Il quotidiano economico “Italia Oggi†mette in luce un fenomeno probabilmente sconosciuto ai consumatori italiani:
quello dell’olio d’oliva importato massicciamente dalla Spagna e dai Paesi maghrebini, spacciato per extravergine e che extravergine non èaffatto.
Il procedimento eseguito nei laboratori esteri pare che sia tecnicamente molto semplice e, soprattutto, molto redditizio: le aziende agroalimentari acquistano grandi quantità del poco costoso olio “lampante†(una qualità minore, ottenuta mediamente spremitura meccanica delle olive, caratterizzata da forte acidità e altri difetti organolettici), lo alterano mediante processi fisici volti a deodorarlo e renderlo pi๠passabile, e infine lo rivendono con l’etichetta di extravergine.
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