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Le regole per il lavoro notturno

La legge Biagi ha riformulato nel 2003 il concetto di “lavoro notturno”: ètale ogni prestazione lavorativa di durata pari almeno a sette ore consecutive delle quali almeno tre rientrino all’interno dell’intervallo compreso fra la mezzanotte e le cinque del mattino.

Poichè certo pi๠gravosa dell’attività  svolta durante le ore del giorno, da molti anni la legge e i contratti collettivi hanno stabilito che l’imposizione al lavoratore di un orario di lavoro notturno èconsentita solo qualora vi siano delle effettive esigenze da parte del datore in relazione alla natura dell’attività  svolta.


In ogni caso, al lavoratore èriconosciuta una maggiorazione sulla normale retribuzione, la cui entità  èstabilita solitamente dai contratti collettivi.

àˆ stato soppresso da anni l’antico divieto di sottoporre le donne al lavoro notturno; resta perಠvietato in modo assoluto che possano lavorare nelle ore notturne le lavoratrici in stato di gravidanza, nonchè le puerpere nell’anno successivo al parto

Per adibire un lavoratore ad operare nelle ore notturne ènecessario accertarsi che egli sia idoneo dal punto di vista psico-fisico: sarà  dunque cura del datore di lavoro sottoporre il dipendente ad una visita medica preventiva per assicurare tale idoneità , e successivamente ad intervalli periodici per confermarla nel tempo.


Il datore di lavoro ha anche altri due adempimenti da rispettare. Innanzitutto, egli deve valutare preventivamente con le rappresentanze sindacali aziendali le effettive esigenze della ditta perchè si lavori anche di notte e concordare le modalità  con cui soddisfarle.

Inoltre, occorre effettuare una comunicazione annuale all’Ispettorato del Lavoro e ai sindacati territoriali in cui dichiarare lo svolgimento di lavoro notturno e le modalità  con cui èseguito.