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Revisione legge sul lavoro

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Il Governo Letta èfinalmente riuscito ad approvare in via definitiva il noto decreto lavoro, che nelle intenzioni dello stesso esecutivo avrà  il compito di stimolare l’occupazione e favorire le assunzioni da parte delle imprese, che come proprio riferଠalcune settimane fa lo stesso Premier non hanno pi๠scuse per non assumere ed aumentare il numero dell’organico.

Il decreto lavoro ha infatti concluso la fase di revisione della legge 92/2012, la ben nota riforma Fornero del lavoro, che nelle iniziali intenzioni auspicava una maggiore tutela dei lavoratori all’interno di un percorso pensato per incentivare una flessibilità  protetta.

Adesso la musica cambia con la pubblicazione del decreto legge n. 76 del 2013 da parte del Governo in carica, che supera la precedente normativa e introduce nell’ordinamento nazionale una nuova disciplina giuslavoristica nazionale.

Ma quali sono le principali novità  per i lavoratori? In primis ci sono delle novità  per quanto riguarda le dimissioni in bianco, un gravissimo malcostume che fino ad adesso era tollerato dalla legge, nonostante un primo intervento da parte della Fornero. La norma in materia di dimissioni era infatti già  prevista nella legge 92/2012 che aveva già  imposto l’obbligo di convalida delle dimissioni dal lavoro da parte delle Direzioni territoriali del lavoro, nel caso in cui tale dimissioni fossero avvenute nel periodo di gravidanza o nei primi tre anni di vita del bambino.

Tale controllo sarebbe stato effettuato anche dai Centri per l’Impiego nei casi diversi da quelli precedentemente citati. Questa tutela viene adesso estesa con la legge 76/2013 anche ai contratti noti come co.co.pro. Inoltre si cerca di punire duramente la pratica scorretta di far firmare le dimissioni in bianco al momento dell’assunzione. Tale malcostume adesso viene ostacolato attraverso un sistema di ingenti sanzioni che andranno dai 5 ai 30 mila euro per tutti i datori di lavoro che violeranno le regole.

Altro fenomeno del mondo del lavoro che il decreto occupazione tenta di stroncare èquello del lavoro nero, una vera piaga di molti settori dell’economia italiana.

Adesso il lavoratore puಠimmediatamente denunciare il datore di lavoro che gli propone del lavoro nero. Tale denuncia deve essere effettuata all’Ispettorato provinciale del lavoro o alla Guardia di Finanza. Nel caso in cui il lavoratore non voglia mettere il proprio nome, potrà  rivolgersi direttamente ai sindacati. Le sanzioni amministrative previste andranno dai 1.500 ai 12.000 euro per ogni lavoratore irregolare. Nel caso in cui il numero di lavoratori in nero superi il 20% dell’organico totale si puಠarrivare per legge alla chiusura temporanea dell’attività  imprenditoriale.