Maternità  e paternità , nuovi diritti dall’Europa

Il Parlamento Europeo, dopo lunghe discussioni, ha dato il suo benestare ad una proposta di legge che estende in misura significativa i diritti delle madri lavoratrici e dei padri lavoratori.
In realtà , il voto non ha un valore definitivo: occorrerà  il placet del Consiglio dei Ministri dei ventisette Paesi, che decideranno prossimamente a maggioranza ponderata, e alcune nazioni come Francia e Regno Unito (dove i diritti in questione sono oggi piuttosto modesti) hanno annunciato battaglia.

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Promuovere le pari opportunità  conviene all’azienda

lavoratrice donna

Quello delle pari opportunità  èun capitolo assolutamente sfumato all’interno delle relazioni interaziendali.

La legge, infatti, promuove l’adozione, da parte dei datori di lavoro, di “azioni positive” che favoriscano il raggiungimento dell’effettiva parità  sul luogo di lavoro fra uomo e donna, soprattutto a favore delle giovani mamme o delle lavoratrici in procinto di sposarsi, spesso destinatarie di ingiustificati licenziamenti.

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Maternità  anticipata

diventare madre

La nostra legge, come tutti sanno, impone alle lavoratrici-madri il diritto-dovere di astenersi da qualsiasi prestazione lavorativa per cinque mesi: ordinariamente si tratta dei due mesi precedenti alla data presunta del parto e i tre successivi (ma esistono delle possibilità  di elasticizzare tale periodo).

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Lavoro minorile e lavoratrici-madri (VI)

Il congedo di maternità  èobbligatorio per legge: nè il datore di lavoro nè la lavoratrice-madre (o padre, quando èlui a fruirne) possono porre alcuna deroga. Discorso diverso per il cosiddetto “congedo parentale”: esso, infatti, èuna libera scelta del genitore.

Al termine del periodo di maternità , pertanto, la lavoratrice-madre (o, in alternativa, il padre) puಠchiedere un ulteriore congedo fino al massimo di sei mesi, o, se vi èun unico genitore, fino a dieci mesi. Si possono avere ulteriori proroghe se il figlio èportatore di handicap.

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Lavoro minorile e lavoratrici-madri (V)

Stabilito, dunque, che le donne in quanto tali nel nostro tempo non hanno pi๠bisogno di specifica protezione, il legislatore ha perಠdedicato un’attenzione particolare alla lavoratrice che èanche madre di famiglia.

Qui il discorso, infatti, èdel tutto differente: non ètutelato il “sesso debole” ma la particolare funzione che la donna assume in quanto madre.

La legge prevede, dunque, una serie di protezioni contenute oggi nella legge 151/2001, che ha anche introdotto una notevole innovazione rispetto al passato: la possibilità  di estendere o trasferire le tutele al lavoratore-padre, in tutte le ipotesi in cui non sia la madre a fruirne, per scelta o impossibilità .

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Lavoro minorile e lavoratrici-madri (IV)

Le azioni per le pari opportunità  possono sorgere in direzione di numerosi obiettivi: favorire la diversificazione professionale delle donne; garantire un maggiore equilibrio fra gli impegni lavorativi e quelli familiari; promuovere una loro maggiore presenza in quegli ambiti dove esse sono sotto-rappresentate.
A differenza delle norme di tutela propriamente dette, la legge sulle pari opportunità  non interviene “contro” ma “pro”.

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Lavoro minorile e lavoratrici-madri (III)

Come già  accennato, il complesso sistema di tutele previsto per le donne lavoratrici èstato spazzato via nel 1977, in quanto fortemente avversato dai movimenti femministi e ritenuto lesivo della parità  fra i sessi. Restavano in piedi solo il divieto di lavoro notturno (cancellato a sua volta diversi anni dopo) e una norma di tutela molto particolare, tuttora vigente: il divieto di licenziamento intimato alla lavoratrice nel cosiddetto “periodo matrimoniale”, ossia dalla data della pubblicazione degli annunci nuziali fino ad un anno dopo la celebrazione del matrimonio.

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Lavoro minorile e lavoratrici-madri (II)

L’evoluzione legislativa in materia di tutela a lavoratori minorenni e lavoratrici-madri èstata costellata da moltissime tappe di rilievo, che hanno portato il diritto del lavoro ad assumere la forma attuale.

