Economia fa ormai definitivamente rima con ecologia e, a confermarlo una volta di pià¹, sarebbero i dati del Grant Thornton International Business Report sul futuro, per lo meno a breve termine, delle imprese cleantech e delle piccole e medie imprese non cleantech.
Mettersi a lavorare in proprio, ovverosia avviare una propria attività imprenditoriale, in periodi di forte crisi economica e finanziaria, quale quello che l’Europa tutta, con una disoccupazione ormai arrivata all’11,3% (il valore pi๠alto mai registrato sin dall’introduzione della moneta unica) ed una disoccupazione giovanile ormai prossima al 23%, non sarebbe poi cosଠbizzarro o inusuale come in realtà potrebbe sembrare.
Aprire una propria attività commerciale, checchè ne dica l’Osservatorio Demos – Coop da noi pubblicato solamente qualche giorno fa (e viziato, con ogni probabilità , dai terribili effetti dell’attuale crisi economico-finanziaria), rimane probabilmente il sogno nel cassetto della maggior parte degli italiani che, timorosi delle conseguenze, forse anche psicologiche, di un eventuale fallimento (evenienza che, purtroppo, sarebbe sempre necessario mettere in conto), rinuncerebbero al proprio progetto anche in periodi economici sicuramente pi๠fertili, redditizi, favorevoli e propiziatori.
Le dimensioni ridotte delle imprese rappresentano per il sistema Paese un freno all’innovazione, e per questo occorre incentivare sia le politiche industriali, sia le aggregazioni attraverso il modello delle reti di impresa.
A farlo presente èstato Gianfranco Simoncini, Assessore alle Attività Produttive della Regione Toscana nel sottolineare come il modello delle reti di impresa si sposi bene con il tessuto imprenditoriale sul territorio in quanto composto in prevalenza proprio dalle PMI. Le reti di impresa, infatti, favoriscono lo sviluppo e, di riflesso, permettono di andare oltre la crisi guadagnando in competitività ed in sviluppo a medio ed a lungo termine.
Ammontano ad oltre 21 milioni di euro, nella Regione Sardegna, le risorse per le PMI operanti sul territorio affinchè queste possano mettere a punto e finanziare programmi per l’innovazione. Questo dopo che l’Amministrazione regionale, ed in particolare l’Assessorato regionale all’industria, ha approvato l’apposito testo che fissa le disposizioni da osservare per la presentazione delle domande.
Trattasi, nello specifico, di un Bando che, poggiando sulle risorse previste dal Fondo europeo di sviluppo regionale, mira a sostenere i programmi per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, per l’innovazione commerciale ed organizzativa, ma anche per la tutela ambientale e per l’innovazione tecnologica.
Scadono il 31 gennaio del 2012 i termini di partecipazione ad un Bando denominato “Idea Innovativa, la nuova imprenditorialità al femminile“. Il Bando èpromosso dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità femminile della Camera di Commercio di Roma, e prevede un premio pari a 5 mila euro a quell’idea imprenditoriale, da parte delle donne, che risulterà essere pi๠competitiva ed innovativa.
Sono ammesse a partecipare, in accordo con quanto riporta il sito Internet della Camera di Commercio di Roma, le piccole imprese e le micro imprese operanti sul territorio della Capitale e della provincia nei settori dei servizi, agricoltura, commercio ed anche industria ed artigianato.
Incentivi variabili tra i 6.000 e gli 8.000 euro al fine di poter finanziare la fruizione di servizi per l’innovazione organizzativa e/o tecnologica. Succede in Provincia di Macerata dove l’Amministrazione in questi giorni ha reso noto d’aver prorogato il relativo Bando fino al 16 gennaio del 2012 ai fini della presentazione delle domande.
Il Bando, in particolare, èstato indetto dalla Provincia di Macerata, èriservato alle imprese che operano sul territorio provinciale, e poggia anche sul contributo del Fondo Sociale Europeo, nello specifico sull’FSE POR Marche a valere dall’anno 2007 all’anno 2013.
Le imprese fanno squadra contro la crisi, spesso aggregandosi in rete; ma in Italia le imprese sono pronte anche ad “aiutare” lo Stato in questo momento difficile caratterizzato da attacchi speculativi sul nostro debito pubblico.
In particolare, secondo quanto reso noto dalla Camera di Commercio di Milano, le imprese del capoluogo lombardo sarebbero pronte e ben propense ad investire fino a complessivi due miliardi di euro per sostenere la ripresa; ed in un caso su due le imprese milanesi si sono dichiarare pronte ad acquistare i Bot ed i Btp. Ed in cambio, cosa vorrebbero le imprese?
Talvolta puಠverificarsi che un imprenditore necessiti del soccorso finanziario di un’altra persona ma non desideri avere un socio; oppure, al contrario, puಠessere il terzo ad avere interesse ad investire in una piccola impresa senza voler perಠstipulare un vincolo piuttosto impegnativo come sarebbe un contratto di società .
Il Codice Civile, negli articoli dal 2549 al 2554, prevede due istituti (piuttosto simili fra loro) che consentono di coniugare queste esigenze in maniera originale, che si pone al di fuori del consueto dualismo fra conferimenti di capitale proprio e finanziamenti con capitale di credito.
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