Tuttavia, mentre in origine l’assicurazione contro gli infortuni avveniva su base volontaria, la crescente sensibilità dell’opinione pubblica sull’argomento ha spinto il legislatore ad adottare un sistema di obbligatorietà , il quale, dopo molte modifiche negli anni, èarrivato fino ai giorni nostri.
L’ente pubblico preposto a gestire l’intero sistema èl’INAIL, nei confronti di quasi tutti gli assicurati. Sono esclusi solo gli appartenenti alle forze militari, di polizia e di altre categorie particolari, per cui esistono forme alternative di tutela.
Va sottolineato come, in ottica di razionalizzazione dell’intero sistema previdenziale e assistenziale, si parli spesso di un inglobamento dell’INAIL all’interno dell’INPS, ma al momento una tale riforma (che sarebbe di dimensioni enormi) non èancora all’orizzonte.
La legge, dunque, oggi impone ai datori di lavoro di iscrivere i dipendenti all’INAIL. In teoria, l’iscrizione dovrebbe avvenire solo in presenza di determinate condizioni oggettive e soggettive; di fatto, perà², queste condizioni sono interpretate in maniera molto larga, per cui èarduo individuare dipendenti che il datore possa legittimamente non assicurare.
àˆ da notare che, al contrario dei contributi previdenziali (che in parte il lavoratore vede detratti dalla propria busta-paga), i contributi all’INAIL sono integralmente a carico del datore di lavoro.
In estrema sintesi, ogni anno va versato (normalmente a febbraio) un valore presunto in termini di acconto, mentre nel febbraio successivo si provvederà a versare l’eventuale saldo; nel caso l’acconto fosse stato troppo alto, l’eccedenza puಠessere utilizzata per compensare l’acconto per il nuovo anno. àˆ anche possibile chiedere di ripartire le somme dovute in quattro rate trimestrali.