Si tratta di una preziosa occasione, rivolta soprattutto alle scolaresche e agli studenti universitari, per venire a contatto per un giorno con le realtà imprenditoriali e cominciare a trarre qualche considerazione pi๠concreta su “cosa fare da grandiâ€.
L’edizione di quest’anno era incentrata principalmente sulla formazione di genere tecnico, che nel nostro Paese ètradizionalmente molto carente se messa in comparazione con i livelli raggiunti da altri Stati, come la Germania, le nazioni scandinave o il Giappone.
La proposta di Confindustria (obiettivamente, tutt’altro che originale) èquella di favorire un maggiore contatto fra la realtà scolastica e i laboratori universitari da un lato e le industrie attive sul mercato dall’altro, con lo scopo di coniugare basi teoriche ed esigenze effettive di mercato.
E un ruolo indispensabile deve essere poi attribuito allo Stato, che deve fornire molte pi๠risorse alla ricerca e alla formazione tecnica, fin troppo sacrificate negli anni passati per esigenze di bilancio, ma anche promuovere un maggiore appeal delle materie scientifiche presso i giovani, mettendo ad esempio in luce le notevoli prospettive occupazionali per gli studenti pi๠bravi.
Anche le altre proposte emerse ad Orientagiovani sono suggerimenti ben conosciuti e sempreverdi: sostenere la mobilità sociale, abolire il valore legale dei titoli di studio a partire dalla laurea, istituire un nuovo sistema di certificazione delle conoscenze e competenze delle persone (laureate o no) affidato ad agenzie indipendenti.