Home » Maternità  contratto lavoro

Maternità  contratto lavoro

Leggo in internet la storia di Silvia, lavoratrice in una multinazionale.

Rimase incinta e andಠin maternità , come era garantito dal suo contratto. Al suo rientro, scoprଠche era stata retrocessa nelle sue mansioni. Era una laureata e all’interno dell’azienda svolgeva un ruolo qualificato, ma questo era prima di mettere al mondo un figlio.

Da quel punto in poi, per i suoi datori di lavoro lei era buona al massimo per fare la segretaria.
Storie cosà¬, in Italia, sono all’ordine del giorno.




In Inghilterra invece(che si tratti forse di un paese pi๠civile? Mah..) la loro Corte Suprema ha decretato che tutto il tempo che una donna trascorre in maternità  deve essere contato come servizio effettivo, e che al suo ritorno la lavoratrice non deve essere in alcun modo penalizzata.

Insomma, se sei stata in maternità  anche un anno, e nel frattempo hai maturato i diritti a una promozione, ècome se tu fossi sempre stata là¬.

Per funzionare al meglio, la decisione dovrebbe essere applicabile anche ai padri che decidono di accollarsi una parte del permesso di maternità . In Italia, questo èpossibile nelle prime settimane di vita del bambino, ed èobbligatorio solo se la madre èmorta, inferma o ha abbandonato la prole.

In Inghilterra, la legge garantisce agli uomini fino a due settimane continuate di paternità  pagata (paternity leave) , oppure un periodo di aspettativa non pagata (parental leave).

Se da un lato èvero che i primi mesi di vita di un bambino sono legati strettamente al corpo della madre, specialmente se questa allatta al seno, èanche vero che dopo lo svezzamento (che avviene di norma intorno al quinto-sesto mese) un padre puಠprendersi cura del pargolo da solo: lo farebbe pi๠volentieri, forse, se non temesse di essere retrocesso. In assenza di un incentivo, èdifficile che un uomo faccia una scelta che potrebbe danneggiare non solo la sua carriera, ma anche il benessere economico della famiglia, soprattutto se èlui a guadagnare di pià¹.

L’Italia, dopo la Svezia, èil paese con i congedi di maternità  pi๠lunghi d’Europa. Non sono in pochi a brontolare per l’eccessiva lunghezza dei congedi parentali in Italia, accusando le donne di farne un uso strumentale per rimanere a casa “a non far niente, pagate” (come se un figlio fosse “non far niente”). Accorciare i congedi, o renderli parzialmente obbligatori anche per gli uomini, garantendo condizioni di rientro parimenti vantaggiose per entrambi i sessi, potrebbe essere un modo molto efficace per aumentare la condivisione delle responsabilità .

Viva, viva, l’Inghilterra(cantava Baglioni) che facilita la vita alle sue donne. Qui, in tutto questo cianciare di “politiche per la famiglia”, Pacs, Dico, ecc. ecc. gli aiuti alle madri lavoratrici restano un miraggio.