L’impatto sulla vita di cittadini e aziende potrebbe rivelarsi molto elevato. àˆ bene, dunque, analizzare nel dettaglio la riforma, sebbene per il momento essa non sia ancora entrata in vigore: èinfatti stabilito che divenga operativa nel maggio 2011, per dare il tempo agli operatori del settore di preparare il terreno.
Il primo problema della giustizia italiana, come tutti ripetono fino alla nausea, èdato dalla lentezza dei processi (in ambito civile occorre mediamente una decina di anni per arrivare alla sentenza definitiva), che ècausata da diversi fattori, il primo dei quali èil numero immenso di procedimenti a fronte di un organico giudiziario e amministrativo troppo ridotto. La mole dei procedimenti pendenti o in attesa di partire continua a crescere anno dopo anno, fino a raggiungere l’attuale quota di 9.300.000.
Da ciಠla soluzione quasi obbligata e di cui, peraltro, si parlava da anni senza troppo costrutto: togliere dalla competenza di tribunali e giudici di pace una buona percentuale delle materie giuridiche e attribuirle all’attenzione di organismi conciliativi, il cui compito èquello di individuare, sulla base della legge e del buonsenso, una soluzione che vada bene ad entrambi.
Il ricorso al mediatore civile diviene obbligatorio per una pluralità di materie di contesa, piuttosto frequenti nella vita di tutti i giorni e il cui valore della pratica èspesso modesto, mentre èfacoltativo in tutti gli altri casi.
Si calcola che, della mole di procedimenti descritta in precedenza, almeno un milione sarebbe stato risolto con la mediazione, se fosse già entrata in vigore in precedenza.