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Fisco, parte la caccia ai mancati versamenti

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Moltissimi contribuenti (per problemi di liquidità , per negligenza o per libera scelta) non versano le somme dovute a titolo di acconto o saldo delle imposte alle scadenze di legge.

Questo dipende in gran parte dall’esistenza dell’istituto del ravvedimento operoso, che consente al contribuente di regolarizzare i propri debiti fiscali versando successivamente delle somme irrisorie a titolo di sanzioni e interessi.


Oltretutto, il tempo a disposizione per sanare la propria posizione èmolto ampio: il termine ultimo della dichiarazione riferita al periodo d’imposta in corso. Percià², saltando ad esempio il versamento IVA del febbraio 2009 si ha tempo fino al 30 settembre 2010 per rimettere le cose a posto. Normale, dunque, che molti contribuenti rinviino i pagamenti d’imposta a quando gli fa pi๠comodo.

C’ perಠun limite: non èammesso ricorrere al ravvedimento operoso quando sono iniziati controlli a carico dei contribuenti. Sarebbe troppo comodo, d’altronde, regolarizzare il tutto non appena si ha il sentore di essere nel mirino del Fisco.


Il fenomeno delle imposte non versate per tempo, nell’ultimo anno, ècresciuto a livello esponenziale, determinando problemi significativi nelle casse dell’Erario.

L’Agenzia delle Entrate ha perciಠannunciato l’avvio di un’intensa campagna di controlli, che mira a mettere in luce il prima possibile i versamenti mancati, già  sulla base delle ultime dichiarazioni presentate.

Saranno esaminate, soprattutto, le posizioni pi๠anomale (per esempio, un contribuente che ha sempre versato tutto regolarmente e ha di colpo saltato una scadenza) e quelle con i debiti pendenti pi๠ingenti.
Quest’improvvisa campagna di controlli ha suscitato le proteste delle associazioni dei contribuenti e degli imprenditori, che – vedendo di colpo a rischio la possibilità  di ricorrere al ravvedimento operoso – rischiano ora di subire sanzioni salate anche per gli sforamenti di qualche giorno.