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Elenco dei Paesi ‘Black list’

Vediamo il contenuto dei due decreti ministeriali in materia di Paesi “black list”.
Il primo, datato 4 maggio 1999, elenca i seguenti Stati e territori: Alderney, Andorra, Anguilla, Antigua & Barbuda, Antille Olandesi, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belize, Bermuda, Brunei, Cipro, Costarica, Dominica, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Filippine, Gibilterra, Gibuti, Grenada, Guernsey, Hong Kong, le isole Vergini Britanniche, di Man, Cayman, Cook e Marshall, Jersey, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Malaysia, Maldive, Malta, Mauritius, Monaco, Montserrat, Nauru, Niue, Oman, Panama, Polinesia Francese, St. Kitts & Nevis, St. Lucia, St. Vincent & Grenadine, Samoa, San Marino, Sark, Seychelles, Singapore, Svizzera, Taiwan, Tonga, Turks & Caicos, Tuvalu, Uruguay e Vanuatu.


Il secondo, datato 21 novembre 2001, elenca innanzitutto i Paesi per le quali tutte le operazioni sono considerate a rischio: sono gli stessi territori già  indicati nel primo decreto, togliendo perಠAntigua (ma lasciando Barbuda), Bahrein, Costarica, Dominica, Emirati Arabi Uniti, Malta, Mauritius, Monaco, Panama, San Marino, Svizzera, Taiwan e Uruguay, e aggiungendo Guatemala, Herm, Isole Vergini Statunitensi, Kiribati, Nuova Caledonia, Salomone e Sant’Elena.

Quindi, il secondo decreto cita tre Paesi per cui le operazioni sono considerate generalmente a rischio salvo esplicite esclusioni: Bahrein, con esclusione delle società  che svolgono attività  di esplorazione, estrazione e raffinazione nel settore petrolifero; Emirati Arabi Uniti, con esclusione delle società  operanti nei settori petrolifero e petrolchimico assoggettate ad imposta; Monaco, con esclusione delle società  che realizzano almeno il 25% del fatturato fuori dal Principato.


Rimangono infine altri Paesi per cui, all’opposto, solo determinate operazioni sono considerate a rischio. Si tratta di Angola, Antigua, Corea del Sud, Costarica, Dominica, Ecuador, Giamaica, Kenya, Lussemburgo, Malta, Mauritius, Portorico, Panama, Svizzera e Uruguay.

Le situazioni a rischio per quest’ultimo elenco sono articolate e specifiche: rinviamo dunque alla lettura del decreto ministeriale per ogni approfondimento.