Rinnovo del contratto di colf e badanti

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Per non trovarsi impreparati, èbene che i datori di lavoro che hanno al loro servizio uno o pi๠domestici si tengano aggiornati sulla normativa riguardante quest’ambito, nonchè sulle principali novità  derivate dal rinnovo dal contratto collettivo nazionale di categoria.

Non tutti conoscono ancora, per esempio, le nuove modalità  con cui deve essere comunicata l’assunzione di un domestico, valide anche per comunicare la cessazione del rapporto di lavoro o le modifiche sopraggiunte.

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Assegni a vuoto in aumento

assegno

La società  Centax, specializzata nei servizi finanziari, ha condotto una ricerca statistica sull’utilizzo dell’assegno bancario nei pagamenti nei confronti di negozi ed esercizi commerciali, traendone alcuni risultati interessanti che sono stati diffusi alla stampa.

Gli assegni emessi nel corso del 2008 sono stati 1.518.651, circa il 3% in meno rispetto all’anno scorso, e di essi èstato rifiutato il pagamento da parte della banca in 85.706 occasioni, pari al 5,98% del totale, con un lieve aumento dunque rispetto al 5,87% registrato nell’anno precedente.

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Prestiti per piccole imprese soffocati dalla stretta del credito

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In tempi in cui la liquidità  èpreziosa e la fiducia da e verso le banche va cercata col lanternino, il giro di vite degli istituti finanziari nell’erogazione dei prestiti alla clientela èuna conseguenza forse inevitabile e sul quale da tempo le autorità  cercano di combattere con incentivi e garanzie di vario genere, fra cui i già  celebri e attesissimi Tremonti-bond, sulla cui utilità  si addensano molte speranze e altrettanti interrogativi.

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Liberalizzazioni fra passi avanti e marce indietro (III)

Restando in tema assicurativo, assume importanza anche la misura con cui si èprevisto il lancio di un sistema informatico il quale consentirà , in tema di RC auto, di comparare i pezzi e le offerte presentate da tutti gli operatori, per consentire ai consumatori di disporre di un sistema unificato e ufficiale per mettere a confronto polizze spesso molto disomogenee fra loro.

Tuttavia, il preventivatore unico non èancora entrato in funzione, sebbene le rassicurazioni provenienti dall’ISVAP (l’organo di vigilanza del settore) affermano che al pi๠tardi entro aprile si potrà  contare su questo software disponibile on line.

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Anche l’agricoltura soffre la crisi

Come peso relativo all’interno dell’economia italiana, l’agricoltura soffre fin troppo la concorrenza di industria e servizi: impiega circa il 5% della popolazione occupata (un sesto sono extracomunitari) con un’incidenza sul PIL 2008 pari a circa il 2,2% e sulle esportazioni del 6,9%.
àˆ forse per questo motivo che gli agricoltori denunciano di essere stati lasciati soli dalle istituzioni in un periodo di grandi difficoltà . In verità , la grande crisi internazionale colpisce il settore primario solo in misura indiretta, sotto forma di incremento dei costi e di riduzione dei prezzi di vendita.

Ma gli effetti sono comunque pesanti: secondo i dati diffusi dalla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) nel corso del 2008 i costi di produzione sono cresciuti mediamente del 9%, con punte record per i concimi (+43,3%), ma anche la crescita degli oneri di natura socio-previdenziale non scherza (+26,8% nell’ultimo biennio).

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Pressione fiscale e debito pubblico a livelli record

Le stime del Governo sui conti pubblici, formulate in occasione del DPEF della scorsa primavera, devono purtroppo essere ulteriormente riviste al ribasso.

Il crollo del PIL prosegue e si aggrava (per il 2009 si prevede un’involuzione forse del 2% della produzione nazionale) e quindi, nonostante la scelta di non ricorrere per l’ennesima volta alla crescita del debito pubblico pur di fronteggiare la crisi, il rapporto fra lo stesso e il PIL dovrebbe attestarsi al 111,2%, sopravanzando di oltre cinque punti rispetto al 2008 e vanificando i piccoli miglioramenti che lentamente si erano raggranellati negli anni precedenti.

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Telecom: crisi, esuberi, scioperi e fusioni

La situazione di Telecom Italia, già  in pesante difficoltà  da parecchi mesi, si èaggravata ulteriormente negli ultimi tempi, come inevitabile conseguenza della crisi globale.

In precedenza, i vertici della società  e i sindacati avevano trovato un faticoso accordo, dopo lunghe trattative, che prevedeva la messa in mobilità  di ben cinquemila dipendenti. Ma ora che filtrano i piani della dirigenza di Telecom e del suo amministratore delegato Franco Bernabà¨, le rappresentanze dei lavoratori ritornano precipitosamente sul sentiero di guerra.

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Recessione, previsioni sempre pi๠fosche

Le pi๠autorevoli istituzioni italiane ed europee sembrano fare a gara ad attribuire alla crisi globale in atto dei caratteri di gravità  sempre pi๠pesanti.

