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Le ricette dei commercialisti per il Fisco

dichiarazione dei redditi

Nei giorni scorsi si ètenuto il secondo consiglio nazionale del neonato ordine professionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, nato dalla fusione di due ordini preesistenti.
All’ordine appartengono oggi circa centodiecimila iscritti, ma tale numero èin continua crescita.

Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato anche i ministri Alfano e Brunetta e i vertici dell’Agenzia delle Entrate, l’intervento pi๠atteso èstato quello del presidente Claudio Siciliotti, che ha avuto occasione di ripetere una volta di pi๠le soluzioni di sistema che i tecnici del settore fiscale suggeriscono di introdurre all’interno della legislazione tributaria italiana.


Uno dei punti-chiave èla protesta contro gli studi di settore, giudicati uno strumento statistico utile per individuare posizioni soggettive anomale da sottoporre a successivi controlli specifici, ma inadatto a fotografare il presunto reddito o fatturato evaso dal contribuente.


Al contrario, Siciliotti ha esaltato e chiesto un potenziamento del redditometro, il quale, ponendo a diretto confronto rediti dichiarati e spese sostenute, appare molto pi๠adatto a ricostruire nel dettaglio la situazione personale del probabile evasore, proprio perchè non si basa su medie statistiche bensଠsu fatti concreti e personali.
Un altro cavallo di battaglia del presidente èla pressione fiscale, che andrebbe ridotta significativamente.

Tenendo conto non solo dei dati palesi ma anche di quelli presumibili sull’economia sommersa, la pressione reale sui contribuenti onesti sarebbe di oltre il 50%, la pi๠alta in Europa. Scagliandosi anche contro condoni e sanatorie, la ricetta di Siciliotti consiste in un fisco pi๠leggero e con sanzioni ben pi๠pesanti per i trasgressori.

Ponendosi infine a favore del nuovo istituto del tentativo di mediazione obbligatoria per le cause civili, Siciliotti ha chiesto che anche la sua categoria possa porsi come potenziale fucina di mediatori qualificati.