Tutto deriva dai famosi correttivi anti-crisi apportati agli studi di settore, la cui lunga elaborazione ha fatto slittare alla fine di maggio la pubblicazione del software Gerico.
Di conseguenza, i contribuenti, con poche settimane a disposizione, necessitavano di pi๠tempo per fare tutti i calcoli necessari.
La proroga, tuttavia, per i motivi descritti interessa esclusivamente i contribuenti soggetti agli studi di settore, anche per via indiretta (come i soci che devono dichiarare i redditi da partecipazione in una società sottoposta agli studi).
Per tutti gli altri, inclusi imprenditori e professionisti aderenti al regime dei contribuenti minimi – esclusi per legge dagli studi di settore– rimane la scadenza ordinaria del 16 giugno, mentre per i soggetti interessati dalla proroga si slitta al 6 luglio; analogamente, per questi soggetti anche il versamento tardivo (con l’aggiunta degli interessi pari allo 0,4%) vede spostarsi la propria scadenza dal 16 luglio al 5 agosto. Se si decide di versare le imposte a rate, le nuove date riguardano il pagamento della prima quota, con le successive ricalcolate di conseguenza.
Ma a quali versamenti facciamo riferimento? Innanzitutto all’imposta sui redditi (IRPEF o IRES), con le relative addizionali, nonchè alle varie imposte sostitutive; in secondo luogo, a tutti gli altri versamenti la cui scadenza, per legge, si lega a quella dell’imposta sui redditi: IRAP, contributi INPS, diritti camerali ecc. Il discorso vale tanto per i versamenti dati a saldo che a quelli in acconto.
Non èinvece toccato minimamente l’acconto dell’ICI, cui la legge fissa la scadenza del 16 giugno in maniera autonoma, separata dall’imposta sui redditi.