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Formazione continua dei professionisti

Quasi tutti gli ordini professionali hanno introdotto negli ultimi anni specifici obblighi di formazione e aggiornamento per gli iscritti. Il motivo èvidente: ogni materia si evolve continuamente, in virt๠delle modifiche legislative e del progresso tecnologico, cosicchè le nozioni acquisite ai tempi dell’università  e del tirocinio vanno periodicamente aggiornate.


L’obbligo èstabilito dalle varie leggi che sovrintendono al funzionamento di ciascun ordine, ognuno dei quali determina gli aspetti operativi. Dunque, la formazione assume connotazioni differenti a seconda della tipologia dei professionisti.
Essa viene in genere erogata tramite convegni, seminari ed eventi analoghi, anche a distanza. La partecipazione a queste giornate comporta la maturazione di crediti formativi (in genere vale il principio “un’ora = un credito”), che comunque si possono accumulare anche tramite altre vie, come le pubblicazioni su riviste autorevoli del settore interessato.
Questi eventi sono spesso a pagamento (e fiscalmente si puಠdedurre solo il 50% del costo, con evidente aggravio per i partecipanti), ma molti ordini organizzano eventi gratuiti a favore dei propri iscritti.
Per ogni ordine si individuano il limite minimo di crediti da maturare (su arco annuale, biennale o triennale secondo i casi): chi non accumula un bottino sufficiente di crediti formativi puಠandare incontro alle sanzioni disciplinari.


A dire il vero, la pratica di questi anni ha dimostrato come le sanzioni siano solitamente molto blande, anche in virt๠della novità  dell’obbligo di formazione. Insomma, nei casi pi๠gravi il professionista viene normalmente sanzionato con una semplice censura scritta da parte del suo ordine di appartenenza.
L’obbligo di formazione professionale continua, come detto, riguarda oggi quasi tutti gli ordini professionali pi๠importanti. Fanno eccezione soltanto ingegneri e architetti, per cui l’aggiornamento costituisce un generico dovere deontologico, senza regole precise da rispettare.