Sono diffusi in tutta l’Italia, ma èsoprattutto nel Nord-Est che esse hanno assunto un ruolo-chiave nel prodigioso sviluppo economico di quelle aree.
Il distretto èuno straordinario laboratorio in cui convivono senza apparenti difficoltà due elementi normalmente ben distinti: cooperazione e concorrenza. Un peculiare mix di elementi, che ha sollecitato negli anni l’interesse delle autorità economiche di molti Paesi, che hanno cercato di trasportare il nostro modello all’estero (con risultati alterni).
Da tempo si discute di adottare un sistema fiscale diverso per i distretti, al fine di avvantaggiarli e favorirne lo sviluppo. Esistono, anzi, già da anni delle leggi che prevedono l’istituzione di una tassazione comune a livello di distretto, simile a quella adottabile nei gruppi aziendali.
Tuttavia, non èmai intervenuta una norma applicativa che traduca queste ipotesi in una realtà effettiva. Anche recentemente il ministro Tremonti si èdetto favorevole ad una rapida approvazione dell’iter che dovrebbe portare al nuovo sistema fiscale, ma molti restano i punti in sospeso. Non èchiaro, pi๠di tutto, se il sistema sarà da considerarsi obbligatorio o se singole aziende possano mantenere una fiscalità a sè stante.
Tremonti deve perಠtenere conto delle opposizioni: sono molti i piccoli imprenditori che ritengono un fattore di sviluppo l’autonomia delle loro realtà aziendali e rifiutano l’idea di una tassazione comune, perchè sarebbe un passo troppo netto verso l’ingabbiamento della loro dinamica realtà aziendale in uno schema rigido e omogeneizzante.