Fino ad oggi, infatti, i controlli sul campo erano riservati agli appalti di entità maggiore, superiore cioèalla soglia (fissata in sede comunitaria) pari a 4.850.000 euro. Invece, per tutte le gare di dimensione minore, che poi sono la grande maggioranza, erano fino ad ieri sufficienti dei controlli ex-ante pi๠nominali che sostanziali.
Per partecipare al bando, infatti, ogni azienda doveva semplicemente procurarsi dalla Camera di Commercio un certificato che escludesse collusioni mafiose accertate in precedenza: com’ facile immaginare, uno scoglio non insuperabile anche per le peggiori organizzazioni criminali.
Ora, perà², certificazioni e documenti vari, per quanto ancora indispensabili, non saranno pi๠sufficienti: il prefetto coordinerà infatti squadre interforze con il compito e il potere di accedere in qualunque cantiere, anche di dimensioni minime, per verificare sul campo ogni situazione in corso.
Lo stesso prefetto avrà il potere di sospendere i lavori e revocare l’appalto qualora le prove raccolte dimostrino l’esistenza di infiltrazioni malavitose. Ma, prima di imporre lo stop, èstata introdotta un’altra fase, seppure eventuale: il prefetto, infatti, avrà la possibilità (ma non l’obbligo) di sentire i responsabili del cantiere per consentire loro il diritto di difesa. Le loro argomentazioni saranno valutabili liberamente dall’esponente dello Stato.
Le nuove norme riguardano qualunque genere di appalto e qualsiasi tipo di fornitura di beni e di servizi, ivi incluse le prestazioni intellettuali (come quelle di ingegneri e architetti).
Fonte: Il Sole 24 Ore