Domande ex Inpdap e Enpals online sul sito Inps

Nel processo di informatizzazione portato avanti dall’Inps, che ha come obiettivo la dematerializzazione delle istanze relative ai servizi forniti dall’istituto, sono stati coinvolti anche Inpdap e Enpals, a seguito della fusione tra i tre enti prevista dalla manovra finanziaria di fine 2011.

A tal fine èstato predisposto apposito calendario di tutti i servizi che a partire dalla data indicata per ciascuno di essi potranno essere richiesti esclusivamente attraverso la modalità  telematica, direttamente dal sito dell’Inps.

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Conferma detrazioni 2010 pensionati Inpdap

Per i pensionati Inpdap èstata leggermente modificata la procedura volta alla presentazione della domanda per ottenere gli sconti fiscali per carico fiscale, ossia le cosiddette detrazioni fiscali. L’Inpdap, infatti, ha deciso di facilitare il compito a tutti i pensionati che nel 2011 devono semplicemente confermare il contenuto della richiesta dell’anno precedente.

A tal fine l’Istituto invierà  a ciascun pensionato due moduli: uno già  precompilato con i dati indicati nel 2010 e uno da compilare a cura del pensionato nel caso in cui le informazioni necessarie per ottenere le detrazioni abbiano subito una variazione.

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Pensioni, molte ipotesi sul tavolo

brunetta

àˆ ormai imminente la presentazione da parte del ministro Brunetta del progetto di riforma del sistema pensionistico dei dipendenti pubblici, per rispondere alla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha imposto la pari età  pensionabile fra uomini e donne (attualmente fissata a 65 e 60 anni); ed èpalese che una rivisitazione del sistema pubblico, per motivi costituzionali di uguaglianza, dovrà  essere estesa anche al settore dei dipendenti privati.

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Dalla UE un monito forte sulle pensioni

Pensione

La notizia èpassata forse inosservata, ma non c’ dubbio che la sentenza della Corte di Giustizia depositata lo scorso 13 novembre abbia fatto venire i sudori freddi al Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Il principio fissato dai giudici comunitari èdi quelli destinati a fare storia: non èammissibile che uomini e donne vadano in pensione ad età  differenti.

Secondo l’attuale normativa, i dipendenti pubblici di sesso maschile raggiungono l’età  per la pensione di vecchiaia a 65 anni e le donne a 60. Poichè perಠa versare le pensioni èlo Stato (tramite l’apposito ente previdenziale, l’INPDAP), esse sono da considerarsi a tutti gli effetti come retribuzioni.
La UE infatti ritiene di carattere retributivo ogni somma che un datore di lavoro eroga all’ex dipendente alla cessazione del rapporto di lavoro. E poichè nel caso in questione, lo Stato riveste sia il ruolo di datore che di erogatore delle somme, la pensione dei dipendenti pubblici èa tutti gli effetti una forma di retribuzione. E ovviamente non èconsentito stabilire discriminanti fra uomini e donne nel percepire una retribuzione, nemmeno per questioni di età .

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