Ingiunzione di pagamento europea

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A fronte del tradizionale strumento del decreto ingiuntivo previsto dal codice di procedura civile, le norme comunitarie hanno previsto da poco un secondo strumento applicabile in tutti i Paesi UE (eccetto la Danimarca) e che dovrebbe rendere meno difficoltosa la posizione dei creditori nelle controversie per mancato pagamento cosiddette “transfrontaliere”.

La controversia si definisce transfrontaliera quando creditore e debitore risiedono in due Stati comunitari diversi. Se perಠla transfrontalierità  dipende da fattori diversi dalla residenza, la procedura èinapplicabile.

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Ingiunzioni di pagamento (II)

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Ad alcuni creditori, infatti, èconsentito di imposto al debitore di pagare una certa somma entro una precisa scadenza: l’atto con il quale avviene quest’imposizione si chiama “decreto ingiuntivo”, ma nel linguaggio corrente èmeglio conosciuto come “ingiunzione di pagamento”.

Se egli non provvede al saldo oppure non impugna l’ingiunzione (chiedendo allo stesso tempo di sospenderne gli effetti) entro quaranta giorni dalla notifica, la conseguenza èl’inevitabile pignoramento dei suoi beni.

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Ingiunzioni di pagamento (I)

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Cosa si puಠfare quando, nonostante l’invio di uno o pi๠solleciti di pagamento, il debitore non ha ancora pagato quanto dovuto?

Normalmente andare in causa davanti ad un giudice èuna soluzione lunga e onerosa. àˆ vero che si puಠchiedere il rimborso delle spese legali alla controparte soccombente, ma certo protrarre la controversia magari per tre gradi di giudizio non èl’ideale. Senza contare che non sempre si èin grado di dimostrare di avere ragione. Spesso molte aziende si affidano ad una società  di recupero crediti in grado di procedere lavorando in genere a percentuale (circa il 12% sul valore del bene recuperato).

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