dalle nazioni dell’Europa orientale.

Il quotidiano “Il Sole 24 Ore”, elaborando i dati statistici diffusi dall’Istat, ha provato a tirare le somme del fenomeno. In percentuale rispetto al totale degli immigrati, nel 1998 essi costituivano il 38,4%, mentre dieci anni dopo hanno raggiunto il 52%. Inoltre, nove immigrati europei su dieci provengono dai Paesi dell’Est.

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Progressivo impoverimento dei lavoratori

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Una cosa èla percezione comune, spesso deviata da fattori soggettivi, e un’altra sono le statistiche ufficiali: ma ora che anche la Banca d’Italia lo ha confermato, la sensazione di generale impoverimento di impiegati ed operai non puಠpi๠essere considerata una chiacchiera da bar.

Il Centro Studi della nostra Banca Centrale, infatti, ha pubblicato i risultati di un’approfondita ricerca macroeconomica sul reddito dei lavoratori esaminando l’arco temporale che va dai giorni dell’ultima, pesante svalutazione della lira (1993) fino al 2006.

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PMI in difficoltà  sul nodo degli interessi passivi

L’ultima legge Finanziaria del governo Prodi aveva introdotto una significativa riduzione della possibilità  per le imprese di dedurre dal reddito gli interessi passivi maturati sui propri debiti. La deducibilità , infatti, non puಠsuperare una certa soglia calcolata mediante un complesso meccanismo fondato sul cosiddetto R.O.L. (il reddito operativo lordo), dato dalla differenza fra i ricavi dell’attività  principale dell’impresa e una parte dei relativi costi sostenuti.

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Imprese in difficoltà  nel pagare i debiti

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Uno studio pubblicato dalla società  Euler Hermes Siac mette in luce le difficoltà  evidenziate da gran parte delle aziende italiane per saldare i propri debiti, verso le banche o ancor pi๠verso i propri fornitori.

I dati sono ricavati dalle informazioni messe a disposizione dalle assicurazioni Allianz, che garantiscono circa 6.400 imprese del nostro Paese e pagano quando necessario i debiti insoluti al posto loro, salvo poi addebitare all’impresa medesima quanto sborsato, insieme agli interessi.

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