Vediamo dunque di chiarire qual èil quadro delle principali leggi oggi vigenti.
Iniziamo dai minori. Le leggi sul lavoro li distinguono in due categorie: i bambini (fino ai quindici anni di età ) e gli adolescenti (dai sedici ai diciotto anni). Coloro che tuttavia hanno compiuto o superato i sedici anni ma non hanno ancora assolto l’obbligo scolastico sono assimilati ai bambini.

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Lavoro minorile e lavoratrici-madri (I)

Nel Diciannovesimo Secolo, l’età  del liberismo, si pensava che i rapporti fra datore di lavoro e dipendente dovessero essere interamente regolati dalle parti, senza alcuna ingerenza da parte dello Stato. Questo, come tutti sanno, ingenerava incredibili abusi ai danni del lavoratore, parte debole del contratto.

Le primissime leggi in materia di lavoro emanate alla fine dell’Ottocento intervenivano proprio per sanare gli eccessi pi๠intollerabili, soprattutto a favore delle categorie di lavoratori considerate in assoluto pi๠meritevoli di tutela: i minori di età  e le donne.

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Maternità  contratto lavoro

Leggo in internet la storia di Silvia, lavoratrice in una multinazionale.

Rimase incinta e andಠin maternità , come era garantito dal suo contratto. Al suo rientro, scoprଠche era stata retrocessa nelle sue mansioni. Era una laureata e all’interno dell’azienda svolgeva un ruolo qualificato, ma questo era prima di mettere al mondo un figlio.

Da quel punto in poi, per i suoi datori di lavoro lei era buona al massimo per fare la segretaria.
Storie cosà¬, in Italia, sono all’ordine del giorno.

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Costi elevati diventare mamma

diventare madre ètroppo caro

A quanto pare in Italia èdiventato difficile anche fare la mamma, non solo a livello sociale, fatiche e termini di tempo, da un po’ di anni le mamme accusano i politici di non controllare l’incessante innalzamento dei prezzi dei prodotti indispensabili per far crescere un bambino.

Le aziende produttive giocano sul fatto che in Italia, le mamme farebbero di tutto per il proprio neonato senza badare a spese, ma vedendo che negli altri paesi europei, il prezzo èpi๠che dimezzato, queste si sentono un po’ prese in giro e non capiscono il perchèin Italia lo stesso prodotto debba costare di pià¹.

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Lavoratrici mamme in Spagna

Donne spagnole: probabilmente le pi๠emancipate d’Europa.

Grazie alla “legge di uguaglianza”, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo mese, la situazione lavorativa per le spagnole sembra destinata a un notevole miglioramento.

Oggi le manager spagnole, a differenza delle donne italiane lavoratrici, sono solo il 4,6 %, terzultime nella graduatoria europea; purtroppo l’ultima postazione spetta alle italiane.

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Congedi Parentali e maternità 

Il D.Leg.vo 26/03/2001 n. 151 e la Legge 8/3/2000 n. 53, apportano nuove discipline a sostegno e a tutela della maternità  e della paternità .

Nei primi otto anni di vita del bambino, ciascun genitore ha diritto di astenersi dal lavoro per un periodo complessivo di sei mesi; nel caso in cui sia presente un solo genitore, il periodo di congedo sarà  elevato a 10 mesi.

La lavoratrice madre, o il lavoratore padre di un minore con invalidità  grave, accertata in base alla legge n. 104/92 art. 4 , il periodo di congedo si protrarrà  fino ai tre anni di vita del bambino (salvo nei casi in cui sia ricoverato a tempo indeterminato, in centri specialistici).

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Maternità  a rischio, modulo astensione lavoro

NORMATIVA DI RIFERIMENTO:
Legge 30 dicembre 1971, n. 1204 abrogata dal D. Leg.vo 26 marzo 2001, n. 151 Legge 8 marzo 2000 n. 53.

Scarica il modulo per l’astensione dal lavoro quando la maternità  èa rischio:

download modulo

ASTENSIONE OBBLIGATORIA:

La lavoratrice madre ha ill diritto e dovere di usufruire dell’astensione obbligatoria dal lavoro due mesi prima del parto e tre mesi dopo, il trattamento economico èstabilito in base ai CCNL di categoria.

La lavoratrice in stato di gravidanza puಠoptare per lavorare fino ad un mese prima del parto e ad astenersi fino ai quattro mesi dopo, in questo caso la stessa deve fare certificare da un medico specialista le sue buone condizioni di salute e che la sua prosecuzione al lavoro non sia pregiudizievole al suo stato di gravidanza.

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