Sono ormai decenni che si discute, senza troppo costrutto, sulla
regolarizzazione amministrativa e fiscale di chi esercita la
prostituzione: salvo rari casi, infatti, i redditi (talvolta ingenti) di chi pratica il mestiere pi๠antico del mondo sono totalmente esentasse.
In attesa di una futuribile norma tributaria che intervenga a regolare la materia, occorre applicare le leggi di carattere generale. In linea di massima, le commissioni tributarie che si sono occupate della questione hanno uniformemente definito tali redditi come proventi di lavoro autonomo, e dunque assoggettabili alle relative regole, includendo gli obblighi di fatturazione e di tenuta delle scritture contabili.
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