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Small Business Act per le microaziende

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Il Governo italiano ha varato il recepimento della direttiva europea nota come “Small Business Act”.

Tale direttiva risale al giugno del 2008, ed èoccorso un anno e mezzo per vederne l’attuazione nel nostro Paese: va perಠsottolineato come in realtà  l’Italia sia stata il primo fra i ventisette membri comunitari ad arrivare alla fine del percorso di ricezione.


Come s’intuisce dal nome, la direttiva vede come destinatario privilegiato le piccole e medie imprese, che peraltro sono di gran lunga la maggioranza (in Italia si aggirano intorno ai sei milioni). La finalità  èquella di sostenerle semplificandone la vita amministrativa e riducendo alcuni intoppi burocratici.
Nel dettaglio, la nuova legge impegna il Parlamento ad approvare una legge annuale dedicata al sostegno delle PMI, ma anche ad adottare progressive semplificazioni negli adempimenti amministrativi e rimuovere i lacci alla loro nascita, per esempio con lo sviluppo degli sportelli unici per le imprese e della comunicazione telematica con i vari enti pubblici.

Si richiede, inoltre, il rafforzamento delle misure finanziarie a sostegno delle PMI, a partire dal Fondo di Garanzia, includendo la promozione di rapporti privilegiati con le istituzioni bancarie.


Ancora: si vincola il Parlamento ad eseguire una stima sugli effetti, economici e non, che ogni futura nuova legge determinerà  in capo alle piccole e medie imprese, anche mediante l’apertura di tavoli consultivi con le rappresentanze di categoria.

Com’ evidente, si tratta sostanzialmente di dichiarazioni di intenti: le conseguenze concrete dello Small Business Act saranno valutabili solo con i passi successivi. Il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ècomunque ottimista: si stima che l’insieme di queste misure possa pesare positivamente sul PIL di circa lo 0,3% annuo, e possa rilanciare l’occupazione con almeno altri diecimila posti di lavoro.