La proprietà non è solo la principale dei diritti reali, ma è certo uno dei diritti più importanti del nostro ordinamento..
Ma cosa si intende, esattamente, con “proprietà”? Possiamo definirla come il diritto di godere di un dato bene; questo significa il potere tutelato dalla legge di impiegare e consumare il bene, di spostarlo, di dividerlo, di cederlo o donarlo a terzi, perfino di distruggerlo o lasciarlo inutilizzato.
Il godimento sul bene avviene in maniera piena ed esclusiva a favore del proprietario, nei limiti che ci apprestiamo a descrivere.
Come ogni diritto reale, anche la proprietà è esercitabile erga omnes, e dunque nessuno può impedire ad un proprietario di fare quel che vuole dei propri beni. Questo, però, con due limiti: i diritti delle altre persone e i paletti fissati dalla legge nell’interesse generale.
In merito al primo punto, per fare un esempio banale, chi è proprietario di una radio può ascoltare la musica ma non ad un volume tale da disturbare i vicini di casa; in merito al secondo e ricorrendo ad un altro esempio banale, non si può fare quel che si vuole di un’arma di proprietà, ma occorre, fra le altre cose, tenerla smontata e rinchiusa in luogo sicuro.
La proprietà presenta alcune caratteristiche peculiari, messe in luce dagli esperti di giurisprudenza. Ad esempio, essa costituisce un diritto perpetuo e imprescrittibile; inoltre, è un diritto indipendente: non è possibile che lo stesso bene sia di proprietà contemporaneamente di più persone.
Semmai è possibile la comproprietà (o comunione), ma è un discorso differente: i comproprietari, infatti, sono, ciascuno indipendentemente dall’altro, proprietari soltanto di una quota del bene in oggetto, mentre è impossibile che tutti loro siano proprietari dell’intero bene.