Le promozioni, infatti, sono divenute sempre pi๠frequenti e selvagge, con un incremento esasperato della concorrenza; e tutto questo innesca un circolo vizioso da cui sarà difficile uscire.
Vendere a basso prezzo, infatti, porta spesso a coprire a malapena i costi sostenuti, se non addirittura a lasciarli scoperti. Finchè si tratta di operazioni limitate e per sconti contenuti, questo puಠcomunque essere una mossa efficace anche per favorire la fidelizzazione del cliente; esagerare, perà², finisce per creare problemi reddituali cosଠgrandi da mettere in crisi i negozianti.
Oltretutto, la guerra degli sconti riduce ogni effetto di fidelizzazione e fa venir meno anche il tradizionale “effetto-regalo†che si accompagna ad una promozione: inutile correre oggi al supermarket A ad approfittare dei nuovi sconti, se so benissimo che B domani ne bandirà un’altra e magari dopodomani ce ne sarà un’altra da C.
D’altronde, le perduranti difficoltà del potere d’acquisto dei consumatori impediscono di abbandonare questa strategia ormai obbligata; e i distributori sono cosଠinterdipendenti dal sistema delle promozioni che sono disposti ad accollarsi la gran parte della loro onerosità : se prima produttore e distributore si ripartivano le perdite da promozione al 50 e 50, ora ci si stabilizza sul 40 e 60.
Poche le idee per uscire dal circolo vizioso. Un’ipotesi che sta trovando consensi èquello di personalizzare le promozioni per i clienti pi๠fedeli (chi ne fruirà sugli alimentari, chi sui casalinghi…) e concentrarle sui prodotti di maggiore qualità , al fine di mantenere l’affezione del cliente anche per dopo.