
Dopo un anno dal conseguimento del diploma, il 62% degli studenti trova lavoro stabile, con uno stipendio medio annuo lordo che oscilla intorno ai venticinquemila euro: una cifra notevole per qualunque neo-laureato.

Dopo un anno dal conseguimento del diploma, il 62% degli studenti trova lavoro stabile, con uno stipendio medio annuo lordo che oscilla intorno ai venticinquemila euro: una cifra notevole per qualunque neo-laureato.
Gli ingegneri, in effetti, godono della fama di essere coloro che prima di ogni altro reperiscono un impiego (la metà di loro trova occupazione in un paio di mesi), ma il discorso non èuniforme fra i molti rami della laurea.

àˆ per questo che il tasso d’abbandono del corso èridottissimo (4,6% nel primo anno) e gli studenti fanno il possibile per arrivare in fondo al corso.
Ma la strada èdavvero interminabile. Il corso legale di studi dura sei anni, cui vanno aggiunti dai tre ai sei anni ulteriori per la specializzazione. Quest’ultima, tutt’altro che una perdita di tempo, èciಠche in genere offre la carta decisiva da giocare sul mercato del lavoro.

Tre strade, perà², quantomai difficili e ultra-selettive, dato che la carriera forense richiede due anni di praticantato solitamente gratuito, un esame di Stato piuttosto difficile (molti lo fanno in Spagna) e un mercato saturo in cui èormai arduo emergere.

Lo conferma il portale Monster, secondo il quale addirittura il 42% delle offerte pubblicate concerne laureati nell’area economica.

Al contrario di quanto èfacile immaginare, non ènecessariamente l’insegnamento l’unico sbocco per i letterati. Anzi, le ultime analisi parlano di un 20% circa di laureati che punta in quella direzione, peraltro sempre pi๠ardua a causa della riduzione negli anni dei concorsi di assunzione nella scuola pubblica.

Almalaurea èun ente cui aderiscono cinquantatrè atenei italiani, ma l’analisi si estende a tutto campo all’intero mondo accademico. Vediamo dunque alcuni stralci dell’analisi, riferiti alla situazione generale e ad alcuni fra i settori di studio pi๠importanti.

Tuttavia, per quelle persone (soprattutto giovani) che sperano di passare i mesi estivi in qualche angolo d’Europa per un lavoro stagionale e magari per imparare una lingua, qualche possibilità c’, a cercare bene.

Fra le altre cose, si tratterebbe di incrementare almeno del 20% la quota di energia proveniente da fonti pulite e rinnovabili.

Si calcola che attualmente siano circa quindicimila i lavoratori del settore in tutta Italia, sparsi fra grandi aziende e piccole ditte, ma si ritiene che nei prossimi dieci anni si possa arrivare fino a centomila occupati.
Dell’estensione dell’applicazione dello strumento delle prestazioni accessorie occasionali si ègià trattato in un precedente articolo.
Ma per chi èin cerca di un’occupazione ritorna utile anche la disposizione che impone ai centri per l’impiego e a tutti gli organismi analoghi di rendere pubbliche tutte le opportunità di lavoro di cui fossero a conoscenza tramite adeguati canali d’informazione con aggiornamento settimanale.

Ikea, la popolare multinazionale svedese del settore degli arredi che negli ultimi anni ha acquisito una fama enorme per i bassi prezzi praticati a dispetto della buona qualità dei suoi prodotti, ha annunciato l’intenzione di aprire nel corso del 2009 altri quattro punti-vendita: a Collegno (TO), a Villesse (GO), a Rimini e a Salerno, che vanno ad aggiungersi ai quattordici già esistenti sul suolo italiano.

Il quadro presenta molti punti che generano sconforto. La situazione èmolto grave soprattutto per quello che riguarda le Regioni meridionali: si calcola che siano quasi un milione e mezzo i lavoratori in nero, includendo sia quelli del tutto privi del contratto di lavoro (tre su quattro) che quelli che un contratto l’hanno stipulato ma ècome se non esistesse, in quanto orari e retribuzione sono ben lontani dall’essere rispettati.
Nel Sud, il tasso di disoccupazione si aggira intorno all’11%, contro il 6% del Nord, ma le punte sono in realtà ben pi๠elevate se consideriamo le persone senza un’elevata qualificazione professionale, e soprattutto i giovani e le donne (oltre il 50% delle donne meridionali non lavora).