L’ultima ad aver preso la parola èstata la Commissione Europea, che ha aggiornato le stime sul 2009, purtroppo ulteriormente al ribasso. La crescita del PIL a livello comunitario èstata nel 2008 di appena l’1%, mentre le previsioni per il 2009 parlano di una decrescita pari all’1,8%.

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L’appuntamento con la ripresa ènel 2010

A dispetto degli sforzi dei governi di tutto il mondo, il 2009 sarà  un anno molto duro per l’economia globale; la crisi, anzi, si estenderà  anche ai Paesi meno sviluppati, sostanzialmente immuni fino a questo momento. Ma l’anno prossimo si avrà  finalmente la ripresa, e sarà  una ripresa “significativa”.

A dirlo èil governatore della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, che al momento vede in atto una spirale perversa che coinvolge finanza ed economia reale. Le manovre messe in campo dai governi europei vanno nella giusta direzione, ma il sistema non le ha ancora assorbite: perciಠl’uscita dal tunnel appare ancora distante, ma non èirraggiungibile.

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La recessione colpisce anche i professionisti

Sono ormai un ricordo lontano i tempi in cui i liberi professionisti potevano essere visti come una ristretta e facoltosa casta di privilegiati cittadini.

La continua crescita del loro numero nel corso degli ultimi decenni a fronte di un sistema imprenditoriale sostanzialmente statico ne ha ridimensionato nettamente le fortune, e in questo quadro la recessione di questi mesi non ha certo giovato.

Il discorso, perà², varia a seconda della categoria. Quella forse pi๠in difficoltà  ècostituita dagli ingegneri: sono oltre duecentomila in Italia a spartirsi una sempre pi๠magra torta, resa ancor meno appetibile con la crisi delle imprese le cui commesse determinano una quota enorme dei normali compensi.

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Precari e immigrati le prime vittime della crisi

Secondo le drammatiche previsioni del centro studi di Confindustria, fra la seconda metà  del 2008 e i primi sei mesi del 2009 si perderanno in Italia circa seicentomila posti di lavoro.
Se dunque ben pochi dipendenti possono dire di dormire sonni tranquilli, èchiaro che comunque alcune categorie dovrebbero soffrire pi๠di altre il momento di difficoltà  che stiamo vivendo.

Il primo anello debole della catena dell’occupazione, in particolare, sembra essere il lavoratore straniero, specie se extracomunitario, dotato di qualifiche generiche.

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Boom della cooperazione fra aziende

à‰ un fenomeno ormai antico e radicato nel nostro Paese, ma con il passare degli anni non sembra subire alcun arresto ma tende al contrario a diffondersi ulteriormente.

Si tratta della cooperazione fra imprese diverse: èun fenomeno ben diverso da quelle del gruppo aziendale, perchè in quest’ultimo caso abbiamo varie società  che rispondono alla strategia unitaria di un unico soggetto economico.

Qui invece si parla di imprese che rimangono a tutti gli effetti distinte l’una dall’altra, ma che pur non rinunciando alla concorrenza trovano ugualmente il modo di collaborare, per affrontare insieme i problemi comuni.

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L’Economist boccia l’Italia

Il giorno in cui un giornale britannico tesserà  le lodi del sistema-Italia sarà  probabilmente un evento a cui nessuno di noi riuscirà  ad assistere. E tuttavia, sarebbe sciocco sottovalutare le frecciate che i giornalisti stranieri scoccano periodicamente contro il nostro Paese, perchè il fondamento di certe critiche indubbiamente esiste.

Una certa attenzione, da ultima, se l’ guadagnata una ricerca del quotato “The Economist”, che ha pubblicato i risultati di uno studio in cui sono messi a confronto diversi parametri sulla competitività  dei vari Paesi europei. L’Italia, non c’era da dubitarne troppo, èclassificata all’ultimo posto fra i Paesi dell’Europa occidentale.

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Crescenti incertezze sull’inflazione

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àˆ almeno da quasi sette anni, da quando cioèl’euro ha terminato la sua esistenza virtuale e ha cominciato a girare concretamente nelle nostre tasche che l’ISTAT èsubissato di critiche sulle modalità  di rilevamento del tasso di inflazione, che all’Istituto Nazionale di Statistica appare sistematicamente molto pi๠ridotto di quello che invece viene percepito dai consumatori.

Che questa divergenza dipenda dalla suggestione dei cittadini o da un’errata composizione dei panieri elaborati dagli esperti dell’Istituto, o magari da entrambi i fattori congiuntamente, al momento non èancora dato sapere. Certo èche anche in questo autunno 2008 la bagarre sui prezzi sembra non accennare ad estinguersi.

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Impresa italiana mondiale

L’impresa italiana èmalata e cosଠanche il lavoro.

Molti attribuiscono la colpa alla concorrenza incessante cinese e questo èvero in parte, poichèla colpa non èsolo della Cina che con i suoi prodotto sempre pi๠spesso di pessima qualità  e contraffatti invade il mondo, ma anche del nostro governo e di gran parte della popolazione italiana.

Gli italiani sono molto bravi a criticare l’operato degli altri
, anche se a volte da quell’operato sarebbe meglio imparare e questo perchèsiamo molto individualisti e non amiamo quasi mai il concetto di squadra.

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